giovedì 24 agosto 2023

generale

Ieri, mio malgrado, ho fatto una associazione logica fra il generale Vannacci ed ahimè il sottoscritto.

Abbiamo sempre di che confrontarsi mica vogliamo escludere nessuno per colore, sesso o quant'altro?

Più o meno l'associazione è stata questa: sia il generale che io abbiamo "pubblicato" in Amazon un libro.

In effetti sia a me ma evidentemente anche al generale, nessun editore ha prestato attenzione per cui almeno per quanto mi riguarda al fine di soddisfare il mio piccolo ego, ho, e forse oso affermare, abbiamo optato per il fai da te di Amazon. Nulla di male per carità penso. Vi do qualche dato:

Vannacci: solo copertina flessibile no kindle
Andreatta: prima kindle e poi copertina flessibile

Vannacci: pubblicazione 10 agosto
Andreatta: pubblicazione 13 agosto

Vannacci: 373 pagine
Andreatta: 334 pagine

Vannacci: 13.97x2.39x21.59
Andreatta: 15,24x1.93x22.86

Vannacci: 470 gr.
Andreatta: 572 gr. (finalmente un dato migliore…rido)

Vannacci: 439 voti
Andreatta: 0 voti

Vannacci : vendite non è dato sapere
Andreatta: vendite 3 una kindle e 2 cartacee.

É sì, non c'è battaglia visto che lui è un generale ed io a suo tempo, un semplice caporale promosso sul campo dato che mi rifiutavo di fare l'esame dopo averne fatti 30 all'università.

Ma la cosa che mi chiedevo è come cavolo ha fatto a "curare" il marketing dato che i miei tre lettori avranno avvisato qualche amico del mio "salto" letterario ma mi chiedo chi ha avvisato qualcuno che poi a sua volta ha avvisato il Ministro della difesa per poi partire con la rumba.

Beh dal punto di vista del marketing un centro perfetto.

Probabilmente anche per le sublimi visioni ivi contenute che certo hanno spinto le vendite su numeri che vanno ben al di là dei miei tre lettori.

Ma in fondo va bene così: ho scoperto che il generale ed io abbiamo numerose "campagne" in comune in giro per questo "pacifico" mondo ma io con i miei tre lettori, qualche ospedale, qualche tetto, qualche scuola, qualche centro sociale l'abbiamo lasciato. Di altro non so.

Chiudo ritornando al Trentino più Trentino ed invitando l'assessore Spinelli a comperare anche il mio libro dato che "Prima di commentare e giudicare è giusto conoscere e capire." e soprattutto i miei lettori passeranno a 4!

domenica 30 luglio 2023

viti e paesaggio

Le chiamano bonifiche forse perché il nome suggerisce qualcosa di positivo e necessario; nella realtà non pare lo siano molto per l’ambiente e per il paesaggio mentre lo sono sicuramente per i viticoltori.
Per carità coltivare la ormai onnipresente vite è attività preziosa per l’economia trentina e farlo con mezzi meccanici adeguati è proprio una necessità. Un trattore può iniziare dalla cima del campo e scendere, seppur lentamente, lungo ogni filare. Non si perde alcun spazio in stradine poste a perpendicolo all’andamento delle viti e men che meno in muri a secco che impedirebbero una efficace circolazione dei mezzi. Dal punto di vista lavorativo sicuramente è una bonifica.
Mi chiedo: il paesaggio? Che importanza ha il paesaggio? Si sicuramente non rende economicamente! Nessuno beve paesaggio nemmeno se è millesimato. Perché mai per il vino si producono i millesimati ma per il paesaggio nemmeno un numerino?
Osservo: c’è una cava che è un buon elemento paesaggistico di cui abbiamo ampia necessità per estrarre prezioso inerte per continuare a costruire, sviluppare sottraendo terreno alla preziosa viticoltura e forse ma certo di poco importanza, al nostro territorio.
Osservo il paesaggio e vedo piccoli campi delimitati da muretti su cui il più delle volte corrono alberi per accompagnare lo sguardo fra coltivato e bosco.
Nuclei di case antiche nelle aree più impervie per lasciare alla coltivazione le aree più facili mentre l’edilizia moderna inverte la relazione occupando le aree più agevoli.
Paesaggio che si trasforma come deve essere per carità, e nemmeno tanto lentamente perde quei valori che ne erano alla base e ne costituivano la formazione.
Tuteliamo, forse nemmeno tanto, edifici, architetture, quadri, opere d’arte ma il paesaggio lasciamo che muti, si modifichi senza valutarne la preziosità ed il significato mentre per le piccole opere d’arte siamo disposti a fare musei e tutto quanto serve per conservarle. Sta nella mutazione lenta il valore stesso del paesaggio ma forse si potrebbe chiedersi se qualche “pezzo” di paesaggio abbia valore di memoria e quindi vada conservato.
Improvvisa la bonifica si fa strada nel paesaggio: grande, costante, senza variazioni e qualcosa che ne interrompa il flusso. La viticoltura moderna affonda in racconti di vitigni, tradizioni, metodi di lavorazione che assieme agli altri prodotti gastronomici paiono il motore di uno sviluppo “sostenibile” ed attento alla tradizione. Si certo ma non del paesaggio: di quella tradizione con la sua qualità, il suo aroma, il suo perlato, che ci importa?
Poi se una pioggia anche forte per carità, dilava queste nuove aree abbandonate dagli “inutili” muretti a secco distanziati nemmeno tanto per attenuare la discesa a valle del monte che ci importa?
Il vino sarà lì a consolarci dalla piccola perdita del paesaggio a cui tutela costruiamo parchi, piani, uffici i cui segni tangibili sono un po’ cartelli di inossidabile materiale che saranno ritrovati intatti quando il paesaggio che li circonda non esisterà più.

