sabato 31 marzo 2018

La Paz

Vorrei descrivere LaPaz ma proprio non so da dove partire. Oggi ci ho camminato a lungo, ho preso i suoi micro, il "mio teleférico", ho girato le sue piazze, le sue strade erte; mi sono rifugiato in una sua chiesa; ho camminato per i suoi mercati fatti di mille cose e sapori. 
Ma onesto non so da dove partire per dire che è una città unica, speciale. Nessuna mente potrebbe concepire tanta ordinata confusione. Ecco a LaPaz gli architetti sono nulla. Non servono, non se ne sente la mancanza oppure tutti sono architetti. 
Anche i grattacieli sembrano usciti dalla stessa matita delle case di mattoni. Ordine talmente semplice da creare una complessità infinita.
Poi passi per una strada e butti l'occhio e mattoni, mattoni, ancora mattoni che sembrano mangiarsi quei vetri che forniscono per essere omaggio alla modernità ma che in fondo a poco servono. 
Le strade: talvolta erte da spaccarti i polmoni, talvolta vuote, talvolta piene di gente che vende il nulla o il tutto a seconda del punto di vista.
Poi improvviso un temporale: scrosci d'acqua come in tutte le altre città del mondo; ma: ma a LaPaz dalla camicia passi al maglione, trapunta e se ne avessimo altro ancora dal freddo che senti. Poi, poi smette di piovere e torna il sole. Ti aspetti a toglierti il tutto ma un caldo infernale ti colpisce. 
Poi cala il sole e, ed è subito gelido. 
Sono sceso da un micro ed un nutrito gruppo di pacene si è messo ridere di me, del mio essere yenke ed affannato per l'essere sceso dal micro. Le avrei baciate tutte con le loro gonne polloglie mi pare si chiamano, fatte di quattro strati e lunghe più di tutte le gonne boliviane.
Sorridono o fan finta di dormire. Chissà? 
Non so perché ma mi sono sentito a casa anche perché c'è la teleferica senza, finalmente, gli sci ai piedi ma la città.

giovedì 29 marzo 2018

altopiano

Piango mentre guardo questo infinito altopiano. Piango mirando le donne che caricano infiniti aguai sulle spalle e con altrettanto infinite borse se ne vanno come farfalle senza curarsi dei 4200, piango vedendo ragazzi giocare a pallone e scattare come nulla fosse, piango ammirando quella giovane donna con la sua piccola e nera bombetta, i suoi infiniti neri capelli intrecciati e chiusi da ricami e ciuffi di lana bianca, piango vedendo le piccole case in adobe con il tetto in paglia e fango, piango vedendo le onduline che ormai punteggiano la pianura, piango vedendo gli sgargianti colori della kinoa che in ogni dove cresce dando prezioso cibo, piango di una gioia profonda per sentirmi parte di questo come di tutti gli altri mondi che mi toccarono.

Felix

Ho lasciato Cochabamba ed ora sono seduto su un pullman per La Paz. 
Il pullman doveva partire alle 10,30 ma, mistero boliviano, alle 10 si è messo in moto. Fortunatamente ero arrivato in anticipo e così sono riuscito a partire. Non mi interrogo oltre.
Anche sul sedile prenotato c'è stato un problema: non c'era! Una giovane ragazza è arrivata con la lista passeggeri ed ha dato il giusto posto ad ognuno. Avevano cambiato mezzo.
A Quillacollo ci siamo fermati per raccogliere gli ultimi passeggeri ed ho approfittato assieme a molti per comperare un po' di cibo e bevande. Charke che consiste in mais cotto, VB patata bollita, formaggio, uovo e carne secca il tutto compreso piatto forchetta e tovagliolo per 10 boliviani vale a dire 1,20 €. 
Ora sono qui con Felix seduto accanto e parliamo amabilmente come ci conoscessimo da anni. D'altra parte lui ha solo qualche anno ben portato, più di me.
Tiene 6 hijos! Prima differenza io 2! Lui tre femmine e tre maschi. Anch'io stesso bilanciato assortimento ma udite lui "tiene 22 nietos" 
Anche Félix ė pensionato e viaggia in continuazione per due città della Bolivia dove sono sparsi i suoi figli. La Paz e Santa Cruz.
Eccoci qui.
Ah Felix è Aimara ed ora mi sta insegnando quella lingua.....uali suma....molto bene!

