giovedì 26 dicembre 2013

potere

solo il potere di amare
di amare lei e solo lei
piccolo immenso potere
che solo lei sa alimentare
e ogni cosa fa comprende
a cui inutile è opporvisi
che altro potere serve?
nullalto solo quello di amare!

sabato 14 dicembre 2013

freddo

tre giorni, tre giorni, tre notti
dove il caldo sempre ti ha cinto
improvviso il freddo è sceso
e solo rannicchiarti  puoi
cingendo il lume del tuo calore
che mai si e allontanato tanto
come il corpo ha preferito fare
lasciami proteggere quel calore


venerdì 6 dicembre 2013

142 giorni

Ieri in una giornata piena di pioggia e vento teso da nord est mentre il deserto si colorava di nuovo e diventava ancor più magico con le nuvole nere all'orizzonte con la mia scassata macchina dello sceicco me ne sono andato per l'ennesima volta solitario ad Azraq. Era ormai pomeriggio inoltrato e avevo deciso di lasciar tutto il tempo al lavoro per finire. La vigilanza mi ha aperto il grande cancello di ferro e al solito ha alzato la mano per salutare. Poi ho incominciato a camminare per l'edificio, Guardavo, trovavo difetti, imperfezioni, cose che potevano fare meglio ma che anch'io potevo fare meglio. Ibrahim mi è venuto a salutare ma ha capito subito e si è giustamente allontanato. Mi chiedevo se tutto era pronto nonostante qualche maniglia rotta, qualche battiscopa ancora da posare, qualche angolo di soffitto da chiudere. Si era finito! La mia mente ed il mio cuore hanno risposto alla mia mente! Ho preso il telefono ed ho chiamato il mite Jack: " Ok Jack! make the invoice!..You have finished I call Shadi and we sign the documents..see you..."
68 giorni! Sono 68 giorni che abbiamo iniziato a costruire questo ospedale ed ora abbiamo finito. 2000 mq di ambulatori, reparti, sale operatorie. La prima missione fu fatta fra il 14 ed 16 luglio poi fu tutta una corsa. Sono passati esattamente 142 gg. da quel primo giorno Serve sempre di più a preparare che a fare: le carte ormai sono essenza ed il costruire appendice.
142 giorni alle volte difficili alle volte esaltanti alle volte frenetici, alle volte tristi per inutili opposizioni, alle volte persino noiosi. Realizzare un progetto è alle volte come una vita dentro una vita. Si parte senza sapere esattamente dove si arriverà e come ci si arriverà, poi lo studio, la preparazione, i tentativi, le ipotesi. Poi gli scontri, il cedere, l'affermarsi. E poi ancora trovare il partner capirlo, aiutarlo, correre assieme, litigare, ridere assieme e poi IERI....
Una vita riassunta in 142 giorni. Che bel mestiere è questo!
Volevo ringraziare un po' di persone quando prima ho iniziato a scrivere ma in fondo non serve come al solito chi ha camminato accanto lo sa ed altro non serve.
Un altro progetto, un altro cantiere, un altro mondo, un'altra vita dentro una vita vuota di lei.