Cornè di Brentonico



giovedì 13 luglio 2023

ex Bimac

Leggo che l'area ex Bimac dopo 14 anni sta per essere consegnata alla città ed alle funzioni allora ivi previste: ambulatori, associazioni, residenza e naturalmente i servizi connessi. Sembra che una lunga vicenda finalmente si stia concludendo sul come non credo ci sia nulla da aggiungere.
Una sola nota preme ricordare per i più anziani o raccontare ai più giovani e riguarda la destinazione di quell'area. Nel Piano Regolatore del 1971 era previsto che se le attività industriali presenti, Bimac, si fossero spostate nella più consona zona industriale l'area sarebbe destinata a verde. Un verde non piccolo che poteva consentire una più facile accessibilità alla riva del Leno e quantomeno un area libera alle spalle del quartiere di San Tommaso.Non se ne fece nulla dato che lo spostamento non fu privo di oneri, e quindi si optò per l'uso edilizio dell'area sebbene attenuato da una destinazione diciamo semipubblica ITEA e Azienda Sanitaria.
Poi le cose si allungarono a dismisura senza alcun intervento risolutivo al fine di completare l'opera e questo a testimonianza della "impellenti" necessità che l'avevano giustificata!
Oggi immagino cosa sarebbe quell'area per la città ma d'altra parte gli urbanisti e gli amministratori del tempo oltre a questa "inezia" sostenevano anche il più che sufficiente dimensionamento delle strade di attraversamento sud nord di Rovereto senza alcuna previsione di potenziamento.
Si veda la mappa di Rovereto nel 1971 si confronti con quella del 1782 e si immagini le differenze. A proposito di strade si osservi il Piano del 1902 ove si vede via Dante e qualche altra strada non attuata il perché mi pare ovvio.

