mercoledì 28 febbraio 2018

Concepcion

Mi piace questa città. Ci sono strade per i soli mezzi pubblici, con poco si va in ogni dove, oltre che la direzione sulle scritte elettroniche dei bus c'è scritto "Buenos Días y Good morning". I mezzi locali interagiscono con Google Maps e sai dove vanno, dove si fermano e quanto impiegano. 
Vi prego assumete il direttore di qui alla Trentino Trasporti che naviga nel Neanderthal. 
Vi prego o almeno spedirtelo qui ad imparare previo esame di Inglese e Spagnolo.
E poi nel 1960 ci fu un terremoto di 8.3 , i nostri sono nulla considerando la scala logaritmica, con 125 morti su una città di più di un milione di abitanti. Oggi non se ne vede traccia anzi: grattacieli in ogni dove, strade larghe e tutto ciò che si impara ma che non si fa. 
E qui per finire gli spagnoli furono cacciati dai Mapuce e così decisero di non provarci più a conquistare le terre del sud. Solo l'economia ci riusci molto più lentamente. 
Biobío nome del fiume che di qui passa.
Ah dimenticavo qui fu firmata la prima costituzione chilena 1855.


La mia amica Dominique mi scrive: 

in quella città ci sono andata a vivere con la mia famiglia nel 1962, un po fuori in riva al Biobio, camino santa juana...c'erano allora solo due o tre case...il piu bel periodo della mia vita.

martedì 27 febbraio 2018

Concepcion

Si! Mi piace proprio questa città! É efficiente nei trasporti, c'è buona architettura ordinata, pacata ma forte per resistere ad ogni terremoto. C'è un buon arredo, il traffico non sembra convulso.
Poi c'è l'università! Elegante con ragazzi e ragazze che spuntano da ogni dove. Mille colori, mille aspetti, mille pensieri che segui camminando lentamente. 
Ci sono pololi che parlano vicino; poi ci sono quelli che ballano sotto il portico, poi quelli che provano e riprovano lo skateboard, poi quelli che suonano, quelli che dipingono quelli come me che guardano.
Si mi piace questa città! Con la sua piccola torre a testimonianza della capacità dell'uomo a resistere ai terremoti, c'è la piazza incavata nel suolo con l'acqua che la riempie in parte a testimonianza della capacità di controllo delle acque, ci sono tutti gli elementi del classicismo europeo, c'è Rossellino, c'è Palladio c'è Gropius, c'è Loss.
Quanto abbiamo perso con l'assenza della conoscenza lasciando a stregonetti la facoltà di decidere senza avere gli strumenti per farlo ma investiti solo da una apparente democrazia che lentamente e forse nemmeno tanto, ci porta all'oscurità. 
Per fortuna al di là del mare c'è una città che racconta come il migrare sia la forma più viva per sperare.


27/02/2018 22:13

Eccole li! Anche qui l'architettura social popolare ha colpito ancora. Mi angoscia avervi partecipato a suo tempo, ma quello era che ti "insegnavano" e quella sembrava la minestra più buona. Ma perché arrivare qui? Si d'accordo è la città che ha difeso più di tutte Salvador Allende, è la città che ha pagato per averlo fatto ma certo nessuno degli architetti che propugnavano queste soluzioni socialiste abita lì ora. 
C'è la casa a ballatoio che ci dicevano prendeva spunto dalle case a ringhiera, c'è il doppio corpo con la strada interna diventata tutto fuorché strada, c'è il dúplex che vuole " vedere" una casa di città per una di campagna. 
Mi consolo con il prima e con nemmeno tanto, il dopo e con quella uscita di emergenza per una scuola materna che sta al primo piano! I bimbi sono ansiosi per il prossimo terremoto.

27/02/2018 22:13

Carlos Matías si te interesa, deberías visitar o al menos conocer los proyectos sociales : 
unidad vecinal villa portales 

remodelación san borja 

domenica 25 febbraio 2018

acqua

Vi racconto una storia raccolta per strada. Sono sempre le migliori. 
Da queste parti ma anche da noi, si trovano delle piccole edicole lungo le strade. Pensavo fossero per ricordare qualcuno morto in un incidente stradale come si fa anche da noi. 
Invece non è proprio esattamente così. Il morto ce ma ha un significato ed in valore molto più collettivo della semplice memoria e questa che racconto è una di queste storie.
L'edicola in questione era circondata da una infinità di bottigliette tanto da sembrare un immondezzaio ma: ma non è così!
Una madre deve ritornare al villaggio lontano per assistere il vecchio padre. La strada è lunga e la donna tiene nella coperta appesa al collo il suo bambino da poco nato. 
La donna decide di fare un percorso più breve ma mai prima di allora, fatto. É estate! Fa caldo e le pendici nere del vulcano sono infuocate.
La donna perde la cognizione del luogo ed inizia a vagare senza più sapere bene dove dirigersi. Un giorno, due giorni: l'acqua finisce e la donna continua vagare cercando di raggiungere il bosco in basso.
Il terzo giorno arriva al verde ma di acqua non vi è traccia.
Si accascia esausta e li si addormenta passando dal sonno dolcemente alla morte.
Qualche giorno dopo un contadino passa di lì e trova il corpo della donna ed il suo bimbo avvolto nella coperta ancora attaccato al seno della madre e ancora vivo.
Oggi chi passa di li lascia una bottiglia piena di acqua.

