lunedì 28 novembre 2011

addormentarmi

vorrei il volo di aquilone
il suono ripetuto di un onda
un erba fresca su cui riposare
una roccia erta da superare
annusare profumi di nuovi mondi
perdermi in foreste incantate
vorrei lentamente sussurrare
lievi parole ad anime attente
ma in fondo vorrei una carezza
in cui addormentarmi lentamente


sabato 19 novembre 2011

roccia

sabbia che un lieve onda veloce sommerge
sabbia che il caldo sole sbriciola lentamente
sabbia che fugge, sabbia sottile che nulla tiene
sabbia facile da scavar per poi crollar ancora
vite che come sabbia sembrano consumarsi
e di nuovo ancora una volta provano a pensarsi
come roccia


venerdì 18 novembre 2011

filo

salire e poi scendere dal monte
andar nel deserto e ritornare
sentire il profumo di una città
sedersi in una ombrosa riva di un fiume
ascoltare foglie secche sotto i piedi
abbracciare un grande liscio faggio
accarezzare una aspra roccia
quasi per sedarla al tuo volerla salire
sorridere a confidenze gioiose
poi improvvisa sentir forte
la voglia di un filo che insieme
tiene questa vita e queste felicità
che da sole non bastano a nulla
e che ormai niente più se la memoria
riuscirà a legare

sabato 12 novembre 2011

strade

come segni che percorrono una vita cosi le strade stanno
alle volte lievi, quasi impercettibili, nascoste a non attenta vista
oppure li a segnare evidenti dolori che sconvolgono quieti paesaggi
se ne conosce l'inizio non se ne sa la fine eppure si va cercandole
sinuosamente il pendio aspro affrontano diventando sentiero
poi come un fiume che trova mille vie si adagiano sul piano
anime e storie uniscono cambiandone forse nemmeno tanto
e forme, e lingue, e gioie, e dolori per riportarti sempre in te
strade che par di poter cambiare girando al prossimo bivio
strade che il solo percorrere trova profumo di vita
scoperta di appassionata ricerca di fondo in cui posar
l'anima per breve tratto di questa strada che aspra ora scende



martedì 8 novembre 2011

frammenti

strade vuote di città deserte
stanze vuote di case abbandonate
vite vuote di uomini lasciati
lievi fili di ricordi mai dimenticati
che di improvviso tornano vivi
come a chiamare nuovo dolore
mentre l'oblio stava forse prendendo il mare
occhi antichi vedono infinita bellezza
nelle strade e nelle stanze vuote
e cercano nella solitudine altro infinito

martedì 1 novembre 2011

vertigine

lenti passi cercando di non vedere
cercando di non vedere il vuoto
che ti accompagna e sempre ti chiama
cuore in tumulto di paura e di estasi
passi incerti che provano a saldarsi
come la la speranza a questa vita
mentre l'assoluta vertigine ti chiama
a seguire quella profonda valle
che al fine la pace ti porterà