mercoledì 30 aprile 2014

Mitrovica

Un po' di giorni fa ero di nuovo li. Sono passati 14 anni: un lungo tempo per un uomo ma nulla per società, una cultura ed un conflitto mai fermo. Forse, a pensarci bene, anche per un uomo e la sua vita quegli anni sono nulla. 
Quell'edificio alto e con i balconi rettangolari dipinti di blu era ancora li minaccioso come 14 anni fa. Dietro qui vetri che bianche tende oscuravano dove c'erano un tempo i cecchini. 
Allora la macchina era lenta ed il cuore veloce ma sentivi di essere li in mezzo al quei cecchini che cercavano una libertà che come quella del tuo cuore, mai hanno avuto se non nella voglia di cercarla.
Oggi hanno chiuso quel ponte con un mucchio di sassi e di li passasti spaventato per raggiungere l'altra parte insicura come quella che appena avevi lasciato.
Come allora ti sei fermato per un attimo ed hai pensato alla vita che ti ha accompagnato in questi anni. Quello che è cambiato: molto o forse nulla se come allora, il cuore mai è cheto come quel conflitto che solo l'inutilità per ora sopisce con piccole cose come queste parole.
La povera casa al di la del fiume di mattoni dipinti. Stanze lunghe e strette piene di gente che cerca un po' di quiete e tu li in mezzo ad ascoltare e a sembrare calmo e sicuro mentre ancora non sapevi nulla.
Mi son fermato ho guardato quelle vite incrociate allora ed ho incrociato ancora la mia e un groppo alla gola ha finalmente chiuso le mie parole.
Ho accarezzato quel ponte come sempre faccio per sentire l'anima che non c'è delle cose ma delle persone che l'hanno vissuta o costruita o distrutta. Anima di luoghi che portano con loro infinite storie che per magia senti quasi che ti appartengano come quella carezza che posi su quei edifici che la storia ti porta a sfiorare come un amore che poi nel conflitto ricade.




martedì 29 aprile 2014

cavoli

cavoli
come vorrei che il cuore si chetasse
come vorrei che la mente si fermasse
e che quello che senti della vita attorno
come per magia al fine si fermasse 
dentro 
per sempre


martedì 15 aprile 2014

lavoro

E' il denaro che compensa il lavoro? Si certo così è! Quello che è sconcertante è osservare come una sfera importante del lavoro che è il fare e l'ingegnare non sia per nulla o poco presa in considerazione. 
Quasi che per un muratore fosse solo il salario e non anche la soddisfazione del vedere un edificio realizzato, quasi come se per un medico fosse lo stipendio e no anche il sorriso di una guarigione, quasi come se un poliziotto fosse il salario o non anche il garantire una pacifica convivenza, quasi come se un politico fosse il solo stipendio o non anche la soddisfazione di vedere una società più giusta.
L'impressione è che un po' è così ma che anche il continuare a "gridare al lupo" ci abbia alla fine resi ancor più cinici proprio a riguardo il denaro. Così quella che è una giusta critica alla corruzione, all'arroganza di certi poteri, alla perfidia ci abbia resi anche noi un po' corrotti, arroganti e perfidi.