martedì 27 marzo 2018

calamina

Sto bevendo un mate di coca. Buono, caldo, dolce e seduto su una sedia normale ad un tavolo normale. 
Sono uscito dopo aver sistemato il sacco a pelo dove questa notte mi difenderò dal freddo dei 4000m. Ho camminato per queste strade: strade? Beh in alcune ci passano dei mezzi più o meno con targa in altre solo bambini che si arrampicano, altre hanno fossi in cui i bambini scompaiono per riemergere un po' più in là.
Il passo è lento ed il respiro pesante. Guardo: cerco di ricordare, penso, mi interrogo. 
Tutti, ma proprio tutti mi salutano e rispondono. 
Guardo le vecchie case di adobe, con un tetto e persino qualche vezzo attorno alle finestre. 
Guardo le nuove in "calamina".

lunedì 26 marzo 2018

strada

La corriera si ferma. Tre tornanti ci hanno abbassato di qualche decina di metri ma siamo sempre attorno ai 4300. 
Riconosco il passo, il piccolo lago. La nebbia ovatta tutto.
L'autista grida: "bagno". 
Tutti si alzano è fuori nella infinita scoscesa steppa. Una lunga fila di uomini in piedi e solo un po' più in là una fila di donne accovacciate. 
Comprendo che le campesinas non portano mutande perché si alzano e camminano.
Ritorniamo ai nostri angusti sedili io insieme alla campesinas che occupa con la sua grande gonna ben più del suo posto. 
Faccio fatica a respirare ma forse più che la quota è la sottile paura per la strada che corre su infiniti pendii che la nebbia fortunatamente nasconde la fine. 
Guardo a monte vedo rocce non oso guardare a valle. 
La corriera sussulta ed ogni tamto rallenta, cambia marcia e senti il sedile inclinarsi paurosamente, poi una accelerata e questo altro fosso è andato. 
Non so più se avere paura o lasciarmi andare alla fiducia per l'autista o alla buona sorte.
Kami ancora 20 km. Il cuore concentrano nella paura non sente la quota. 
C'è internet. Qualcuno scende mando questo





La corriera si è fermata per il pranzo. Ho chiesto un bagno me hanno risposto "il monte".
Il locale era un po' caldo e così ho preso una zuppa. Dopo un secondo di esitazionel'ho divorata. Patate, mais e che altro non so 50 centesimi forse meno.
Non so come facciano le donne di qui con sandali aperti e senza calzini.
Di nuovo in moto.

domenica 25 marzo 2018

coca


Oggi sono uscito presto: volevo comprendere come posso raggiungere Kami domani mattina. Quillacollo mí hanno detto ed il nome non giungeva nuovo. Un collettivo e poi una camminata per le affollate strade. Ho trovato il collettivo per Kami, ho preso il biglietto e poi mi sono lasciato andare per la città. 
La testa gira un po' e mi chiedo se sarò in grado di sopportare i 4000 di Kami.
C'era una donna seduta tra le molte altre, lungo il marciapiedi. Aveva due sacchi davanti e così mi sono deciso: cinque boliviani di coca! 
Mi ha messo le foglie in un sacchetto di plastica, le ho allungato i boliviani e mi sono guardato attorno. Il farmacista di fronte mi ha sorriso ed ho risposto. Domani spero che mi aiutino contro il mal di altura. 
Ne ho preso un piccolo pugno e ho incominciato a masticare. Il sapore è nullo e direi anche l'effetto; ma camminando guardavo uomini e donne che masticano come me: ho sorriso e un po' mi sono sentito boliviano: un po'!