domenica 24 novembre 2013

monte Nebo



L'altro giorno o poco importa quando, camminavo solitario lungo una stradina polverosa che correva alta su un infinito precipizio. La terra era secca di color oro e dava calore anche se l'aria era fresca. Molto rade macchie di verde fermavano l'occhio per esaltare ancor più quel infinito oro. Il monte si chiama Nebo ma in fondo credo che il nome poco importa per gli infiniti monti Nebo che troviamo in ogni parte del mondo e su cui ci arrampichiamo ogni giorno.
Non era tersa la giornata e dal Monte lo sguardo si fermava poco al di la di Gerico senza potersi spingere sino a Gerusalemme ed ancor oltre verso il mare come è nelle giornate limpide o almeno così dicono.
Mosè da lassù vide la terra promessa anzi il deuteronomio dice: "...e il Signore gli fece vedere tutto il paese..." Saggio libro in cui la capacità di vedere oltre l'infinito non è solo opera della umana capacità di guardare le cose ma attiene anche ad altra capacita che credo sia quella di veder oltre o dentro le cose.
Quando arrivai a Concordia qualche mese fa, in una pianura per me sconosciuta e forse troppo magicamente piatta scopri che anche qui c'era un monte Nebo. Non era l'argine possente del fiume, non erano gli edifici ormai pericolanti per un sussulto della terra era come giusto che sia, un uomo possente nel fisico ma quel che più vale nella mente. I credenti forse mi inviterebbero ad aggiungere nell'anima ma ancora non ho trovato monte che spinga lo sguardo così lontano, Non me ne vogliate ma quest'uomo riusci a farmi vedere come fossi sul monte Nebo al di la dell'orizzonte e così immaginai..... "Gerico città delle palme"....
Poi la storia sapete come è andata, le palme forse non sono così lussureggianti e certo non è il caso che lo siano, ma quel che mi pare vero nella vita è trovar sulla nostra strada dei monti Nebo su cui salire per poter vedere altre le nostre povertà, le nostre mancanze e per consentire a questa nostro vivere comune di avanzare seppur lentamente nella comprensione e nella conoscenza.

Grazie Franco.




venerdì 22 novembre 2013

l'eletricista

Ormai stava diventando freddo e quel mattino a Lavis eravamo tutti un po' intirizziti, assonati e forse quel che più conta eccitati dalla partenza per una meta sconosciuta con molte domande a cui solo i giorni successivi avrebbero dato risposta.
Lui mi viene incontro e mi chiede nel suo dialetto stretto che vale l'inglese; "set quel de l'ITEA? perchè mi som Marco" allungandomi senza curarsi di nulla una mano piena di macchie bianche che fortunatamente riconosco essere psoriasi.
Mi chiedo cosa sia questa Protezione Civile Trentina? Un po' di alpini ormai pensionati che stanno larghi nelle giacche con catarifrangenti, qualche Vigile del fuoco un po' più professionale nella divisa ma che solo nell'età più giovanile si discosta dagli alpini, qualche giovane ragazzotto mandato dalla solidarietà, i soliti tre quattro operai di Lavis, qualche funzionario, pochi altri e lui Marco che conosce tutti, parla con tutti, sorride con tutti e fa finta di saper tutto non tanto perchè ne sia convinto ma solo per dare sicurezza a molte domande che non hanno risposta.
Quel giorno partimmo e andò bene! Come sempre quando c'è Marco! Quel giorno partimmo e non c'era nemmeno un dirigente che ci accompagnava come sempre, ma Marco c'era come sempre. Si perché questa è la protezione civile trentina: Marco e poi Marco e poi Marco più quelli che aiutano Marco ad essere Marco.
Quattro mesi fa qualcuno mi telefonò al solito preoccupato perché "no se pol lasar en l'etricista a far su na ciesa?" Ridevo pensando a quanto strana è questa nostra ufficiale protezione civile che non si fida dei suoi uomini per via dei titoli, pensavo a che cavolo di macchina abbiamo messo insieme se poi per l'appunto l'è proprio en l'etricista che è capace di fare una chiesa, di fare una scuola a Paganica, di fare un tetto in kossovo, di svuotare un lago e mi fermo per salvar l'ufficiale protezione civile.
Marco è un uomo che vive, ama, fa le cose con passione e come deve essere, misura le cose con un metro tanto semplice quanto vero: la realtà! Di un elettricista naturalmente che però mai ha fili scoperti.
Poi lo mandano in pensione. La legge dicono! ma l'art. 1 della costituzione non dice altro? Ops si ma però e i legulei ripartono con ragioni che il cuore, la mente, la forza di Marco mai ascolteranno. ...l'è n'eletricista....cosa volete mai...


