martedì 27 agosto 2019

box

Sono seduto su vecchio tronco di abete ormai ricoperto da fitto muschio. Dallo zaino ho tirato fuori il mio box magico ed ora mi gusto un cipollotto, qualche pomodorino, il pane raffermo da qualche giorno un uovo sodo ed un po' di formaggio provolone piccante.
Penso: nulla di tutto questo è prodotto qui vicino. Men che meno la birretta che accompagna il tutto. 
Guardo: Folgaria è solo un po' più in là. Ma distante da questo luogo come mai lo fu in passato. Qui i turisti non vengono non c'è nulla di "ecocompatibile" "biodiversità" "protetto dalle scienze e dall'ONU". Qui nemmeno l'avanzata, a parole, Magnifica Comunità che ancora non ha ancora ben compreso se fare riferimento alla Serenissima o alle asburgiche radici, è riuscita a mappare i vecchi sentieri, i luoghi, i capitelli che una "cultura" parolaia continua ad esaltare ma che nulla fa per conoscere e salvare dall'oblio. Il turismo ha i suoi monumenti, la sua cultura ma permettetemi, che c'entra il locus? Nulla: solo se è funzionale a turisti che nulla vorrebbero cambiasse per paura di vedere.
Prima ho incontrato un nutrito gruppo di operai che "proteggevano" con una assurda recinzione il sentiero che fra poco autorità e turisti si esalteranno a magnificare. 
Non allontanatevi da quel "percorso" potreste trovare dirupi, cascate, boschi, sentieri da muli che non c'entrano nulla con il turismo ma forse, sottolineo forse, con la storia e la vita di questi monti.

lunedì 19 agosto 2019

limite

La maggior parte delle montagne, come peraltro la maggior parte degli uomini, hanno diversi versanti di accesso. 
Qualche versante è facile, ci si arriva persino in carrozza, mentre c'è uno o più versanti apparentemente più nascosti ad una occhiata superficiale, ma che magari dominano l'intera valle e solo perché impervi si preferisce le strade più comode e rilassanti.
Anche per gli uomini è così. Quante volte ripercorriamo le stesse "strade" mentre lasciamo perdere quell'aspetto interessante della persona ma che ci chiede uno sforzo che all'apparenza pare inutile. 
Così come per i monti, si percorrono quasi sempre le stesse strade lasciando perdere al contrario quel sentiero magari un po' nascosto, che però ci porterà dentro oltre che su la montagna.
Poi ci sono dei monti di fatto inaccessibili le cui pareti da tutte le parti sono verticali lisce senza vie almeno all'apparenza. Penso al Cero Torre alle Torri del Paine al nostro Campanile Basso. 
Anche alcuni uomini sono così. Ma: ma gli alpinisti amano quelle sfide e così anche quei monti che in me incutono solo rispetto vengono violate in una continua rincorsa alla "conquista" che a mio modo di vedere, ha il sapore dell'incapacità umana di rinunciare all'infinito pensando che la materialità della "conquista" riempia chissà che.
Poi dopo le conquiste dei primi la macchina del turismo si mette in moto e l'anche io, anche io fa si che quelle "conquiste" altro non siano che il prologo alla massificazione. 
Monti? Si certo ma pensate per un attimo come l'atteggiamento che riteniamo consono per i monti sia applicato agli esseri umani. 
Dominare; dichiararsi primi; emulare la voglia di potere su qualcosa, il monte, come su qualcuno, il diverso.
Magari pensiamo nobile l'una cosa e non corretta l'altra ma in fondo credo che l'atteggiamento sia il medesimo. 
Amo tutti i monti anche quelli almeno alle mie forze, inaccessibili perché come per l'umanità che ci circonda la complessità di ogni monte come di ogni uomo è la ricchezza medesima. E anche se qualche monte non riusciamo a violarlo va bene come va bene se non riusciamo a sentirci più forti degli altri esseri umani. 
Cercare le strade non banali, guardare la complessità ed avere la coscienza del limite e quindi del ritorno vale per i monti e vale per gli uomini.
Scrivo, scrivo ma oggi non ho rinunciato alla vetta!