venerdì 23 marzo 2018

foresta

Quando arrivai qui 35 anni fa, la foresta era ancora lì. C'era una piccola strada delimitata da un muro verde che non riuscì a scalfire. Ora ci sono campi infiniti di canna da zucchero, soia, e chi sa cosa d'altro. Allora incominciavano a tagliare possenti alberi. Ora possenti alberi segnano qua e là il paesaggio come pietre di confine. Se non fosse per il caldo e per un po'p di boliviano disordine sembrerebbe d'essere dalle parti di Concordia sulla Secchia. 
Due raccolti per anno, qualche volta tre. Macchine agricole grandi e larghe come palazzi. Colia che si confondono con qamba.
Quanto è cambiato questo mondo!
Ciò che non cambia è l'umana attitudine al potere coniugata con attraverso la demagogia e la creazione di falsi problemi e paure. 
Così stamani una infinita serie di manifestazioni per il "giorno del mar" in memoria della data in cui la Bolivia perse dopo una breve guerra con il Chile, il suo sbocco al mare. I demagoghi moderni non raccontano tutta la verità ma solo la parte che a loro interessa per aizzare, anche con promesse di maggiori redditi, una folla fatta di soli giovani dato che i vecchi ormai hanno compreso i piccoli giochi di un potere che poco sa costruire. 
Nello scrivere di qui mi pare di parlare di lì! Sorrido e mi chiedo dove mai sarà un luogo ove conoscenza e verità non sono bandite.

giovedì 22 marzo 2018

colia e camba

A Montero per la prima volta sono salito su una motocicletta taxi. Io e l'infinito zaino. Naturalmente senza casco. L'autista o meglio il motociclista mi ha portato alla fermata dei micro per Sagrado. Io non sarei stato capace di trovarla. Ho lasciato lo zaino e me ne sono venuto a mangiare. Pollo e patate che más. La solita colia con circonferenza pari alla simpatia mi ha interrogato ma sarò onesto e la camba che stava seduta accanto a me sul autobus ha portato via i miei pensieri.

Colia: popolazione degli altipiani boliviani. Piccola, forte, tendente al rotondo.
Camba: popolazione della foresta boliviana. Alta, forte, tendente al sottile.

Ora mangio!

mercoledì 21 marzo 2018

mattino

Alle 6 a Pasorapa c'è un fermento che contrasta con la solita tranquillità. 
Alla mezza partono due autobus. Uno va a Cochabamba l'altro a Santa Cruz e questo sarà quello su cui salgo. 
Gli autisti caricano e poi caricano sacchi e sacchi di patate, pomodori e chissà quali altre verdure. Poi ci sono i pacchi per i conoscenti che stanno in città con le raccomandazioni per la consegna. Poi il mio zaino che va "a riva", sul tetto. Tranquillo mi conforta l'autista: è meglio su dove prenderà meno polvere. La gente guarda, le donne con due spalle così al solito dirigono ed ordinano lasciando ai maschi ormai persi i commenti. 
Alle 6,30 a Pasorapa c'è uno Yanke. Strano! Buonas dias, sorrisi, sguardi.
A Pasorapa c'è una donna che ha messo un banchetto con panini riempiti di uova e pomodorini.
A Pasorapa con un colpo di clacson forte come una orchestra la corriera parte. 
A Pasorapa chi va in città si è messo i vestiti buoni, le donne le scarpette eleganti e qualche gioiello di poco prezzo. 
A Pasorapa i cani guardano e come sempre aspettano che qualcuno butti qualcosa. 
Ciao Pasorapa nel mio cuore rimarrai paesino perso nelle Ande.

domenica 18 marzo 2018

slogan

La mia passeggiata domenicale! 
Poi su un muro di una casa il solito slogan valido per tutto il mondo finché non si prende il potere; poi....