sabato 24 febbraio 2018

fiume di lava

Ieri è stata una delle giornate più dure da quando cammino da queste parti.
Alle nove sono di fronte al guardia parco, pago la mia entrata e chiedo informazioni.
É aperto mi conferma sorridendo! Ci sono due punti in cui il sentiero si perde ma poi riprende; con il GPS ce la puoi fare. Ah questo anno sei il secondo che lo fa!
Ecco doveva essere questa ultima informazione a mettermi sulla allerta ed invece felice come solo uno sciocco sa essere mi sono avviato.
Le prime due ore scivolano via tranquille nel bosco prima e sulla cenere poi.
Ho persino il tempo di qualche foto. Poi improvviso il sentiero finisce a causa di una evidente frana alluvionale. GPS e via il terreno non è poi così accidentato. La frana finisce dopo un paio di km in un muro di lava. Cerco il sentiero ma nulla: capirò poi che questa è la vera interruzione. 
Mi arrampico su per questo fiume freddo di lava evidentemente scesa dopo la realizzazione del sentiero. Quattro km di inferno e non tanto per il paesaggio che certo lo evoca, ma per la difficoltà ad avanzare. 
Mi spiego: la lava forma in superficie dei sassi che sembrano stabili e sufficientemente grandi per sostenerti ma nella realtà sotto la superficie solida c'è cenere ed i sassi si sbriciolano con un nonnulla. 
Sarò caduto almeno cinque volte e ne porto i segni sulle mani e gambe. I bastoncini aiutano ma si infilano sotto e non vengono più su. 
La lava poi come ogni buon fiume fa delle anse dove le rocce si fanno a strati taglienti come coltelli. 
La faccio breve: sono uscito da questo inferno alle 14. Esausto ma di sentiero non c'era ancora traccia. Poi un palo giallo con la punta rossa: qualcuno li lo aveva messo!
Il paesaggio è sempre lunare, cenere nera ovunque e sembra di camminare sulla neve.
Il terreno è ripido e sto pensando di cercare un sentiero che mi riporti alla strada. 
Poi una monte rosso, splendido! Il nero si mescola con il rosso. 
Cammino con lo zaino pesante cerco di farmi coraggio ma so che la strada è ancora lunga.
Improvvisamente, vedo qualcosa di giallo che si muove. Sono due persone che stanno scendendo dal sentiero da dove volevo "fuggire".
Parole, dos horas por riva, mi dicono. Vado avanti. Alle 18 sono al passo circondato da cenere nera e piccoli nevai. 
Inizia la discesa ma non finisce la fatica. Qualche piccolo bastone dice che sono sulla strada giusta. Poi il bosco poi la strada. Sono le 19 ho camminato 10 ore di fila il mio GPS mi dice che ho fatto 21,4 km ma è nulla pensando a quei 4 km di lava. 
Poi il campeggio, una doccia calda, la cena ormai al buio e il sacco e i crampi che mi tormentano per qualche ora poi crash sino a stamani: pronto a ripartire! 
Il secondo di questo anno: rido!

mercoledì 21 febbraio 2018

Carmenere

La mia cena ma anche il mio pranzo. Il luogo è bello, ho un lago vicino dove ho appena fatto il bagno, c'è ancora un po' di sole e soprattutto c'è silenzio e non c'è connessione.
Fagioli, tonno, un po' di formaggio e soprattutto un Carmenere che scivola via e fa scivolar via ogni preoccupazione se mai ce ne fossero.
Ho fatto bucato, si intravede steso in fondo, era ora e nulla aggiungo. Sul gas ci sono due uova per domani (mai mangiate tante uova così). 
Insomma giornata normale, lenta che per magia ti riporta, più o meno, ad una normalità dimenticata o quasi. Ma è normale mangiare all'imbrunire con il sole che ti accompagna ed Carmenere ti rende leggero e di ogni cosa ti fa sentir Il sapore: il sapore della vita.
C'è un papà più in là che gioca con i suoi bambini, in campeggio, non so chi si diverte di più? Forse io!