lunedì 11 novembre 2013

Assad


Lui è Assad: è siriano e non è famoso. Fa un lavoro umile e faticoso ma vecchio come l'uomo. Costruisce con la sua mente con le sue mani qualcosa che rimane ad altri per vivere, guarire, stare assieme.
E' asciutto nel fisico come altro non può essere chi mangia non molto e fatica forte sotto il sole. 
Guardatelo mentre felice cammina lungo una centina appena finita. Felicità di una cosa ben fatta null'altro.
Gli altri poveri operai egiziani che implorano ogni giorno di venire in Italia, lo seguono, lo aiutano senza che vi siano parole inutili. Lui da sicurezza a loro, li aiuta con l'esempio, li protegge mai chiede qualcosa per se stesso.
Dal primo giorno che l'ho visto lavorare silenzioso mi ha colpito e l'ho seguito. Ho guardato come faceva a mettere a livello infiniti pilasti. Ho controllato, ho fatto su con il pollice non uno era sbagliato e lui mi ha sorriso finalmente. Poi sono arrivate anche le parole, Poche ma di infinito valore. Ci sediamo su quel muro e forse cerchiamo di intuire uno il mondo dell'altro. Forse ci siamo capiti ed il mattino in cantiere ci salutiamo con la mano sul cuore e con uno sguardo. Quanto poco sensato è questo mondo che nasconde uomini come Assad in luoghi sperduti e lascia cialtroni a far finta di governare. 



venerdì 8 novembre 2013

diversità

La velata luce prende il posto lentamente alla notte. E' silenzio in questa casa estranea che piano piano sta diventando mia. Riconosco l'armadio nella penombra e so quanti cassetti ed ante ci sono. La mia mente vede anche il lenzuolo gioiosamente colorato che se ne va via vuoto dall'altra parte.
Finalmente la mia pancia si è chetata e penso al caffè caldo che mi riporterà per un attimo ai miei sapori di sempre, alle mie nostalgie, al mio cuore non cheto.
Non dirò nulla della tua rabbia, della tua delusione, del tuo sentirti disarmata, del tuo essere all'apparenza poca cosa in un mare di cialtroni.
Non dirò nulla perché quella è la condizione di chi con la mente, il cuore lavora. E' la condizione dei "diversi" che ancora fortunatamente tengono in piedi questo paese ove solo il conformarsi è stato eletto ad essenza di potere che poi altro non è nella maggior parte dei casi che finzione. Ci sei vissuta sino ad oggi con questo e ci vivrai devi solo "imparare" ad credere di più di essere come sei più forte, più intelligente e permettimelo più bella che capisco per una donna possa diventare una maledetta diversità in più da vincere.
Vedi quando ero un bambinetto ed iniziavo la scuola in un giallo ed austero edificio asburgico poco lontano da casa, una maestra, la mia prima maestra, mi allontanò dalla classe e mi mise in quella che allora veniva chiamata "differenziale". Beati i tempi della sincerità! Mia madre quasi ci morì sapendo di avere un figlio non normale. Ma da quel giorno nel male ed invecchiando molto più nel bene mi sono sentito differente. E' faticoso esserlo alle volte. I poveri di mente ti odiano non restando loro altra arma i normali ti temono perchè non ti possono prevedere, quelli che stanno "in alto" non ti credono perchè incapaci di controllarti. Io alle volte mi fermo per strada, guardo quello che accade e sorrido a me stesso ringraziando di essere "diverso". Poi continuo a camminare e so che è utile che lo faccia per me e per gli altri. Continua!

venerdì 1 novembre 2013

avvolgere

improvvisa e forte scende la pioggia sulla terra arsa
tutto subito avvolge e domina  e cambia
quel che pareva immobile in attimo muta
star li immerso a viver tutto questo
ricordando della vita la stessa cosa
e desiderando ancor altra pioggia
avvolgere per un attimo ancora questo vivere

venerdì 4 ottobre 2013

4 attobre

terra arsa e di infinito nulla riempita

martedì 1 ottobre 2013

deserto

se ne stava li in ginocchio sul suo piccolo tappeto
la schiena curva verso il sorgere del sole
il silenzio attorno e l'infinito davanti
ove lasciare la sua preghiera che il deserto
del mondo riempiva e quello vero accoglieva