sabato 17 marzo 2018

fame

Il mio ristorante di oggi! Perso sui monti della Bolivia. Stomaco forte e fame altrettanto...
Ed ora non so bene come andare avanti...ma una soluzione si troverà.

commensali

Sono qui in una bettola di Sucre. Ho mangiato, bevuto e sto pensando che non è male stare qui! Guardo gli altri commensali che parlano, ridono; la televisione in sottofondo fuori i rumori della strada. Si non è male stare qui e leggere e scrivere e sentire che la vita scorre anche se sei solo forse perché mai sei solo.

venerdì 16 marzo 2018

Martha

Della serie: quanto è piccolo il mondo!
Stavo camminando per Sucre e sento: "Hola amigo".
Mí giro guardo e dopo un po' vedo due donne di cui una mi saluta con la mano!
Stento a ricordare ma poi: autobus Chile Bolivia! Seduti accanto e lei visto che tremavo dal freddo, aveva offerto una parte della sua coperta. Avevamo parlato un po'. Lei di Uyuni, maritata in Chile a Calama tornava per la sorella che stava male e con lei c'era la sorella che ci ha fatto la foto. 
Ho scherzato: " tu hermana es más linda.." volevo farla sorridere ma si leggeva il suo dolire. 
Ciao Martha che ti vada bene nella vita e soprattutto a tua sorella!

Sucre

Che Sucre fosse una città storica di tutto il Sud America mi era noto. Posso sbagliarmi ma di qui parti la "rivolta" contro gli spagnoli occupanti e questa però fu l'ultima città liberata a testimonianza di quanto ci tenessero gli spagnoli. Sucre ė anche la capitale formale della Bolivia ma quello che più importa debbo dire che è una bella città. Lo é nel suo centro storico scandito da preziose "cuadra" dove si allineano semplici edifici con raffinati elementi architettonici che testimoniano una ricchezza economica ma soprattutto culturale. 
Sucre ha riscattato l'immagine che la scalcinata Uyuni e la impossible Potosí avevano a me dato della Bolivia. 
Per carità la periferia è degna delle altre due città ma certo anche le periferie italiane nulla centrano con i corrispettivi centri storici.
Questa mattina ho camminato a lungo, guardato, preso nota, confrontato con la mia memoria ed alfine cercato un posto per mangiare. Ero proprio in centro!
Ristorante vegetariano e va beh uno dai sono avanti: due, tre, ops ristorante vegano e uno e due!!! Tutti i boliviani sono diventati o vegani o vegetariani??? Non è possibile! Infatti mi infilo in uno di questi e non c'è un boliviani a pagarlo! Tutti al solito Yankees e i ristoratori di Sucre corrono "dietro" alle altrui tendenze. 
Bravi quelli di Sucre a fare soldi con le altrui fisee! Io sono uscito dalle cuadra centrali e mi sono gustato una ottima chuleta de cerdo accompagnata da un riso nero mi hanno detto: ottimo!
Sempre a proposito di Yankees ieri sera parlavo con un francese che si ferma solo in Bolivia perché è más barato delle altre nazioni e per questo è contento! Gli ho chiesto: "ma allora sei felice che siano poveri?" Mi ha guardato, ha pensato e poi fortunatamente mi ha detto: "hai ragione".....

giovedì 15 marzo 2018

cibo e turisti

Ieri sera sono andato a mangiare in un ristorante ove fuori c'era il simbolo che si poteva pagare con carta di credito: tutti gli avventori erano Yankees ma ero stanco e così ho accennato e via. 
Ho mangiato Lomo alla plancia che altro non è che una bistecca con sopra un uovo e contorno di patate fritte. Due birre nada más prezzo finale 122 boliviani che oltre i 5 bol. per l'uso della carta fanno più o meno 15,00€.
Bhe direte voi prezzo buono a casa avresti pagato di più.
Questa sera su suggerimento di Josè che mi ha scorrazzato per tutto il pomeriggio, sono finito in un locale senza alcuna insegna e dove tutti erano boliviani ed io l'unico Yanke! 
Hola mangiato il solito Lomo alla plancia e direi decisamente migliore di ieri, ho bevuto un succo preparato li al momento a non so cosa ma sospetto ananas. 
Ho pagato! Mi sono vergognato! 17 boliviani vale a dire più di dieci volte meno di ieri, vale a dire 2 €
Ecco il disastro che combiniamo noi turisti.