martedì 20 febbraio 2018

Venezuela

Questa mattina mi sono fermato a fare colazione in un locale modesto. Nulla di particolare se non la gentilezza delle due donne impiegate qui. 
Poi, finito il desayuno (colazione), una delle donne mi ha chiesto da dove venissi ecc.
A Italia si messa a piangere ed ha incominciato a parlare. 
Sono madre e figlia sono venezuelane e sono fuggite dalla loro casa per la crisi di quel paese e soprattutto per la pericolosità che sta' nel viverci e dato che per pochi pesos ti ammazzano senza batter ciglio. 
Lei è professoressa la figlia medico pediatra e qui preparano uova fritte, caffè e patate. 
Si ritengono fortunate pure perché hanno trovato un lavoro e sono accettate anche se non ancora integrate.
Alle volte dimentichiamo le crisi in giro per il mondo e solo fatti violenti costringono l'informazione ad occuparsene per un po'. 
Ma queste due donne non sono un fatto violento? Dovute fuggire, perso tutto.
E Maduro è ancora lì! Ma certo non è Sadam! 
Che violenza mai ci vuole ancora? 
Il loro nome solo il nome: Marbellis, Yennifer!


Stanno piangendo, stanno gridando.

casola

Fino a ieri credevo che la Casola fosse un piatto milanese fatto con verze e maiale, puntine se non ricordo male, ma sono certo che gli amici milanesi mi aiuteranno; fino a ieri e probabilmente anche oggi Salvini penserà a quel piatto come espressione identitaria di non so bene cosa. Sino a ieri! Perché questa sera mi sono seduto in una bettola cilena ne più ne meno come quelle che ricordo a Lambrate, ed ho gustato una cacuela! 😀 É si! Ma direi che finalmente le verze non c'erano e le patate, il mais e la zucca, forse unico elemento dolce che richiama le verze, assieme ai fagiolini e non so che altro ancora era superbo. Superba era la carne, di manzo e che diamine, che tagliavi con coltello e forchetta, e gustavi meglio che qualsiasi povero "cerdo" come dicono qui. 
Bhe ditelo a Salvini che la contaminazione è una gran cosa è che no intendo "prima gli Italiani" forse perché prima ci sta la contaminazione....di cacuela naturalmente...

alemán/mapuche

Hola Fabio

Que sorpresa más linda 
La verdad que fue un placer haberte llevado
Pero lo relevante es justamente lo que tú indicas ........tú compañía 
Con mi familia quedamos fascinados de tu personalidad y de tus aventuras

Un abrazo grande te mandan todos y te esperamos en Valparaíso




Ieri ho fatto autostop per andare alle terme Geometricas (strano nome dato che il luogo nulla ha di tale). Dopo un po' mi ha preso a bordo Heinz tipico nome tedesco ma il cognome, che non dirò per ragioni evidenti, è un tipico cognome mapuche molto più impronunciabile del tedesco. Che mescolanze creative si incontrano prive di qualsiasi preclusione e/o esclusione come riaffiora ahimè dalle nostre parti.
Per farla breve oggi Heinz ha risposto, vedi sopra, ad una mia breve nota di ringraziamento. 
Mi piace questo modo d'essere di questi "meticci" alemán/mapuche o altro o altro ancora.

sabato 17 febbraio 2018

Curinanco

Questa sera sono arrivato qui! 
Ho cercato un po' e poi ho preso una cabaña, grande per la mía solitudine. Il proprietario è simpatico e credo che questo c'entri molto con la mia scelta.
Siamo andati assieme al negozio: ho comperato una bottiglia di vino, della carne ed uva. 
Di ritorno abbiamo parlato. Sorrido al pensiero che lui ha una madre che parla polacco mentre lei un padre che parla tedesco e per l'appunto nessuno conosce queste lingue ma solo lo spagnolo.
Mi sono infilato nella mia cabaña, ho cucinato pasta, bistecca guarnita da una salsa ottima che lui, Patrizio, mi ha portato.
La bottiglia di vino si fa sentire ed è bene direi.
La cosa più bella? Una poltroncina! Era una vita che non mi sedevo in poltrona! Ora scrivo dalla mia piccola poltrona che sembra un paradiso. 
Che poco ci vuole. 
Oggi arrivando qui guardavo questo mondo che mi dicono essere colonizzato da tedeschi. 
In effetti ho mangiato un krafen o berliner come li chiamano qui, ma direi scarso.
Per certi versi sembra di essere in Alemagna ma poi guardi bene e pensi che qui è più bello. Forse non sarà tutto perfetto come in Alemagna ma, ma direi migliore. 
Patrizio e la moglie sono l'esempio. Forse mi fermo un giorno in più. Forse no ma è tutto quieto.

venerdì 16 febbraio 2018

incammino

C'è un momento del mattino quando finito di smontare la tenda e preparato lo zaino, o quando lasciò la casa o l'ostello dove ho riposato, e mi incammino solitario per un sentiero o per una strada di un paese, in quel momento avverto l'allegrezza dell'andare. 
Solo per quel momento ogni fatica della giornata si perde in un nulla ed in nessun altro posto vorrei essere se non li in quel momento.