Mappa 1782





Mappa 1902

Mappa 1971






domenica 9 luglio 2023

UNESCO

Monte Baldo patrimonio dell'umanità! Bene direi se ci sono "riuscite" le Dolomiti perché non dovrebbe farcela il Baldo? Sono convinto che ci sono tutti i presupposti per arrivare all'agognato riconoscimento. Magari la severa UNESCO chiederà ulteriori garanzie di tutela ma sono convinto che poi comprenderà che l'area è veramente meritevole e: via!
Si via alla rumba turistica che sottintende una tale dichiarazione ammantata come pare ovvio sia di tutela.
Certificato per incrementare un turismo ormai abituato ad emozioni tanto intense quanto superficiali e che soprattutto non incidono realmente nella vita e nelle abitudini di ognuno.
Anzi proprio il turismo di massa continua quell'opera schizzofrenica fra una vita ben regolata e scandita da una parte e la voglia di nuovo ed avventuroso che ci accompagna dall' altra.
Il denaro regola ormai sia la prima parte ed evidentemente anche l'altra. E ahimè UNESCO è diventato nel tempo certificatore soprattutto della bontà del secondo aspetto che accompagna le nostre vite: la scoperta, la curiosità.
Il turismo ha ben compreso che questa patente fa aumentare le visite, le richieste ed in fondo il reddito di tali aree. E quindi? Che male mai ci sarà? Il turismo da da vivere a molti soprattutto nelle zone dichiarate patrimonio dell'umanità!
Che male mai ci sarà? Nessuno per carità ma credo che la vera tutela passi soprattutto per l'assimilazione delle metodiche di vita e di approccio che hanno reso tale quel particolare ambiente, paesaggio, monumento. Il fruirne schizzofrenico ci porta in fondo alla negazione dei motivi e delle cause che hanno reso tale quella bellezza.
L'esempio delle ferrate, dei ponti tibetani sta lì a certificare che le difficoltà le inevitabili rinunce che le montagne richiedono possono essere vinte. L'uomo domina tutto: monti, pareti, gole, forre, orsi, lupi, zecche!
La natura è diventata sempre più la contrapposizione teorica del vivere quotidiano, la via di fuga o di compensazione del nostra "normalità" ed il tutto naturalmente con un buon incremento del PIL.
Se poi la dove ci sono importanti siti patrimonio dell'umanità c'è o c'è stata una guerra nessuna tutela o iniziativa turistica si va ad incentivare che redditi mai porterebbe?
Come vorrei ci fosse un ente certificatore di un "patrimonio di due gatti". Forse si salverebbe quel patrimonio!

sabato 17 giugno 2023

confine

L'altro giorno sono passato per il confine austriaco tedesco e c'era una lunga colonna di macchine.
Arrivato alla fine dell'intoppo mi sono accorto che la causa erano due poliziotti con mitra ed altro, che molto gentilmente, mi hanno fermato e chiesto il motivo della mia visita in Germania. Ho risposto gentilmente che ho una figlia che vive in Germania ed è sposata ad un tedesco. I 20 secondi della conversazione hanno sicuramente allungato la colonna. La mia prima reazione però sarebbe stata quella di rispondere gentilmente che i motivi per cui mi recavo in Germania "erano c***i miei..." e che c'era Schengen sottoscritto anche "mi pare" dalla Germania. Probabilmente la mia relazione istintiva mi avrebbe allungato di molto l'attesa e così più "miti ragioni" hanno prevalso.
Povera Europa! Si fa finta di essere uniti e solidali ma poi gli istinti conservativi più profondi emergono. Non credo che i due poliziotti si siano svegliati quel mattino con l'idea di controllo ma sicuramente qualche "capo" ha detto di fare questo ed a quel tenente l'avrà detto un dirigente e via così. In fondo chi "paga" sono i due poliziotti e i "turisti" senza motivazione ma in fondo paga l'idea di Europa che vuole essere "venduta" ma che attuare è un po' più difficile fra sovranismi e individualismi vari.
Sincerità!

lunedì 29 maggio 2023

ponte

A Zvecan nella parte serba del Kosovo, ci sono passato esattamente l'8 ottobre scorso!
L'informazione fa al solito, scarsa informazione dato che Zvecan altro non è che "l'entroterra" di Mitrivoca.
Ci sono passato perché so che sarà lì che la scintilla ci sarà.
A Zvecan una ragazza con cui condividevo il sedile del bus, mi raccontava della vita difficile solo per poter studiare nella sua lingua.
C'era una sorta di rassegnazione nei suoi atteggiamenti ma so che basta poco per infiammare lo scorrere della vita.
Oggi la TV ci ha informato ma ho quasi la certezza che sia per gli alpini che ahimè sono stati messi lì in mezzo e non delle profonde divisioni che tormentano quella terra e che "qualcuno" ha risolto mettendo i problemi come la polvere sotto lo zerbino.
Ormai siamo pieni di zerbini pieni di polvere e l'importante che siamo convinti di essere "ragione" per tutto e tutti.
Volete una meta per le prossime vacanze? Andare a Mitrivoca sedetevi in bar di là e poi passate il ponte e sedetevi in bar di qua. Guardate, parlate, chiedete. Forse un po' di polvere la togliete!