Se poi José mí dice che gli autisti che scorrazzano i turisti spesso sono sottopagati e ricevono i soldi il giorno del "domani" e che le agenzie ne approfittano mi chiedo se mandare anche qui da loro qualcheduno che mandi a "vafa..." é gridando "onestà onestà" ma mi sa che hanno già Morales.

Ma José mi ha stretto un groppo alla gola quando mi ha detto che ""tengo 4 varones" ed al mio invito a non mollare per la mujer, mi ha spiegato che proprio non possono più e che è preoccupato per i ragazzi crescono e presto la casa sarà vuota e "qué hogar es sin el desastre de los niños": mí ha fatto piangere! 
Ah José tiene 32 años!

mercoledì 14 marzo 2018

farmacia

Sono uscito stamattina e per contrastare il mal di montagna sono andato in una farmacia "quasi" come quella di Lorenza Soave
La farmacista pura boliviana con capelli neri a treccia teneva sulle spalle un aguaio, sorta di coperta, con dentro il suo piccolo figlio. 
Mi ha misurato la pressione gratuitamente 181/120 e mi ha rassicurato sulla minima che mi preoccupava di più della massima, dicendomi che a questa altezza è normale mentre la massima andava diminuita dandomi un anti ipertensione con prescrizione una ogni 12 ore e controllo in serata della pressione.
La cosa che più mi ha sorpreso è stato il consiglio di acquistare una bomboletta di ossigeno puro da usare quando il respiro si fa affanno. 
Evidentemente non sono il primo Yanke che ha questi problemi ma debbo dire che decisamente la mia testa si è fermata di girare almeno in senso medico. 
Il mondo è proprio tutto bello anche con la pressione alta!

Uyuni

Questo è quello che vedo dalla mia stanza di albergo che debbo dire all'interno non è male, ma certo l'immagine di un paese un po' disastrato nonostante la moltitudine di turisti stranieri e la relativa ricchezza che producono. Mi chiedo come sarà il resto di questa Bolivia. 
Per ora combatto con il mal di montagna, sono a 4000 metri circa.