venerdì 27 settembre 2013

letto lontano

nel letto lontano corrono i pensieri vicini
lo stomaco si accartoccia alle solite paure
allontanarsi dalla vita che alla morte ti porta
fermarsi, girarsi, chiedere perdono non basta
la solitudine di mille imprese non basterà
a quella piccola cosa che è la vita

domenica 8 settembre 2013

Gerard

Dear Fabio,

Wishing you a very happy birthday, but please don't enjoy it too much as we want you to return to sunny Azraq for the serious business of constructing the hospital.
Let me know you plans and we will see if we can get you into the hotel as a Red Cross consultant/advisor.

Best regards and enjoy your day



sabato 7 settembre 2013

a Chiara e Carlo

E' da poco passato mezzogiorno, ormai la cima di una qualsiasi montagna qui attorno ci appartiene. E' da dopo il solito caffè domenicale che camminiamo, ci inerpichiamo sudando fuori le tensioni della settimana trascorsa. Si parla delle solite cose: Danilo, basta provocarlo un po', si accalora per un qualche avvenimento della politica e ci trascina in discussioni che mai fortunatamente avranno fine! Ci sediamo, "tirem el fia", ed ognuno da quel luogo alto, va con i suoi pensieri come gli occhi corrono lungo gli infiniti e diversi orizzonti che si stanno attorno. Carlo puntuale come sempre, ecco l'unica cosa che ai miei occhi lo fa assomigliare al ragioniere che non è, tira fuori il telefonino e: "ciao Chiara come va?.....". Sorrido dentro di me ogni volta, penso che in quel ciao da quel luogo ci stia un'essenza dell'amore.

E' una giornata autunnale con una pioggia leggera ma fastidiosa. Non è freddo ma tutto è grigio come i miei occhi vedono qualche volta la vita. Alla stazione delle corriere fra le solite facce note, un raggio di luce nuovo è apparso da qualche giorno. La mia timidezza al solito deve trovare qualcosa per esser vinta ed un ombrello che non c'è basta allo scopo. Ci sediamo accanto sulla prima poltrona dell'autobus: Lei è bella e le sue dita non portano anelli. Il mio cuore da "snaza grumbiai" come dice Carlo, batte. A Sant'Ilario Marta e Filippo sono scesi in campo e ridiamo alle coincidenze della vita. Hai ragione Chiara! Non è un anello, un contratto che unisce ma l'essere consapevoli che fra mille, ogni giorno, sei proprio tu e solo tu che hai scelto e sei stata scelta.

Poi quando il tempo della prostata viene, ci si guarda e se un tempo forse non così tanto lontano, dopo esservi annusati un po', vi sarete chiesti "Chiara sei contenta di essere felice con Carlo? E Carlo sei contento di essere felice con Chiara?" lasciando però alla vita che sola certifica l'essere, la risposta. Ora al fine è giunto il tempo dei "certificati", della responsabilità, dell'impegno, della dedizione, della ricchezza e della povertà, della salute e della malattia. Ora tutto questo è compiuto. L'anello che cinge le vostre dita so che vi lascerà liberi perché è solo questa la condizione dell'amore.

Rovereto 7 settembre 2013

domenica 1 settembre 2013

regia

seppur un abile registra decidesse di narrar la commedia della vita
mai riuscirebbe con la fantasia a superare la realtà degli avvenimenti
di una vita così come nel vero avviene e mai in vero riuscirebbe
a narrar il finto distacco che gli avvenimenti al contrario negano
un di avrà fine questa recita lo so e sperar non sia l'oblio del nulla
a lasciar amarezza sulle labbra di chi a quell'oblio sopravviverà 

venerdì 30 agosto 2013

accoglienza

un po di accoglienza chiedo
non di fanfare o autorità
solo un po di accoglienza
fatta di un sguardo felice
fatta di una lieve carezza
fatta di un sedersi accanto
di parole piene di intesa
solo un po di accoglienza
una casa non basta
il ricordo nemmeno
accoglienza per quel che sei
ed anche un deserto fiorisce
un po di accoglienza chiedo