Mitrovica
Mitrovica 11/12/1999

martedì 7 marzo 2023

Csakta

Oggi per una di quelle strane coincidenze, ma forse nemmeno tanto strana, mi sono ritrovato a Csakta villaggio perso nella campagna ungherese.
Ci sono ritornato perché qualche anno fa ci avevo incontrato Heinz ed in venti minuti ci eravamo raccontati la vita.
Ho costretto il mio amico Janos a chiedere se conoscevano Heinz. Nel piccolo negozio non sapevano chi fosse ma la proprietaria era lì da soli due anni. Poi siamo usciti ed un'anziana signora alla domanda di Janos ha chinato il capo con un velo di tristezza negli occhi.
Janos mi ha confermato con le parole quello che il mio cuore aveva già compreso!
Heinz era morto da qualche anno prima.
Che volete che vi dica mi sono emozionato ed un velo umido si è fatto nei miei occhi.
Ho ricordato quelle parole scambiate e quel dolore raccontato con nulla di superfluo. Ho pensato alla donna che lui amava più della sua vita ed a quel figlio che magari allora lo giudicava un povero alcolizzato ma che le sue parole me lo fecero sentire come la cosa più importante della vita.
Mi sono chiesto se mai lo saprà questo figlio? Mi sono chiesto che memoria avrà Heinz ed ho pensato per un attimo che questo mio emozionarmi possa essere segno di una buona memoria.
Di segni abbiamo bisogno quando lasciamo questo tormentato mondo.
Vi lascio la foto del piccolo bar, ormai chiuso, dove Heinz ed io ci sedemmo per venti importanti minuti della nostra vita. E vi lascio il racconto di allora nel link qui sotto.
Ciao Heinz, a presto!




domenica 5 marzo 2023

vapore





 

giovedì 2 marzo 2023

Veszprem

Vabbè continuo a fare l'architetto del cavolo. Perdonate ma oggi sono capitato in una città che come raramente accade, è riuscita a entusiasmare il mio animo od almeno la mia visione dello spazio.
Come ho scritto ieri: l'oggi non ci riesce proprio per la sola centralità del denaro nel fare. Costruire ormai è standard quasi inamovibile e che lascia a qualche "invenzione" apparentemente nuova il ruolo di "marketing" dell'oggetto e dell'esistenza dei committenti e del collega di turno .
Oggi sono arrivato in autobus nella stazione dei bus di Veszprem ed ogni volta, sempre, vado con l'immagine a quella abbattuta a Rovereto derivata da un monacale chiostro, per far posto ad un condominio pieno di negozi e di un supermercato. (Se poi il PD vuole fare analisi sulle disfatte parta da queste "piccole" cose).
Dalla stazione un percorso pedonale attraversa una serie di case a blocco rigorosamente costituenti corti quadre, per arrivare ad un altro ampio percorso solamente pedonale dove si affacciano una serie di negozi e supermercati pieni di gente che va di qua e di là. Centro cittadino! Razionalista nello stile fino al midollo ma socialista nella realizzazione come è per le cose in cui il denaro non costituisce l'unico valore. (Richiamo il PD di cui sopra).
La "torre" che "domina" tutto e diventa il perno su cui saldare il nuovo, ormai vecchio, e l'antico degli edifici storici che rifuggono da linee rette e rigorose a cui il razionalista socialismo si contrappose per l'appunto cercando di ordinare tutto ma naufragando e direi visto questo esempio nemmeno tanto miseramente.
La storia e con essa la forma complessa e non ordinata se non nelle singole unità antiche e forma ragionevole del nuovo che forse provava a contrapporsi alle ingiustizie dell' antici.
Poi, poi anche qui è arrivata la modernità, il vil denaro con le archistar al seguito. La forma è altro, fine a stessa, curva come le vecchie strutture, ripetitiva come le strutture del socialismo razionalista. Che esprime? Io non l'ho capito ma qualcuno so me lo spiegherà.
Ma rimane la bellezza, il camminare a cavallo fra storia contorta e ragione lineare che in fondo accompagna ognuno di noi anche nel nostro cammino umano fatto un po' di questo e di quello ma certo mai assieme dato che il farlo negherebbe ogni dialogante complessità.
Venite a Veszprem e camminate. C'è una piccola calda mensa dove servono piatti ungheresi in quantità lavorativa e dove mi son messo a scrivere mentre gli avventori corrono per andare a lavorare nel centro città!