La foto non c'entra nulla ma il toro di Osorno mí ė piaciuto e dopo tanto tempo ieri ho visto i primi campi di grano. Sono a metà del Chile!

giovedì 15 febbraio 2018

pololear

In Chile è solo in Chile, c'è una parola direi molto carina che descrive una situazione, uno stato d'animo e di vita che nelle altre lingue non ha trovato una sua precisa e soprattutto significativa definizione.
La parola me l'hanno insegnata i numerosi ragazzi con i quali ho condiviso tratti di sentiero o di barcaza e sempre di vita, lungo questo mio girovagare.
La parola è: POLOLEAR! Con polola (lei) , pololo (lui) stanno pologliando (lo scrivo come si pronuncia in italiano e gli amici cileni mi perdoneranno) .
Avete capito? Uhm? Bhe in italiano dovrei tradurre con convivere: ma volete mettere POLOLEAR!!!
Volete confrontare convivente con polola? 
Non c'è paragone!!!
Propongo che in italiano la parola convivere sia modificata in pololare!!!! 
Dedico questo agli amici cileni che popolano meglio di essere "accasati' 
Ah la cosa simpatica me l'ha spiegata Daniela Ignacia Palavecinos Gonzalezcon il cui popolo abbiamo condiviso una notte di una barca più o meno ferma in un fiordo del sud.
Il significato è più o meno "moscone" dato che i pololi nella lingua degli abitanti originali della Patagonia erano un tipo di mosconi. 

martedì 13 febbraio 2018

cara ospitalità

Me ne sto andando da questa bella isola. C'è il sole seppure una maglia ci vuole sempre. 
Ieri poi sono stato in una casa posata su queste dolci colline con una vista mozzafiato sui fiordi attorno. Fortunatamente non è caldissimo altrimenti sarebbe stracolmo di turisti. 
La famiglia, se così si può definire una serie di persone tenute assieme da legami di sangue, sembrava a prima vista modesta ma quando si è trattato di prezzi ho capito che proprio non lo era: anzi! Ho pagato una zuppa di fagioli 500 pesos quando la sera prima per la stessa cifra avevo mangiato merluzzo alla piastra e patate. Anche la camera si è rivelata cara: la più cara. Così stamani ho deciso di andarmene e gentilmente ho tirato fuori la scusa di un amico che mi aveva telefonato e via. 
Credo che abbiano capito ma non mi importa in fondo questo modo di fare si paga. 
Il patriarca della famiglia mi ha accolto in cucina che poi piano piano, si è riempita di giovani, meno giovani e bambini che sedendosi al tavolo prendevano le verdure con le mani e le posavano nel piatto dopo ma anche durante il pasto della zuppa. 
Non c'era nulla da bere e vi assicuro che credo di aver fatto un salto di cent'anni indietro seppur in in buon clima e parlando e ridendo assieme. 
Dimenticavo cani e gatti attorno nonché un maiale fuori dalla porta. 
Esperienza interessante ma questa mattina il mio stomaco sta brontolando parecchio. 
Così ho deciso di salutare Cheloé e dirigermi verso il vulcano Osorno o Calbuco tanto quiero ogni monte o quasi sputa fuoco ad intervalli imprevedibili. 
Nord sempre più a nord.

lunedì 12 febbraio 2018

chiese in legno

Poi non vi tedio più con le chiese di legno di Cheloé ma devo farlo soprattutto per togliere quel leggero "veleno" nei confronti dei gesuiti e spartirlo con i francescani.
Perché se i gesuiti in fondo con semplicità esaltavano il loro credo i francescani certo lo facevano ancora più forte e senza mezze misure. 
A Castro, capoluogo di questa isola, i francescani posero profonde radici ed il risultato è tutto qui sotto.
Mi chiedo cosa mai sarebbe accaduto se avessero "vinto" la disputa con i gesuiti circa l'anima degli indios.
Comunque la loro forza , potenza e chi più ne ha metta, sta tutta qui.
Non ho parole per descrivere: guardate ed andate poi in qualche chiesa antica in Francia, Italia, Europa.

