giovedì 9 giugno 2022

Vajolet

Ieri sono tornato alle torri del Vajolet dopo credo 40 anni. Da giovane ci bazzicavo spesso; mi piaceva scoprire quelle rocce solitarie, quell'equilibrio che ti consentiva di salirci su per affrontare la tua voglia di sfide giovanili. Ho rivisto e percorso quella fessura della Stabler e ho pensato a Preuss alla sua fragilità giovanile che lo resero poi un forte scalatore ed a quella via che lui aveva aperto senza tanti chiodi e che 40 anni fa risalivo faticosamente.
Poi dopo tanti ricordi ho guardato la realtà odierna. Ho pensato alle incazzature di Preuss per qualche chiodo mentre "ammiravo" una potente teleferica costruita non so nemmeno perchè forse per restaurare, costruire, ampliare, portare vino e birre ai famelici turisti.
Mi chiedevo come si fa ad autorizzare tanta potenza e soprattutto per cosa? Per lucrare un po' di denaro ai turisti ormai diventati una massa incontenibile? Per quanto tempo in un anno? Due mesi?
Povero Preuss! Oggi gli dedichiamo un rifugio pure chiuso.
E mi chiedevo dov'è la gloriosa SAT a difendere un ambiente che se ne sta andando o che già è altro perchè come insegnava Croce, l'ambiente naturale non esiste se non perchè gli contrapponiamo quello da noi costruito. Ora al Vajolet vogliamo far coincidere il naturale con il costruito così i turisti si sentiranno più sicuri e coccolati.
Per carità vi prego fermate tutto! Lasciate i monti li e che sia il desiderio di scoprire, esperimentare, trovare l'equilibrio a spingere le persone ad andarci e non la comunicazione per far si che qualcuno giù in valle diventi più benestante.
Togliete quelle funi! Non è un problema di sicurezza è il solo modo che la montagna conosce per difendersi da noi umani che tutto vogliamo dominare, gestire ed assimilare per rendere uguale a noi che poi ci facciamo la guerra!
Fermatevi di ferrare sui monti vedrete che pur lentamente si fermerà anche la guerra o forse no perchè sperare è l'unica cosa che ci rimane.


venerdì 3 giugno 2022

arte Sella

Erano più o meno 18/ 20 anni che non andavo ad arte Sella! Complice la buona giornata, ci sono ritornato!

Un tempo si camminava liberamente e si scoprivano le opere sparse qua e là un po' per fortuna un po' per la curiosità di scoprire come dovrebbe essere per l'arte o per le cose della vita che poi alla fine fine sono della stessa sostanza.

Oggi è tutto diverso! A partire dall'ingresso e non tanto per il biglietto quanto soprattutto per la fascetta di rosso dipinta che ti costringono ad indossare al fine di "agevolare" i controllori e sulla cui superficie sono impressi, in modo artistico per carità, numerosi logo Montura!


Confesso che pagare 9 euro per diventare testimonianza di Montura non mi è sembrata una grande idea artistica ma ormai si sa, che arte e denaro, peraltro come da sempre, vanno di pari passo: forse in fondo con il denaro avanti a precedere l'infinità creatività.

Una volta entrati ordinate frecce ti indicano il percorso che attenti stuarts ti avevano informato essere di 45 minuti. Un tempo perfetto né troppo breve né troppo lungo da dedicare alla nostra sete di arte!

Le tosaerba erano al lavoro con il loro ronzio e mi chiedevo quale opera fosse dato che non trovavo il cartellino che ne indicasse titolo, autore ed anno.

Certo la foresta come l'arte, va curata e resa vicina alla nostra vita quotidiana ed ai nostri giardini così come i percorsi da cui giustamente non uscire dato che tutto ed ora anche l'arte, deve essere ordinato e regolato.

Non mi soffermo sulle opere. Alcune poche, dicono, altre sussurrano sommessamente, altre son altro e forse una mi è sembrata raccontare la storia di questa idea che in origine era vera e che oggi è: "apparenza" come quei fori che dicono altro rispetto al tronco su cui son incisi.


I cartellini esplicativi dell'opera ben evidenziato il logo questa volta non di Montura, ma di Dolomiti energia. Debbo confessare però che ho riso beatamente quando arrivato ad una installazione dal titolo "Memoriale della luce che fu" ho notato lo sponsor per l'appunto Dolomiti Energia!


Secondo me assieme alla tosaerba una delle combinazioni più "artistiche" del giro.

Eh sì l'arte ha bisogno di essere guidata sia nel suo divenire, percorso, sia nel suo essere, sponsor.

Evviva l'arte! Quest'arte! Che tutto regola ed ordina così come l'uomo a cui è destinata.