sabato 25 febbraio 2023

confine

Alle volte le cose sembrano esistere da sempre e purtroppo alle volte le pensiamo inamovibili.
Questo pensiero mi ha seguito oggi dopo aver attraversato il confine fra Slovenia ed Ungheria di cui alla foto.
Attraversato a piedi naturalmente, lentamente guardando i vecchi edifici del controllo doganale ormai abbandonati e decadenti.
Pensando a come potevano essere solo....ops ma quanto tempo fa?
Fortuna vuole che qualcuno con il senso della storia, abbia lasciato proprio lì una piccola pietra con incisa la data: 1 maggio 2004.
Ieri! Mi sono chiesto dove ero, che facevo? Ma se 19 anni per un uomo hanno un senso per quei confini e per la storia che li sottende il valore è altro.
Mi sono chiesto se fra vent'anni questo confine si potrà attraversare ancora a piedi senza nessun controllo o se magari allora tutto sarà cambiato come tutto è cambiato negli ultimi vent'anni.
Penso alla guerra un poco più in là ed a quei confini e mi tornano alla mente le parole di mio padre che diceva sempre citando Rousseau "maledetto quell'uomo che per primo ha messo un confine ed ha detto questo è mio".
Mi piace "sfondare" confini...oggi l'ho fatto con le mie gambe e il mio cuore...e vorrei che per un attimo non ci fossero confini e parole come "questo è mio.. "



venerdì 24 febbraio 2023

Zidani Most

A Zidani Most c'è un bivio! Una linea segue la madre Sava e se ne va verso la Croazia e poi verso Belgrado dove finalmente si butterà nel Danubio. L'altra linea gira su verso Maribor e l'Austria seguendo la Savinja che credo significa piccola Sava.
La valle è scavata tra ripidi fianchi dall'acqua verde e veloce della Sava. Ho l'impressione che quell'acqua abbia una lunga storia da raccontare anche se ormai di storia più non si vuol parlare.
Al Zidani Most ci sono tre ponti ma quello che porta storia è quello più stretto, con più archi e le spalle di pietra larghe e forti. L'ho percorso lento guardando ed accarezzando le sue bianche pietre quasi ad accarezzare la storia che di lì passò.
A Zidani Most andateci, fermatevi, guardate! Non c'è nulla, non ci sono turisti, non c'è ristorante, non c'è albergo ma c'è storia ed un po' di sloveni che vanno di qua e di là.
Se poi entrate nella calda sala d'aspetto della stazione ammirate le panche socialiste o titine se vi va meglio, ed un altro pezzo di storia e d'arte vi seguirà.






sabato 14 gennaio 2023

visionari

Che i visionari non siano amati penso sia cosa ben chiara a tutti noi.
Proiettarsi nel futuro, pensarlo diverso dall'oggi è il più delle volte temuto dalla nostra parte conservativa che difficilmente riesce a lasciare il porto sicuro del noto per il più aleatorio porto di cui non si conosce nulla.
Scrivo questo mentre me ne sto seduto lungo il deambulatorio della bella cattedrale di Roskilde dove fortunatamente il silenzio mi circonda.
Ero già stato qui anni fa ma la solitudine è sempre una compagna assai fruttuosa ed attenta.
Sono tornato qui per due re di Danimarca che hanno almeno a me, detto ed ispirato qualche pensiero.
Il primo è il più antico e primo re di questa terra Harold detto Bluetooth. Bluetooth fu capace di unire i linguaggi e non solo quindi, di queste popolazioni ed a renderle potenti e temute in ogni dove. Tutti sappiamo dei Vichinghi ma fu proprio alla visione i Bluetooth che fu dato impulso allo sviluppo di questa parte di mondo.
L'altro re è Cristiano 7. In realtà ho riso leggendo il libricino che vorrebbe spiegare la storia secondo regole asettiche che non incidano nella nostra visione della vita fatta di certezze e di mercato.
Cristiano 7 fu re effettivamente ma chi gli fu "dietro" furono certamente sua moglie Matilde ed il suo amante Struensee. Sorrido leggendo che che l'organizzazione delle donne ha posto una decorazione sulla sua tomba per aver incluso, primo re di Europa, le donne nella costituzione. Fossi Matilde mi girerei nella tomba anche perché non degna d'essere qui con gli altri re e mogli di re.
In realtà chi scrisse la costituzione fu il Struensee che ebbe una figlia da Matilde e che però mai confesso, nemmeno sotto le più atroci torture, la propria paternità lasciandola così al re e consentendo così che la propria figlia diventasse regina di Danimarca
La visione dei due amanti fece fare alla Danimarca quel salto sociale che per molti tempo tutti riconobbero a questa società.
Gli artisti del tempo si sono dedicati ai re del tempo ma poco o nulla hanno saputo immaginare se non il conservare, il non cambiare, il rassicurare e subito mi viene il paragone con l'informazione odierna.
Quanto avremmo bisogno di Bluetooth o di Struensee ma oggi come allora il prezzo non sarebbero forse le torture fisiche ma certo quelle dello spirito.