mercoledì 14 agosto 2019

team

I primi cento metri sono durissimi. Le gambe non vogliono saperne di iniziare a faticare; anche polmoni e cuore incominciano a preoccuparsi conoscendo quel cretino di cervello che invece di rilassarsi con un po' di Internet, social ed amenità varie ogni tanto pretende di fuggire là dove solo il vento suona.
Anche le braccia si lamentano: "da quando ci imponi di usare qui bastoncini non siamo più in pace!" Le gambe ridono: "quelle lassù non sanno cosa sia la fatica! Al massimo il peso di una matita hanno portato ed ora si lamentano pure." Gli occhi guardano su! "La smettete di spaventare tutti come fanno i populisti?" Dicono tutti gli altri pezzi informati che il sentiero sarà ripidissimo. Le gambe ormai fanno silenzio e lavorano come quando erano giovani. I polmoni provano a tenere il ritmo ma con difficoltà. Il cuore sta' lì non dice nulla ha fiducia nella saggezza della mente anche se la teme conoscendola da anni. 
Le bocca è umida di saliva chiama acqua e la lingua un po' fuori per aiutare i polmoni, si asciuga subito. "Ma si acqua ora? È troppo presto! E le spalle non né portano molta oggi. Più tardi!" impone il cervello. L'unico che non si lamenta è il naso! Ascolta e si riempie dei profumi verdi del bosco. 
Vai Fabio! Più di 500 m. di ascesa in un ora! 
La memoria ride! "Non esaltarti" afferma: "Quando eri giovane ne facevi 600 e più e i polmoni non "rompevano" come ora: sentili!"
"Però ragazzi" dice la memoria:" se non ricordo male c'è una Madonnina più avanti! Arriviamo sino lì che dite?" "Ma sei sicura? Di te non ci fidiamo tanto persa come sei nei ricordi di un amore e nelle troppe strade percorse" "siete i soliti: non capite una beata Eva! Solo all'oggi pensate! Se non ci fossi io ad accompagnarvi sapreste quante cose vi sareste perse!" "La solita permalosa!..." Poi gli occhi si fermano, guardano la Madonnina, guardano lontano nella valle e tutti brindano felici con quella acqua che tutti ricorderanno più del prosecco di ieri! "Va bhe dice lui! Fammi fare almeno pipì dato che proprio non ci pensi più a me! E sì che sarebbero tutti pronti a darmi un aiuto!" "La smettete dice il cuore che lento è tornato a comandare!"

giovedì 8 agosto 2019

vetta

Quest'oggi mentre arrancavo su per un erto versante di un monte con la speranza di trovare una via di uscita per la vetta, riflettevo come la salita di un monte altro non sia che la condizione che ci accompagna nel vivere. 
Alle volte, come oggi, il percorso si preannuncia subito difficoltoso. I traversi aerei richiedono la massima attenzione, il terreno erto con sassi per nulla fermi richiede il massimo dell'equilibrio, l'ambiente selvaggio senza rassicuranti segni di presenza umana ti incutono ancora più timore. 
Poi il monte si chiude: quello che ti sembrava facile diviene sin troppo difficile così, con la ragione rimasta rinunci alla vetta ormai li vicina ma lontana come un amore che ti fugge via.
Alle volte invece la montagna come un amore che ti vuole, ti fa trovare l'appiglio giusto la dove non lo aspetti, ti accompagna su una cengia non vista, ti mostra gli ultimi passaggi per la vetta. 
Ma: ma non oggi e "quella mela che non riuscisti a cogliere sta lì solitaria" e inaccessibile come deve essere per le cose preziose o forse solo non alla tua portata....
Ci riproverò.