Chochoca

Da quello che ho capito la Chochoca è impasto di purè di patate 80% e fecola di farina di mais rosso 20% cotto alla brace su palo continuando ad ungere il tutto penso con strutto. Finita la cottura si taglia a strisce di 7/9 cm. e sì guarnisce con carne di maiale cotta sempre alle braci e tagliata finemente.
Non male. Certo che l'energia per fare il tutto dice molto di questa terra.

gesuita

Il gesuita che arrivò a Quinchao doveva essere un po' megalomane e d'altra parte tutti i gesuiti un po' li sono. Il luogo prometteva di sicuro bene: porto naturale all'interno di un fiordo, campagna collinare di terra grassa, prati, boschi e acqua limpida di sporgente.
Il gesuita, che chiamerò Ignazio in omaggio al fondatore, si disse convinto che li sarebbe sorta una grande città e così tirò su la chiesa più grande di Cheloé ma il paesino più o meno restò tale: trenta case più un po' altre sparse nella campagna. 
Alle volte i sogni non si avverano ma comunque producono sempre qualcosa di stupefacente. 
Guardate il sagrato: enorme campo dove pascolano tranquille pecore e guardate il dettaglio della fondazione: una pietra su cui poggia il palo di legno. La distanza dal suolo del tutto dice che qui non nevica molto e mi vengono in mente le chiese di legno di Maramures ma questa è un'altra storia.

encanta

Mi incanta si dice qui.
Certo che i Gesuiti erano proprio tosti. Oltre che sostenere contro i francescani, che gli indios avevano un anima e pertanto non potevano essere ammazzati come animali, allo stesso tempo, ad onor del vero qui più tardi, imponevano i loro modelli e poco importava se i terremoti erano forti, forti ma l'immagine della forza della chiesa doveva essere propugnata. 
Guardate la ripresa delle lunette lungo la navata, la volta distinta in tre che richiama per certi versi il gotico floreale inglese, la piccola cupola ottagonale in corrispondenza della cappella del santissimo, l'ambone, l'uso del colore. E l'esterno? Puro forte con i cinque archi del pronao e con l'accentuata dimensione del centrale a riprendete il Rossellino a Pienza. 
E poi le tre e poi la finestra a scandite la torre centrale.
Me encanta appunto come correggere giustamente Roberto Bortolotti...
Ah la cittadina si chiama Achao e domani andrò più sud per trovarne ancora...

domenica 11 febbraio 2018

Dalcaue

Armando questa mattina mi ha chiesto dove andassi. Alla mia risposta ha tirato su il naso e mi ha detto vai a Dalchaue! Ho ubbidito!
Ora sono nella chiesa di questa cittadina.
É incredibile come gli stessi elementi architettonici in pietra della vecchia Europa siano riprodotti con il legno. Metope, triglifi, archi, colonne rastremate, capitelli dorici ed infine una volta celeste come il cielo.
É per finire almejas....vongole crude preparate al volo con aglio olio limone e che so d'altro..

camminare

Camminare è esercizio faticoso ma da queste parti un po' di più.
Ma, ma da queste parti è esercizio gratificante perché ti conduce in luoghi che nessuna penna ne, men che meno, nessuna fotografia saprebbe descrivere.
Camminare lungo una spiaggia ove gli uccelli aspettano l'ultimo momento per farti spazio, dove il verde intenso della macchia si mescola con il bianco della spiaggia che devo dirvi venite e camminate. 
Più troverete una casina dove i pescatori a turno di alternano per lavorare o forse più giustamente, per riposarsi con la pace di questo lugar 
Per una volta il mare diventa come i monti anzi, di più!

sabato 10 febbraio 2018

Armando

Lui è Armando, ha 89 anni è nato a Punta Arenas ma poi si è trasferito per amore qui a Chepu sperduto lembo della isola di Cheloé.
Ieri il furgone che mi ha condotto qui, mi ha lasciato davanti a casa sua dove ha qualche bungalow come diciamo noi o cabana come dicono qui, ed un minuscolo campeggio.
La mia cabana nessun collega nemmeno il più trendy, l'avrebbe potuta progettare ma Armando asse dopo asse, colore dopo colore ci riuscito. Ci ho dormito splendidamente. 
La cosa che mi ha fatto "girare" è stato che nell'accogliermi, e saputo che eri italiano ha esclamato ridendo: "Berlusconi".
Ora non nego che il Berlusca sia un personaggio è per questa incapacità di comprenderlo, la vetero sinistra continui a lasciare ad altri il governo di questo paese, ma certo con tutti gli italiani illustri a disposizione Armando è stato colpito dal Berlusca un po' mi ha fatto "girare". Meditate vetero sinistri meditate!
Ora in questo sperduto posto c'è nelle guide made in US un lodge ecocompatibile e bla bla discorrendo. La cosa simpatica è che sta chiuso, fortuna altrimenti sapreste quanti Yankees ci sarebbero qui, per ferire. 
Il povero Armando come me, tutto questo bla bla proprio non lo comprende. 
Taglia la legna con cui si riscalda, fa case semplici e superbe, accoglie i pochi ospiti con simpatia e spegne le luci rimaste accede non per ragioni massime ma banalmente per risparmiare.
L'idea che mi frulla per la testa è che in fondo la vetero sinistra inseguendo "alti" valori sia in fondo come gli Yankees che credono nell'ecologia ma poi consumano senza risparmio alcuno. 
Però questa mattina Armando, al mio annuncio che mi sarei fermato un'altra notte ha sorriso e detto "bien estoy feliz'.
Ora vado in una spiaggia che mi han detto essere incantevole. Vi racconterò questa sera.

