martedì 20 giugno 2017

innovazione


Oggi mi sono fermato al supermercato LIDL dove tra l'altro, ho scoperto c'è dell'ottimo pane ad un prezzo diciamo conveniente. 
Arrivato alla cassa ho estratto il mio smartphone ed ho chiesto se potevo pagare usando quella tecnologia. 
La commessa ha annuito ed anzi ha informato gridando anche un po' alle altre colleghe che per la prima volta in quel supermercato si usava quella tecnologia.
Un'altra cassiera ha affermato: "anch'io lo voglio..." e alla mia disponibilità a rifare un altro giro se fosse stato applicato il 10% di sconto abbiamo sorriso tutti e in due secondi ho pagato senza firme, codici e quant'altro.
Fino a qui nulla di che! Ma uscito ho incominciato a chiedermi come mai un sessantacinquenne , seppure con inserti avanzati, era la prima persona che utilizzava quella tecnologia nonostante le frotte di trentenni dotati dell'ultimo smartphone in commercio. 
Forse è colpa dei supermercati che solo raramente usano la tecnologia contactless ma che continuano a chiederti il documento quasi fossero poliziotti; forse è colpa delle banche che non rendono conveniente ai supermercati quella tecnologia o forse è colpa di una società apparentemente avanzata ma ancora profondamente arretrata e legata ad abitudini difficili da superare. 
Girando un po' per il mondo mi accorgo della lentezza del nostro cambiare e sviluppare cose nuove che poi solitamente sono più facili e sicure. 
Abbiamo bisogno di certezze che vengono date anche nel mondo economico, non tanto da una analisi del reale ma dalle nostre conoscenze personali costringendo le persone in ruoli preordinati che velocemente però ho l'impressione, la tecnologia supererà. 
Il dramma è che non ce ne accorgiamo perchè cambiare, esperimentare, provare è fatica che bene non si sa dove porti mentre ci hanno sempre inculcato che è meglio lamentarsi (qualcosa si prende sempre) che provare a cambiare.
Ok non si può generalizzare ma certo oggi non mi sono sentito "tecnologicamente avanzato" ma solo ahimè "socialmente arretrato"

domenica 11 giugno 2017

Concordia

Sulla facciata della porta d'oro di Danzica uno dei principali accessi alla città, vi è una iscrizione posta a favore di chi dalla città si allontanava ed anche questo ha un profondo significato. L'anno è il 1612 ieri: e mi chiedevo quanti post possano oggi raggiungere quella intensità. I turisti guardano ammirati la composizione tardo rinascimentale ed a molti di loro sfugge quella frase scritta in latino che poi altro non era che una lingua universale da tutti coloro che sapevano leggere e scrivere.
Comunque le parole sono queste ed ho faticato un po' con il mio arrugginito latino a tradurre spero correttamente:
Concordia Respublica ae Parvae Cresciunt Discordia Magnae Concidunt
Nella concordia dello stato anche le piccole cose crescono nella Discordia anche le grandi sono uccise (distrutte).
Bhe che volete che vi dica? Anche perché mica era finita, nella porta di ingresso ma questa volta alla sala consiliare, vi sono due scritte ovviamente in latino da una parte della colonna "pro lege" dalla altra parte "pro grege"! Spero che a nessuno vengano in mente le pecore parlando di "grege" anche se la tentazione ci sarà. 
Cavoli 1612!!! Ed oggi???