lunedì 12 marzo 2018

Cile

Oggi è l'ultimo, per ora, giorno in Chile! Questa notte prenderò un autobus per Uyuni in Bolivia e continuerò questo viaggio per questo immenso e bellissimo continente. 
Un saluto al Chile è a tutti gli amici qui incontrati. Terra che non puoi fare a meno di amare per essere selvaggia, forte, infinita. Terra che con la sua vastità ti riconduce alla tua piccolezza. Terra ove proprio per questo, gli uomini e le donne ti accolgono, ti accompagnano conosci che il viaggio attraverso i monti, su per un vulcano, lungo una costa, nel mezzo di un deserto altro non è che la nostra vita e che meglio è condividerla con altri che viaggiano come te. 
Terra ove l'essere anziano o giovane poco conta, dove accogliere e condividere è non solo normale ma gioia di conoscere. 
Terra también con le sue contraddizioni ma che terrò per me perché altro non sono che le contraddizioni di tutti noi. 
Partirò dal sud a salutare Angela Daniela che con il suo "Hola Fabio" nella piazza di Puerto Williams mí ha fatto sentite a casa! Juan Arcos Srdanovic che non solo ha condiviso la sua casa ed il suo rifugio ma mi ha incantato per la libertà di pensiero e per l'amore per la sua terra Magallanes in cui certo vorrei tornare, Esteban Diaz che con il suo sorriso e semplicità ha risolto mille cose a Punta Arenes, Paola Rigodanza che essendo di Bussolengo ha trasformato Puerto Natales in una cittadina accogliente e calda, Mauricio Elias Aguilera Bolbarán con cui camminai sotto la pioggia un giorno intero per poi prendere finalmente una barcaza, Andoni Thompson e David EM C con cui condivisi un lungo tratto di Caretera Austral, una ascesa ad un vulcano e un incontro casuale al Cerro Castillo, Pía Rojas che trasformò con il suo sorriso la pioggia della Junta in un splendente sole, Daniela Ignacia Palavecinos Gonzalez che mi insegnò tutto circa il pololiar oltre che il suo splendido pololo. Tamara Dedalus e Rodrigo Chaves con cui camminai lungo una selvaggia costa ed un vivo quartiere di Santiago, Carlos Matías che mí racconto della architetture sociali chilene, Diego Huaiquil Farías e soprattutto suo padre Heinz con cui condivisi terme e la sua casa a Valparaiso, Leonardo Anguita splendido ragazzo che mi insegnò tutto dei Mapuche e delle Araucarias e che spero di rivedere in Italia, Danilo Beth Rey che mi ha accompagnato con i suoi consigli per tutto il Chile è mi ha fatto conoscere i suoi splendidi figli ed uno dei luoghi più magici di questo immenso Chile: la valle del Elqui, Ana Luisa Kohon Lecaros che con la sua amica mi interrogarono piacevolmente a Santiago, a Eugène d'Hainaut che mi accompagnò per i deserti del Norte. 
Ed infine a tutti i cileni che non hanno FB ma che incontrai, cindividetti cammino, parole e che rimarranno in me.
Que te va bien, muy bien. Hasta luego!

domenica 11 marzo 2018

Atacama

Se arrivate a San Pedro di Atacama tre le 4 e 5 del mattino vi accorgerete di un insolito traffico mattutino.
Sono le decine e decine di furgoni che vanno a prendere nei vari alberghi ed ostelli i turisti addormentati che hanno completato un ticket per la visita alla zona di géiser El Tatio! 
Dopo una mezz'ora di pellegrinaggio e di appelli fatti di nomi il più diversi possibile, i furgoni partono all'impazzata verso la meta.
Ora la corsa avviene sul filo dei cento all'ora fra i vari furgoni ed autisti. I Mercedes si avvantaggiano nei tratti piani mentre i Ford in quelli ove la salita si fa più erta.
Uno strano serpente fatto di luci bianche e rosse, si snoda su per le pendici scure della montagna.
Alle sette il serpente si infila in un parcheggio, si paga l'ingresso, si va ai servizi anche per recuperare il brusco cambio di quota oltre 2000 in un ora e comunque una quota rispettabile di 4370 m/SLM che ti accompagnerà poi per tutta l'escursione.
Prima che il sole si alzi dietro le cime coperte di neve, sei nella zona dei géiser.
Fumarole, acqua che bolle, spruzzi di 3/4 m di altezza. 
Bello, suggestivo ma a chi conosce la solfatara di Pozzuoli nulla di "infernale".
Fiumi di turisti che seguono le loro guide e magicamente diventano come capre o pecore quando magari a casa loro protestano, si arrabbiano, vogliono essere unici. 
Chissà che scatta e me lo chiedo prima di tutto a me stesso. 
Alle 8,30 l'autista, guida diventa cuoco. Prepara un tavolo, tira fuori tazze, caffè, dolcetti ed udite udite mette su uova strappazzate per gli ogni presenti yenkees.
Più tutti al bagno termale dove in mezza ora si concentrano tutti i turisti. Il posto poi resterà pressoché deserto per il resto della giornata ma in compenso per mezz'ora la piscina sarà colma di turisti come una vasca di allevamento di trote. 
Mi chiedo chi sarà la prima agenzia a capire che forse allungando la giornata tutti saranno più contenti. 
Ora sono in un villaggio che spacciano come antico ma la realtà è che è stato realizzato per i bramosi di souvenir e snack turisti.
In realtà l'origine del villaggio è la guerra cileno boliviana quando questa area apparteneva alla Bolivia e qui costruti un avamposto militare. 
La cosa che è assolutamente unica è il paesaggio che ti circonda soprattutto se lo immagini privo della fiumana umana ora presente.

