martedì 6 maggio 2014

androni

marciapiedi seppur puliti, scalcinati dal tempo e dai troppi passi di vite stremate che racchiudono. Marciapiedi che nulla fortunatamente li cambia come avviene nel nostro ricco mondo che allontana il passar della vita per un apparente nuovo fatto di una comodità che solo e forse nemmeno all'esteriorità guarda.
Marciapiedi sui quali lunghe case si allineano sembrando sempre uguali ma che tante piccole cose ti raccontano della diversità  Una crosta di intonaco cadente qui, una macchia di colore nuovo la, un numero ormai a penzoloni a fianco di un portone e un profumo di cavoli dalla finestra aperta al primo piano.
Marciapiedi dai quali o nei quali bene non si capisce, antri si dipartono per giungere a cortili nascosti alla prima vista come molte delle anime che conosciamo. Androni dipinti di improbabili colori scuri per confondere la povertà dell'ormai cadente intonaco e delle troppe mani e sederi che si son appoggiate li per trovar riparo o conforto o attimi d'estasi. Tubi un tempo gialli che sembrano riunirsi li per poi disperdersi nel cortile per andar la dove vite lentamente si consumano. 
Androni che si illuminano quando alla fine rispunti dietro la faccia che sta lungo il marciapiede e entri nella faccia che sta dentro il cortile.
Cortili dove povere erbe contornano come merletti muri che si alzano grevi attorno. Nemmeno un bambino che gioca solo qualche cassonetto ordinato nel posto e scalcagnato nella forma a riempire quel nulla fatto di mille cose.
Una ragazza esce da quell'androne guardando a terra il mosso pavimento ed esce veloce sul marciapiede che presto la porterà lontana. Androni di vite trascorse che di li son passate e che unici rimangono a testimoniarle con quel loro vissuto aspetto che noi poveri ricchi cerchiamo inutilmente in spazzi che ma saranno come quei androni ove è dolce fermarsi e vedere e sentire tutto questo fluire,

venerdì 2 maggio 2014

finestre

Finestre di case abbandonate da troppo tempo. Finestre vuote come quelle stanze di donne e uomini colpiti da insana furia che quasi a intervalli regolari colpisce questo altrimenti bello mondo.
Finestre che da qualche genio forse deriso da oligarchi troppo stupidi per il posto che ricoprono come quelli che svuotarono queste case, sono state riempite di gradi immagini dei bambini, delle donne e degli uomini che un tempo le animavano
Immagini che ti vien voglia di salutare, chiamare, prendere un caffè e che invece la furia nazista ti ha portato via con la loro storia, il loro mondo, la loro voglia di vivere uguale alla nostra. Immagini ma forse come non mai, persone vive.