martedì 27 agosto 2013

diversità

strideva quel giovane atleta con la maglietta con scritto Siria
stridevano quelle possenti ragazze di poco vestite
stridevano le loro racchette chiuse in eleganti sacche
strideva quelle ricche mamme in amorevole attesa della prova
ma in fondo è bene che sia così
troppe diversità sono impossibili
da accettare ma forse di più da vivere

domenica 18 agosto 2013

compassione

compassione di quanta ne abbiamo bisogno
per lenire nostre infinite certezza che solo passione portano
passione, dolore che mai leniscono per non essere diverse
con qualcuno che con noi soffre infinite volte
compassione cerchiamo compassione vorremo
compassione saremmo capaci di vivere
forse se le nostre apparenti forze finalmente
saranno vinte e compassionevolmente vivremo 

sabato 10 agosto 2013

piccola cosa

basta poco quasi nulla, e nella nostra vita si ferma tutta la nostra passione
un gesto, una carezza, uno sfiorar di capelli, uno sguardo seppur nulla
stanno li a riempirci di qualcosa a cui mai potremo rinunciare e mai ne saremo capaci
che centrano mai le convenienze sociali, le opportunità materiali, le aspirazioni formali
l'amore è altro e mai si potrà confrontare a queste in fondo piccole seppur importanti cose
l'amore è quel gesto, quella carezza, quello sfiorar di capelli, quello sguardo
che ascolti infinite volte nel cuore e che mai vuoi abbandonare
perché in quell'istante, l'altra, l'altro son diventati te per quella piccola cosa
che per sempre ti appartenerà e sconvolgerà la vita come l'amore sa fare


domenica 4 agosto 2013

specchi

sereno cielo azzurro che sol dallo specchiarsi veder si può

giovedì 18 luglio 2013

fagotto

la ragazza usciva su insicure gambe coperte dalla lunga tunica
il volto pallido con una contrazione quasi di dolore
le mani aiutavano l'equilibrio che con un passo ancora
al nulla più poteva sorreggersi.
una giovane donna l'accompagnava fuori da quella porta
in braccio teneva una coperta colorata che strideva al caldo del deserto
e finalmente il giovane possente maschio arrivò a prendere la borsa delle poche cose
non un sorriso, non un braccio, non uno sguardo, non un bacio, nulla
quel fagotto usciva alla vita nuova in un mare di tende
quella giovane donna aveva donato il suo amore a una terra lontana
quel maschio possente fremeva per tornar dai sui compagni per non esser codardo
e unico affetto aveva donato a quel figlio l'essere per qualche giorno tornato
per poi speriamo di no, tornar a morire


sabato 13 luglio 2013

alba

venerdì 12 luglio 2013

viaggio

si parte ancora all'alba di un domani qualunque
soliti dubbi, solite incertezze, soliti problemi
non si sa dove si arriverà, se si arriverà

sabato 22 giugno 2013

fazzoletto candido

donna ormai minuta come fuscello
zuavi pantaloni e fazzoletto candido
bellezza di una vita di impegno
sfiorar con esili mani quel grande figlio
che un tempo cullo fra quelle braccia
che ora non possono circondar il suo amore
che forte conduce nuova linfa a questa da lontane terre
per un attimo si china sulla fragile madre
che con le braccia riesce al fine tirar a se quel volto tanto amato
e posar lieve un bacio che vale una vita

