giovedì 30 novembre 2017

Subte

Subte de Buenos Aires!
Una ragazza sale sul treno affollato del mattino.
Il viso è rosso, grossi lacrimoni scendono sulle guance, telefono pigiato sull'orecchio.
Subito la comunicazione si chiude e lacrime e rossore e singulti coinvolgono tutti noi che stiamo attorno.
Una ragazza dal viso dolce e sicuro parla per prima. Che peccato non capire tutto! Dopo un po' di parole comprendo " benvenuta en el club".
La ragazza piangente è stata lasciata forse dal suo primo amore. C'è una sorta di solidarietà femminile che subito si concretizza in parole, sorrisi e sguardi comprensivi.
Le donne più anziane sorridono e ricordano la loro delusione.
Un ragazzo salva il genere maschile e tira fuori dallo zaino un fazzoletto di carta che porge alla piangente con un lievissimo sorriso.
Il tempo di due fermate e la piangente si ricompone, sorride per l'inaspettata solidarietà!
Benvenuta nel club!

mercoledì 29 novembre 2017

Boca

Non mi piace il calcio! Non di per sè ma per quella sorta di aurea che attorno ci si costruisce tanto da farlo diventare una sorta di religione e come tale centrale nella vita di molti soprattutto se poveri come del resto fanno le religioni diciamo ufficiali.

Oggi mi sono perso nel Boca un quartiere di BA che la mia assoluta ignoranza mai avrei pensato di collegarlo con la squadra del Boca Junior e con la Bomboniera che altro non è che il suo stadio. 

Il quartiere é povero. Molte case sono abbandonate e fuori dalle due strade "turistiche" si respira un aria pesante. Ma lo stadio è lì nella sua magnificenza giallo-blu circondata da una moltitudine di colori che coprono una miseria che attraverso il colore prova ad esprimere il genio che classi più ricche esprimono attraverso la pietra o l'intonaco a seconda del tempo e del denaro naturalmente.










martedì 28 novembre 2017

dulces de leche

Avete presente le polacche? Le caramelle che diamine. Bene! Quando vado in montagna ne ho sempre qualcuna in tasca per addolcirmi e prendere energia assieme agli amici.
Per quanto ne so sono fatte con latte e zucchero. 
Questa mattina ho fatto colazione in una panetteria dove più che pane sformano dolci di ogni fattura e bontà.
Per 32 pesos 1,55 € mi hanno dato un caffè e due cornetti che qui chiamano "mezzaluna" in barba al "politically correct" ma giustamente efficacemente per forma. 
Bene le due mezzaluna erano farcite da una dolcissima crema di colore nocciola che subito mi ha ricordato le polacche ma ma molto più buona. 

"Esto es el dulces de leche"

Ecco dolcezza infinita e che come ogni liquido, penetra in ogni dove. In fondo ho incominciato a pensare, la differenza fra questa gente che si lascia penetrare e condivide con tutti la dolcezza a far da contraltare a noi, polacchi, ungheresi e non solo, che la dolcezza la racchiudono in una forma prestabilita da dare solo a chi vogliamo noi e non a tutto ciò che ti sta attorno come sarebbe giusto è più felice.

San Telmo

É strana e forse nemmeno tanto questa Buenos Aires.

Sto tornando a casa in treno dopo tre metropolitane e i relativi cambi.

Mi sembra di fare un salto indietro quando giravo per Milano. 

Mi sono bastati quattro giorni ma ora riconosco le fermate e tutto incomincia a diventare familiare. 

Non ci sono timori anche come ora, che le 23 sono passate. 

Il quartiere che più mi riporta a se stesso è San Telmo. Non so perché o forse solo per le piccole case ordinate sulla ciottolata via. 

Li ballano il tango, là bevono birra e mangiano infinite bistecche. 

Qualche genio che arreda vetrine comunque già capolavori per conto loro.

Il viola di misteriose piante mai viste prima, è il colore di questa città in novembre . Il verde ti accompagna anche nelle strette vie di Palermo ed il sole è già vinto dalla brezza e dall'ombra che mai stanca gli occhi. 

Infinita gente che esce dagli uffici e corre al porto, alle vie del centro che quasi sembrano il Rio della Plata che un po' più in là avanza lento.

Gente che ti saluta, che ti cerca che prende un caffè con te senza nulla supporre. 