venerdì 9 febbraio 2018

comida

Sono andato a vedere il museo delle chiese di legno. Superbo! Il legno imita l'architettura in pietra, originale Europea, ma a mio modo di vedere, la supera per leggerezza, flessibilità e resistenze ai terremoti.
Uscito ho gironzolato, sono andato alla stazione degli autobus rurali e alle 16 dovrei prendere un collettivo che mi porterà in un luogo recondito in riva al mare dove gli uccelli e pinguini sono i veri padroni.
Ma la cosa che mi sta rendendo particolarmente felice è che mi sono infilato in un locale dove potrò mangiare e dove ho trovato una gentilezza unica e rara pur nella semplicità del tutto.
Il saluto, l'attenzione, il semplice sorriso che dimentichiamo spesso.

Va a finire che mi fermo qui. 😀
Pensate mi sono messo a giocare con una bimbina di quasi un anno che sorrideva e facendo nascondino. Magie che riempiono il cuore. 
Naturalmente pesce! Siamo al mare. Ve lo mostro. Cozze, granchio e. ...


PS: ho controllato il ristorante in questione non è sulle guide! Si chiama "La Picá del Chucao" così non ci sono turisti, a parte me, solo locali.
L'autobus per Chepu l'ho appena preso. Vedremo come va a finire ma sono l'unico turista e questo mi rende felice ma allo stesso mi preoccupa un po' per via del dormire o mangiare ma ho calcolato che con una camminata di 16 km dovrei riuscire a ritornare ad una strada.

montagne e mari

Sarà anche una nazione di montagne, vulcani, boschi infiniti e ghiacciai ma certo il Chile è altrettanto e forse di più nazione di mare.
Ho perso il conto di quante navi, traghetti e barche ho preso. 
Questo traghetto mi sta portando sull'isola di Chiloé. 
Ci sono chiese di legno che resistono ai paurosi terremoti che qui sono frequenti e con intensità decisamente alte. L'ultimo ha abbassato una vasta area di due metri.
Però ha ripreso a piovere dopo cinque minuti di sole.

giovedì 8 febbraio 2018

professori

Ieri poi al traghetto ci sono arrivato puntuale: anzi in anticipo grazie a un'auto e tre camion. 
Ho viaggiato sul cassone di uno di loro sotto la pioggia in un ambiente bellissimo. Con me c'erano due giovani professori di matematica e fisica che mi hanno fatto ritornare indietro di qualche anno ed andare a Ferrara da Maria Teresa Beccari
Arrivati all'imbarco con anticipo ci siamo asciugati, abbiamo fatto colazione e preparato un caffè caldo .
Poi l'imbarcadero si ė mano mano riempito.
La barca è arrivata puntuale ma subito ci sono stati problemi perché ha impiegato quasi mezz'ora ad attraccare.
Poi la notizia: la barca ha problemi e non si parte ne si sa quando.
Nella foto i due containers dove siamo stati per 5 ore mentre fuori diluviava al solito.
Poi verso le 20 ci hanno fatto salire a bordo ed almeno c'era più spazio ed un po' di più caldo.
Li siamo stati sino alle 00 quando finalmente ci siamo messi in moto.
Ora stiamo arrivando a Chaitén. 
Il mio collo è rotto perché dormire, parola decisamente troppo importante, seduto appoggiando la testa ad un basso sedile è decisamente scomodo. 
Non so cosa accadrà con la coincidenza per l'isola di Cheloe ma qualcosa accadrà. 
Ora provo a raddrizzare il collo!!!😀 La testa non c'è verso! 😀😀