venerdì 21 giugno 2013

educazione


Ieri, dopo un paura grande quasi quanto la voglia di passare per quel vaio aereo, mi sono seduto sotto sasso assieme ad un uomo e al suo piccolo figlio per ripararci dalla fitta pioggia.
Li avevo incontrati un po prima nel bosco intenti a costruire un chiosco di tronchi e frasche la dove il sentiero incontrava un vispo torrente. Dall'altra parte del passo qualche ora prima c'era un uomo con la sua figlia che ormai aveva finito quasi l'opera per i prossimi turisti che a piedi cercavano pagando quelle emozioni che la sicura vita della ricchezza non può dare.
Guardavo quegli uomini e il loro modo di insegnare ai figli quello che anche loro avevano imparato. Cose pratiche: il nome di quell'albero, come incidere il legno, l'attenzione al tempo e chissà quante cose ancora ma forse ritenute superflue in questa nostra ricca società ove l'educazione l'abbiamo tutta delegata a specialisti che daranno molto ma certo mai quell'intesa che ho visto e che ahimè anche a me è mancata. 
Educare richiede esperienza e conoscenza e qualche specialista la potrà certo dare ma richiede vicinanza che solo un un padre può dare. 
Pensavo se alla lunga questa educazione standard fatta di inglese, economia, metodi relazionali saprà superare quella che ho visto. Non so! Ma interrogarsi vale la pena.

domenica 16 giugno 2013

soliti posti

salito posto in culo al mondo dove però i bambini corrono tra i tavoli e le mamme giovani ma ormai vecchie sembrano aver vissuto infinite vite e per questo non se ne curano. Solito posto in culo al mondo dove i ragazzi fan finta di non curarsi delle ragazze che sempre parlano fitto fra di loro. Solito posto in culo al mondo e dove la storia spirò forte lasciando oggi a chi in culo al mondo non sembra essere un mondo di nulla fatto. Amo questi posti in culo al mondo ove nulla di importante si decide se non l'essere uomini o donne senza aiuti di potere del denaro che mai ci servirà a giocare coi vermi. Si in culo al mondo voglio stare e sempre cerco di essere.

venerdì 14 giugno 2013

orizzonte infinito

silenzi di parole non dette
bassi sguardi di ampi orizzonti 
continuare a camminare per l'infinito


giovedì 13 giugno 2013

strada

punti in luoghi fermi lungo la strada
ricordi per ciascuno di quei luoghi
linee che ricamano ogni punto
e così riandando per quella strada
è come andar per la propria vita
guardando per ogni punto un sorriso
una gioia, un dolore o un pianto
un volto

mercoledì 5 giugno 2013

"The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes, but in having new eyes"
Marcel Proust

martedì 4 giugno 2013

muri

come muri che al tempo lentamente perdono pezzi
come intonaci che l'acqua lenta accarezza e porta via
come edera che forte par avvinghiare tutto ma presto
vien portata via
così noi siamo. fortuna o altro chissà
ma un muro vedo ergersi allo avverso fluire del vivere

martedì 28 maggio 2013

paura

ho girato l'angolo
ho fatto finta di nulla
ho negato il mio
ho avuto paura di quel che vivo
sempre.....
poi ho camminato
.........a lungo
come sempre
a lungo inutilmente

domenica 12 maggio 2013

tristezza

sottile tristezza che ti accompagna
ti riempie le serate e i momenti belli
c'era un tempo che la temevi
e presto ti agitavi in altre sfide
ora par essere come un amore
che ti ha al fin vinto e prende il meglio
cammino per sentieri e la sento vicina
parlo del fare e mi indica una panca su cui sedere
immagino il domani e mi riempie di ieri
dolce tristezza null'altro vorrei


domenica 21 aprile 2013

vanga

ho appoggiato la vanga li dietro la porta che conduce su a casa
il pollice ha accarezzato il palmo della mano e ha lenito i poveri calli di mani abituate a far altro
i miei pensieri hanno accarezzato il povero cuore abituato a seguir altro
l'odore della terra appena mossa soave rompeva il fango che tutto in basso copriva
è dolce sentire il fango che ti appesantisce la corsa e ti inebria con il suo profumo
ripasso con il pollice il palmo della mano sento il cuore fermarsi per l'emozione
vorrei uscire e camminare lasciando come prima che la pioggia mi scenda sul viso confondendo
la tristezza ed il sommesso pianto
quando la sera si avvicina e la pioggia tutto copre
confondendo il nostro sussurrare