giovedì 8 giugno 2017

Jan

Ieri sera mi sono fermato in un posto bellissimo in Prussia orientale. 
La casa era un capanno di caccia di non ricordo più quale ricca famiglia prussiana.
Jan l'attuale proprietario, ci ha impiegato cinque anni a restaurla e dal risultato credo ci abbia messo tutta la sua vita i suoi soldi e forse anche l'anima. 
Era così felice di discutere di intonaci di creta, di pietre, di legno, di finestre che una volta iniziato non abbiamo più finito di parlare, confrontarci ed imparare. 
Ecco che cosa vuol dire inclusione!
Jan ha osservato come i suoi nonni fossero nati nello stesso regno dei miei genitori nonostante i più di mille km di distanza. 
Poi mi ha raccontato di questa parte d'Europa. 
Della povertà che esiste perché prima c'erano i latifondi tedeschi che dopo la guerra sono stati distribuiti a poveri contadini che arrivavano qui da quella che era una regione ancor più povera e che oggi è l'Ucraina ma prendendo possesso di case non loro temevano ancora di dover restituire e lasciarle e muoversi ancora sotto gli ordini dei potenti.
Storie infinite che pochi conoscono ed immaginano. 
Poi abbiamo iniziato a parlare di attualità. Di Europa, di medio oriente, di Africa, di Donald ed improvvisamente mi sono sentito a casa. 
Stessi punti di vista, stesse speranze!
Bhe che volete vi dica è questo quello che spero nonostante i Salvini i Grillo le Beate gli Orban cose che io chiamo paure ed in cui purtroppo si incaglia alle volte l'immaginazione di un Europa ed un mondo migliore.


lunedì 5 giugno 2017

esclusione

Sono ormai alcuni giorni che cammino e come inevitabile fortunatamente, incontro persone di varia natura e censo.
Ieri ad esempio una automobile si è fermata vedendomi arrancare su un breve tratto in comune e l'autista con accanto un bimbo, mi ha offerto un pezzo di dolce.
Più tardi sono entrato in un supermercato per acquistare un po' di acqua e di frutta.
Alla mia domanda se l'acqua fosse con gas o senza la signora della cassa mi ha travolto con il suo ungherese stretto che stava un po' a dire: "se vuoi qualcosa ti devi rivolgere a me nella mia lingua...." In ungherese e non solo gas penso tutti ne sappiano il significato. 
La sensazione è stata sgradevole e siccome era già la terza volta che accadeva una cosa simile seppur con pretesti diversi, ho realizzato, ma spero di sbagliarmi, che Orban con la sua esclusione dei diversi partendo dai mussulmani, in fondo ha legittimato ogni ungherese alla esclusione attraverso magari l'affermazione della propria identità.
Ecco l'effetto perverso della combinazione fra sovranismo e ahimè ignoranza.
Al che sono ritornato al mio Trentino ed alla mia cassiera del SAIT e sorridendo orgoglioso ho realizzato quanto includente fosse il suo spirito e quanto questo potesse far bene alle casse del SAIT al solito minate da capacità manageriali e/o politiche che si voglia. 
Bhe nei supermercati ungheresi ci tornerò ma se vedrò alla cassa un grugno anziché un sorriso passerò oltre poca cosa lo so ma guardando la povertà presente im questa campagna mi pare proprio follia continuare ad escludere anziché includere. Siriami o trentini siano.

sabato 3 giugno 2017

Heinz

Ieri in un paesino sperduto mi sono fermato avendo trovato aperto quello che possiamo definire un bar. 
Il paesino si chiama Csakta ma non è in fondo importante.
Sono entrato: ho guardato nel frigo e sembrando non il caso di passare alla birra ho chiesto Fanta. L'oste mi ha mostrato un bicchiere per determinare la dimensione ha chiesto 350 fiorini che ho immediatamente pagato aprendo la mia mano piena di monete.
Sono uscito per gustarmi un po' di refrigerio e riposarmi sulla panca.
Un uomo è uscito subito dopo me! 
Mi rivolge la parola e mi sorprende per il perfetto inglese.
Incominciamo a parlare. La prima ipotesi è un ungherese che ha lavorato in Inghilterra.
Sbagliato! Niente di più. 
Lui è un austriaco di Salisburgo, ha lavorato in Sud Africa e negli USA. 
"Ma che ci fai qui? Una donna ungherese?" 
Lui sorride e comprendo di aver visto bene.
Lui sorride mostrando i tre denti che gli sono rimasti e respirando con un fischio che dice molto dei suoi polmoni come la sigaretta che ha in mano.
"Ed ora? Dove è questa fortunata donna che è riuscita a fermare un uomo come te in questo buco." Lui mi guarda e dice: "now i am alone! I am happy to be alone! My ex wife is happy and her lover too! Everybody is happy! It's not so bad this place, excuse me I must go inside! I need a beer!" 
Una vita in tre parole. Mi incammino triste! 
Ciao Einz.