Nell'ultimo bar della serata ho fatto questa foto. 

La poesia.....

Che altro.....rovescia come me....

venerdì 24 novembre 2017

asado

Oggi asado e torta fritta! Seduto assieme ad una famiglia allargata ad ascoltare storie, storia, passioni, superficialità così come la vita ci conduce.
C'è sempre un momento in cui ti sembra di toccare l'anima della gente. Ne senti la forza, la debolezza la voglia di andare oltre la consapevolezza di non farcela.
Non c'è lingua, non c'è forma, non c'è nulla che possa coprire questo contatto che però subito ti sfugge.





giovedì 23 novembre 2017

vacino

Al secondo giorno in Argentina ho testato la sanità locale. Due ragazzi giovani, giovani Eva e Marco, che più o meno fanno lo stesso mio percorso, mi hanno suggerito di fare il vaccino per la febbre gialla se volevo entrare in Bolivia dato che alla frontiera controllano.

Così abbiamo cercato l' ambulatorio che si chiama "sanidad de fronteras" e dopo un po' di autobus ci siamo arrivati.

La sala è affollatissima di pazienti in attesa del turno. Due uomini fanno da reception e Marco che è quello che meglio parla lo spagnolo, ha spiegato il tutto all'uomo che confermava annuendo. Il vacino è gratuito per tutti in barba ai sovranisti. 

L'uomo mi ha guardato e chiesto "años tienes".

Non e possibile alla tua età vaccinarsi è troppo pericoloso ma ti facciamo ugualmente il foglio giallo delle vaccinazioni dichiarando che sei esente così i poliziotti di frontiera non ti fanno problemi. 

10 minuti e tutto è ok. Ora sono fuori ed aspetto Eva e Marco .

giovedì 9 novembre 2017

Francesco

Qualche giorno fa ci ha lasciati Francesco Cocco
La forma vorrebbe dicessi collega ma credo che credo che un uomo non si distingua tanto per il tipo di lavoro che fa ma per come lo fa e soprattutto per la passione con cui lo fa. 
Che sia architetto, pittore, scultore, muratore, agricoltore poco importa; importa che passione ci metti in quello che fai.
Lo avevo sentito qualche giorno prima quando il caso mi aveva riportato nel suo rifugio di Giazzera dove avevamo condiviso molti anni or sono, discussioni, pensieri ed immagini. 
La sua voce era viva e piena di progetti come al solito e ci siamo ripromessi di ritornare assieme a Giazzera. 
Conobbi Francesco quando dopo gli anni di Milano, tornai a Rovereto con mille idee per "cambiare le cose". L'urbanistica, fatta dalle imprese edili e dalla massimizzazione dei profitti. 
Studiai il PRG del '71, esaminai i nuovi interventi, criticai l'intellighenzia del tempo fra cui ci misi Francesco. 
"te ga resom!" mi disse un giorno nel suo studio in via san Giovanni Bosco e così diventammo amici! 
Ecco una caratteristica di Francesco rara da trovare negli uomini: non era per nulla invidioso, rancoroso. Anzi! La critica diventava per lui fonte di crescita e evoluzione, stimolo per il nuovo. 
Comprammo una casa assieme in vicolo Tintori che poi diventò tutta sua.
Oggi ripenso a quel periodo ed in fondo mi dico che misero fallimento! L'urbanistica è sempre quella anzi forse solo peggiorata se ha ancora valore parlarne. Ripenso al piano di Francesco del '71 e rivedo le sue intuizioni che solo oggi e forse nemmeno oggi, si comprendono. La strada di gronda da Sant'Ilario a Lizzana spazzata via da piccole speculazioni. La destinazione a verde dell'area BIMAC e non solo. Tutte cose che oggi possiamo toccare con mano per la fragilità di quanto fatto rispetto al pensato di Francesco.
Dietro ad una intuizione Francesco sapeva mettere insieme progetti, mattoni, vetro, ferro, argilla, tele per arrivare al risultato.
"l'architettura è fatta di spigoli dove si sbatte la testa!" 
Quando gli rubarono proprio in Giazzera, alcune opere era incavolato come non mai e non penso per il valore ma perchè i ladri gli avevano sottratto la materia del suo pensiero che in fondo per Francesco era come rubare l'anima.