Case di Roskilde
Cattedrale di Roskilde
Artibus Ingenuis

Municipio di Roskilde

Tomba di Cristiano VII

Tomba della regina Margrete




differenze

Mettersi in treno il mattino presto in una città che non è la tua. Sentire il freddo che ti accarezza il volto mentre lentamente percorri la banchina per arrivare alla vettura. Guardare attorno ed osservare la nave che sta atracando al porto lì vicino e ti verrebbe voglia di prenderla dato che probabilmente ti porterebbe in una isola persa nel mare del Nord dove trovare una piccola casa con il tetto in paglia e li stare al caldo di un fuoco e di tante parole con un amico.
Il treno va. Guardi paesaggi verdi che si alternano a bianchi boschi di betulla. Qualche casa, qualche inevitabile capannone, poche recinzioni. Ti chiedi della vita che trascorre laggiù dietro il finestrino che ti salva dal freddo. Ascolti parole apparentemente incomprensibili dei pochi compagni di viaggio.
Vedi un piccolo ruscello che sinuosamente si infila nel bosco fitto dove le foglie a terra rendono tutto omogeneo.
Che bello è stare fuori! Guardare, osservare, ascoltare e essere certo che il mondo è un piccolo paese ove le ricchezze sono le differenze dei luoghi e le somiglianze degli uomini.

Stazione e porto di Kalundborg

Paesaggio


mercoledì 11 gennaio 2023

mare

Laggiù c'è il mare! Qualcuno l'ha definito il luogo dell'innovazione in passato dato che di lì si andava a scoprire il non conosciuto. Oggi forse lo è diventato il cielo ma rimango dell'idea che è il nostro spirito che ci spinge a scoprire terra, mare o cielo.
Me ne sto tornando a Kalundborg in Danimarca dove voglio bere un bicchiere di vino con Arne Kjær Christensen. Voglio guardare dalla sua finestra quel fiordo che quieto si allunga nella terra. Voglio sentire il vento pungente che ti sveglia l'anima. Voglio andare nella chiesa di quel paese e guardare la nave che sta sopra l'altare come in tutte le chiese luterane danesi, per ricordarci che il nostro viaggio può essere vario interessante, noioso, faticoso, violento alle volte ma che l'importante è sapere dove sarà il porto che ci accoglierà.



domenica 8 gennaio 2023

sabato 7 gennaio 2023

sviluppo

Sto seduto su una nuda pietra lassù in alto a gustarmi gli ormai ultimi raggi di sole. È sin troppo caldo ed il viso si sta arrossando quasi fosse estate.
Guardo Itaca laggiù in basso dove ormai il sole non arriva più alla finestra della cucina ma fortunatamente inonda ancora il tetto.
Il camino fuma dei legni secchi posti nella stufa prima di partire.
Leggo di notizie infinite ed in fondo sento che questo luogo mi aiuta a quietarmi ed a relativizzare.
Leggo di nuove strade, leggo di piste da sci piene di gente, leggo di ospedali da "rifare", leggo di parole infinite e forbite per non dire nulla.
Ma dove sta andando questa mia terra?
Sviluppo, sviluppo, sviluppo: ma di che cosa e per che cosa?

Itaca