mercoledì 7 febbraio 2018

Puerto Raul Marin

Ieri sera poi sono finito in piccolo campeggio pieno di più o meno giovani cileni. É stato molto piacevole. Abbiamo mangiato qualche panino assieme, abbiamo bevuto vino tinto e soprattutto abbiamo parlato. Prima di scuola, in Chile le classi sono di 45 alunni, meditate maestre italiane, poi di montagna, di turismo e quando la sera si è allungata con i due rimasti di politica e di conoscenze delle reciproche problematiche. Mi sono infilato nel sacco alle 12,30 dopo aver bevuto con loro vino caldo con arancia e cannella.
Non mi sono accorto della pioggia, ormai non ci faccio caso, ed ho dormito. Alle sette la pioggia ha smesso per un attimo e così, ho preparato lo zaino, tolto la tenda zuppa e mi sono incamminato per arrivare al bivio per Puerto Raul Marin da dove se ci arrivo, alle 14 parte la barca. 
Ecco una cosa che non comprendo del Chile: c'è un sacco di gente ma il trasporto pubblico non garantisce nulla per cui rimane l'autostop per aumentare le probabilità. 
Speriamo altrimenti salta tutto ma in fondo non me la prendo, scrivo in piedi sotto la pioggia: as usual.....

Caretera Austral

Ve la immaginate la Valsugana? Forse la conoscete bene! Ora raddoppiate la lunghezza da Trento a Bassano, aggiungetevi un pizzico di Val di Sole, abbassate la temperatura di almeno cinque gradi, sulle cime che si vedono dal fondo valle metteteci neve e qua e là qualche ghiacciaio piccolo piccolo ma più grande di quello della Marmolada. 
Ora togliete tutte le case, i paesi, le zone industriali ed al massimo vi lasciò un paesino diciamo Fracena dato che Ivano è già troppo grande. Aggiungetevi molto, molto bosco, qualche campo verde dove pascolano non tante mucche, e qualche casina piccola, piccola alta un piano e fatta di legno protetto con metallo , circondate la casina da una recinzione ed aggiungete più in là un altra casina tutta di legno per gli attrezzi e qualcosa d'altro.
Tenete il Brenta o la Brenta come dicono lassù, ma non come quella in Trentino ma quella del Vicentino senza argini, che va di qua e di là però direi dovreste raddoppiare la portata e rendere l'acqua trasparente e di colore verde.
Sole rende tutto più grazioso ma provate a metterci una pioggerella e tanto grigio sulle cime. 
Bene se siete riusciti ad vedere tutto questo benvenuti in Chile od almeno in questa zona del Chile lungo la Caretera Austral che fra non molto sarà sbarrata perché una montagna è scesa a Valle stanca di stare lassù al freddo e da sola.

martedì 6 febbraio 2018

Patagonia

Fossi pittore inseguirei i colori delle acque di Patagonia. 
Chiare, nere, azzurre, verdi ed ancora più.
Fossi musico inseguirei i suoni dei ghiacciai di Patagonia, forti, improvvisi dolci.
Fossi scultore inseguirei le foreste di Patagonia infinitamente contorte da poche cose semplici.
Fossi scrittore inseguirei la gente di Patagonia; rustica come solo un cuore grande sa creare.
Fossi poeta canterei il suono del vento che tutto accompagna e lenisce portando via ricordi tristi ed insinuando speranze che dal vento ancora saranno portate via la dove si ricreano alla fine del mundo.
Fossi, fossi, fossi....ma si forse lo sono freddo, selvaggio, infinito, ventoso, duro al primo tocco ma infinitivamente dolce nel cuore come questa Patagonia.

Terra sinonimo di vita. Dedico questo agli amici di Patagonia o meglio di Maggeglianes! Juan Arcos SrdanovicEsteban DiazAngela DanielaDanilo Beth ReyPaola RigodanzaHector Stefani e tanti altri che sono nel mio cuore.

lunedì 5 febbraio 2018

naturalezza

La Caretera Austral è interrotta. Una frana provocata da un ghiacciaio ha portato via è sommerso non so bene quanti metri di strada ma sicuramente quasi un km.
La strada sarà chiusa per almeno sei mesi ed immaginate è come chiudere la Napoli Reggio per sei mesi.
Alternative? Un traghetto che però è stracolmo spero solo di trovare un buco per me ma se fossi in auto ci vorrebbero giorni e giorni.
Come cambiano i programmi ed i ritmi quando la natura è più forte. 
Manderei qualche populista a far campagna contro la naturalezza...

domenica 4 febbraio 2018

Patagonia

Dopo il passo improvvisamente, il paesaggio cambia. Ecco i primi campi, i primi rotoli di fieno, gli alberi radi, le cime innevate lontane all'orizzonte. La strada da cemento si fa in asfalto e questo dice tutto. 
La Patagonia, quella che amo per l'essere aspra e forte è rimasta laggiù a sud.
Anche questa è Patagonia ma, ma sembra di essere a casa o poco più su.
Ciao Patagonia mia terra, anima di tutte le terre. Ritornerò!

coppie

Ci sono diversi tipi di coppie: ora proverò a dire qualcosa sul come camminano sui monti:

1) lui sta avanti di molti metri e lei arranca paziente;

2) lui sta avanti ma solo di qualche metro e si gira in continuazione per vedere se lei lo segue;

3) poi c'è lei avanti di diversi metri senza zaino leggera come una farfalla e lui lontano arranca con tutto il peso;

4) infine c'è lei che fa il ritmo e non si allontana troppo porta la sua parte ma in fondo segna il ritmo.