giovedì 8 marzo 2018

Gabriela Mistral

Oggi seguendo il consiglio di Danilo Beth Rey, ho preso un autobus e mi sono addentrato su per una valle andina.
Dopo un po' di km il paesaggio cambia quasi improvvisamente. 
I monti si fanno sempre più aridi mentre per contrasto il fondo valle sempre più verde. 
Viti. Soprattutto bianchi Chardonnay, Suvignon ed uva ta tavola. 
C'è sempre un vento fresco che mitiga il caldo e per questo mettono dei grandi teli per proteggere le vigne.
Nel video postato prima vi ho detto del simpatico autista-guida che con passione mi raccontava delle tradizioni di questa valle che affondano nella civiltà incaica.
Oggi purtroppo "grazie" ai vegetariani, le viti stanno per essere soppiantate dagli abogado che pero richiedono molta più acqua e quindi impoveriscono il territorio. 
Comunqie arrivato ad un bivio sono sceso e mi sono incaminato per raggiungere Cochiguaz dove c'è l'osservatorio astronomico.
Mi è stato detto che il cielo di notte qui è bianco!
Lungo la strada un avvocato con la sua polola mí ha preso a bordo. 
Morale: siamo arrivati al paese, siamo scesi al fiume e ci siamo tuffati nelle fresche acque. 
Bellissimo. Dato il clima decisamente secco ho impiegato 10 minuti ad asciugarmi tutto.
Poi siamo andati a pranzo assieme e l'avvocato cileno ha voluti provassi il Pisco (spero di averlo scritto bene) sorta di liquore non forte composto da mosto di un tipo particolare di uva, limone e zucchero. Niente male. 
Abbiamo mangiato, parlato ed ora ho due amici in più in Chile! 
Ho chiesto che mi lasciassero al bivio da dove a piedi ho raggiunto il luogo dove sono ora:
Monte Grande. 
A Monte Grande nacque e visse la sua infanzia l'altro premio Nobel per la letteratura Cileno: Gabriela Mistral!
Confesso la mia ignoranza ma mai ho letto nula di leí. Lo farò iniziando da "Sonetos de la Muerte" dati che qui in un piccolo museo, si conserva l'originale.
Sono uscito dal museo. Mi sono seduto e sento il vento tiepido che mi accarezza dolcemente, risento i discorsi di oggi, assaporo ogni anfratto, ogni cima, ogni colore, ogni profumo di questo luogo dove resterà in pezzo di me stesso e dove con la mente ed il cuore so ritornerò.

mercoledì 7 marzo 2018

La Serena

Ieri sera sono arrivato a La Serena! Città di mare e la seconda più antica del Chile.
Al terminale dei bus è venuto Danilo Beth Rey. Siamo stati assieme tutta la sera. Siamo andati a mangiare pesce in locale lungo la spiaggia e mi sembrava di essere in una italianissima spiaggia. Danilo mi suggeriva una valle qui vicina da dove si può vedere il cielo più bello del sud America e dove effettivamente hanno realizzato uno dei più grandi telescopi del mondo.
Eugène d'Hainaut giustamente fa osservare:


Ciao Fabio. El mas grande observatorio del mundo se instalo entre la 3ª y 4ª region de Chile, bajo los cielos mas transparente del planeta. Se llama ALMA (anima) y esta a muy alta altura sobre el mar: 4000 metros.