Fortunatamente i sentieri di montagna non sono larghi a tal punto di avanzare all'unisono e così cavolate varie del tutto teoriche, sono più normalmente sostituite dalla realtà di ogni giorno, coppia, vita.

Scrivo questo mentre mi gusto un cordero (agnello) superbo con patate una cerveza e il ritorno alla civiltà o almeno quella che così definiamo per via di alcune comodità di cui in fondo si potrebbe farne a meno, a parte il cordero.

Ah la coppia che mi piace di più è quella lei sta avanti di un po' solo per dare il ritmo.

sabato 3 febbraio 2018

fatica

Sto guardando il piccolo spazio da dove ho tolto la tenda, guardo lo zaino che attende le ultime cose per poi pesare sulle mie spalle, guardo più in là altre tende poste sotto immensi alberi fra cui li sole prova a scendere illuminando qua e là piccole radure ove i ragazzi corrono a scaldarsi dalla fredda notte, guardo il mio piatto con pane formaggio ed un prezioso uovo sodo, guardo la bottiglia d'acqua che mi aspetta fredda.
Penso alla giornata di ieri, ai numerosi guadi di torrenti a piedi nudi e gambe scoperte, ai "tavani" che infiniti ti ronzavano attorno alla testa e che per una volta avresti voluto aver la coda come le mucche che placide seguivano il tuo avanzare, penso alla salita erta prima nel bosco poi fuori fra rocce rotte ed infine nella neve, penso a quella gioia arrivato in cima, che ti senti dentro come emozione per la fortuna d'essere qui e la volontà che ci hai messo ad essere qui.
Penso alla infinita discesa in cui il sedere più volte ha baciato la terra come gesto di affetto fortunatamente.
Penso alla stanchezza degli ultimi metri alla cena di fagioli e tonno e finalmente al sacco piuma. 
Penso alle dodici ore di dormita al risveglio: le nove? Che tardi al sorriso a pensare che non l'ufficio ma altra fatica mi attende.
Sento il mio corpo che giorno per giorno si fa sempre più asciutto e forte, sento il mio cuore che pulsa lento come è questo tratto di vita despachito dedpachito.
Penso a domani, al prossimo anno, agli anni che verranno e mi auguro siano poveri, faticosi, umidi come sono state queste settimane e giorni.
Penso che la fatica è la cosa che più manca a questo nostro tempo.

venerdì 2 febbraio 2018

Cerro Castillo

Cerro Castillo! Domani si va all'attacco! Due tre giorni mi hanno detto ma domenica qui c'è festa ed asado per tutti per cui vedrò di sbrigarmi. A domenica!

giovedì 1 febbraio 2018

nowhere

Ho interrotto l'ultimo post velocemente perché un'auto si fermò e mi fece salire.
Al solito dopo la prima diffidenza Patrizio si rilasso e grazie anche al figlio diciassette molto curioso l'atmosfera si fece decisamente amichevole e la conversazione interessante. 
Patrizio è un tecnico che si occupa di strade, asfalto, cemento e così da quasi colleghi è stato facile comunicare. Ora so molto sulla tecnica usata da queste parti e non è mai male imparare. Ignazio foglio di Patrizio, in vacanza assieme al padre e direi che per un diciassette è già un miracolo o forse sono stato io che come padre ero un disastro, Ignazio vuole fare il veterinario ed ama i cavalli che qui sono come degli amici fidati su cui puoi contare quando la tecnologia fa crash o proprio non c'è.
Quello però che volevo raccontarvi sono i duecento km di strada sterrata, su e giù, in mezzo alla natura senza nessuna cittadina (4 case) nel mezzo. 
Pensate è come andare da Rovereto a Bologna per strada sterrata senza incontrare una casa o qualche parvenza di comunità.
Ad onor del vero qualche casupola c'è e la domanda che ti sorge spontanea è "come fanno a vivere qui..." In the middle of nowhere.
I luoghi sono affascinanti, monti con ghiacciai, fiumi sinuosi ed enormi, lagune, acquitrini e foreste sui lati a nord e rocce su quelli a sud. 
Però arrivato e sistemato in un ostello grazie sempre a Patrizio, dopo cena sono uscito ed ho compreso immediatamente che quei 200 km hanno cambiato il clima. Ora il vento è quieto, l'aria tiepida e qualche tavolo sta fuori . Questa è in altra Patagonia....