Ma oggi avevo voglia di annoiarmi e magari ci andrò domani.
Così ho dormito a lungo, ho letto, programmato le prossime tappe ed al fine preso un micro ed andato in centro città. 
Bella! Assolutamente diversa dalle altre. Architettura coloniale, splendide cornici, lavoratissimi portali, gronde raffinate. 
Chiese in pietra con portali eleganti e campanili raffinati. 
Ho camminato, guardato, imparato. Poi passando per una via ho visto un negozietto di barbiere e mi sono infilato.
Sono uscito sentendomi bene e così mi sono infilato in una specie di trattoria a mangiare cazuela de vacuno.

martedì 6 marzo 2018

Valparaiso

Questa mattina, ho deciso di lasciare la magica contraddizione di Valparaiso.
Ieri sera con Heinz e la sua famiglia abbiamo mangiato choripan, asado, bevuto vino tinto, riso, parlato, preso in giro tutto, letto Neruda Allende. Insomma una serata magica come raramente accade. 
Poi dopo gli abbracci, le promesse di rivederci e così sarà, sono rientrato nel mio alloggio che ho trovato "occupato" da tre Yankees e chi mai? Certo avrei preferito tre senzatetto veri e non tre scoppiati ricchi, sfaccendati Yankees. 
Per questo ho preso un autobus e me ne sto andando al nord.
La notizia che mi ha messo di buon umore è che il mio amico di Punta Arenes Juan Arcos Srdanovic ė diventato governatore di Maggeglianes in pratica la Patagonia Chilena.
Sono proprio felice anche se Juan avrà sicuramente meno tempo per andare nel suo rifugio lungo la costa dove passammo una splendida giornata. 
Gli eventi della vita sono sempre sorprendenti nel male come questa notte è nel bene come questa mattina e che vita sarebbe altrimenti?

lunedì 5 marzo 2018

Santiago

Addio Santiago del Chile! 
Sono stati giorni intensi fra la tua accogliente gente, nelle tue vive strade, nelle tue confuse architetture, con i tuoi ordinati trasporti. 
Una cosa ancora mi hai confermato la decadenza del mondo in cui son nato con la sua gente paurosa del diverso, con le strade vuote di gente e piene di auto, con il silenzio o le grida a che nulla servono.
Addio Santiago con i tuoi 7 milioni di abitanti che fan impallidire le nostre piccole e tante città, addio alla tua semplice urbanistica fatta di quadrati che all'infinito vanno. 
Addio ai tuoi edifici che infiniti terremoti hanno sopportato senza dissolversi come i nostri.
Come vorrei che un po' del tuo spirito soffi su questa terra che pare ormai perdersi.

giovedì 1 marzo 2018

nunca mas

Mi perdonerete ma é un'ora che fatico a trattenere le emozioni!
Museo de la Memoria y los Derechos Humanos
11 settembre 1973
Sepolto nella memoria c'era tutto e questo museo me l'ha tirato fuori con la forza che solo la verità ha.
Sono felice che una nazione dedichi un museo alla sua storia anche avversa: per comprendere, per pacificare per gridare assieme
NUNCA MAS!!!

Allende

Che strana questa nazione: ieri sera parlando con la signora anziana che mi ospita le sue parole verso Salvador Allende sono state dure: "il Chile era come il Venezuela oggi" "La propaganda comunista ha convinto tutti gli occidentali". Non credo anche se comprendo è credo che la "sinistra" dovrebbe essere chiara ad esempio, verso Maduro. No in nome mio! Ma fa sempre comodo non schierarsi e così leggo che De Magistris si "ispira" a quel dittatore. Per forza poi un cretino qualunque può pensare di "governare".
Ma torniamo ad Allende. L'unica statua che sta' in piazza della Moneda ė la sua forse perché come tanti ci ha creduto davvero ed è riuscito a creare una speranza che poi assieme alla realtà, è la caratteristica che dovrebbe contraddistinguere la Politica.
Lascio le Parole di Salvador Allende e le paragono a quelle che girano oggi!