giovedì 18 aprile 2013

piccole luci

piccole luci accompagnano l'incedere
nella flebile luce dell'alba
come stelle in cielo scese a terra
lievi spilli che pungono il cuore
nel cammino silenzioso del tramonto

domenica 31 marzo 2013

laggiù

Mi piace ricordare a me stesso un racconto di Soren Kierkegaard che paragona la vita ad una nave: su una nave si lavora, si mangia, si ama, ci si arrabbia e non sono tanto importanti questi avvenimenti ma è di gran lunga più importante sapere quale sarà il suo porto di arrivo.
Da uomo di privo delle certezze di Kierkegaard su porti e attracchi sicuri, tipica visione luterana e calvinista, quello che mi pare vero è che il viaggio indichi esso stesso la rotta per un qualche porto o per un infinito vagare.
Quest'anno ho incontrato Voi! Questo mi è piaciuto e mi piace e consente di tenere una rotta nella mia vita che per sua natura tenderebbe al contrario a vagare. Ho incontrato Voi ed una modo di credere nel valore di un insieme di persone. Ho visto l'apertura della gente di pianura che forse priva delle "bellezze" naturali delle nostre montagne, trova più di noi nella solidarietà di una comunità oltre che naturalmente nel buon lambrusco e salame, quei motivi per tenere la prua rivolta in avanti.
Volevo dirvi questo nella festa per eccellenza dei Cristiani e volevo dirvi che la mia prua starà li con Voi finchè un giorno che spero non lontano, dovrò pur tornare a vagare, non ritroverete quei luoghi e quegli spazi che vi riconsegneranno il tranquillo senso del viaggio finalmente su un mare non più burrascoso.

martedì 19 marzo 2013

coltre

bianca coltre che un lontano giorno rimossi per poi immergermi quieto nel suo tepore ancora.

sabato 9 marzo 2013

scultura



Underground Passage Memorial in Wroclaw, Poland.

martedì 5 marzo 2013

alla luce

prime fresche e tiepide notti insonni
a sognar tenere carezze mattutine
ad immaginare fitte e dolci parole
l'alba verrà a portar via il sogno
lasciando il cuore tiepido e fresco
mentre fuori uccelli riprendono
piciu piciu piciu alla luce cantare

lunedì 11 febbraio 2013

laggiù ai confini dell'Iran

Oreste decise di lasciare la tranquilla casa ove si era fermato per qualche giorno. Le stanze erano poste attorno ad uno squallido cortile di cemento forse troppo pulito e perfetto. Nemmeno un po' di verde ad attenuare quella strana pulizia. Il tavolo quel mattino stava ancora li nell'angolo dove era la sera prima per proteggere i pochi inquilini dal sole ancora caldo. Il the aveva concluso la serata fatta di birra, chiacchiere  sogni e nostalgia. Ora Oreste, si girò, diede una rapida occhiata al cortile e usci attraverso il garage che ne chiudeva l'ultimo lato.
Fuori era ancora quasi buio e non si comprendeva bene se lo fosse per l'ora o per il tempo grigio che copriva ogni cosa. Una pioggia molto sottile avvolgeva tutto come quel colore grigio ma in fondo il caldo era ora tenue e si poteva camminare senza fatica lungo le strade deserte del mattino.
Guardava dove dirigersi: non era ben chiara la direzione da prendere e soprattutto da dove iniziare la nuova strada dopo aver abbandonato la cittadina.
La strada saliva lungo la pendice della valle. Di fronte al di la del piccolo fiume, una città scavata nella roccia tenera si nascondeva a una vista fugace che al contrario era riempita dalla imponente fabbrica ormai lasciata morire dopo qualche tempo di apparente grandezza. Chissà pensava Oreste, come era solo qualche anno prima. Se le persone che ora sembravano silenziose erano piene di socialista speranza di un futuro agiato.
Ora era silenzio. La pioggia grigia avvolgeva ricordi e domande senza alcuna risposta che solo nella comprensione della vacuità della  ragione poteva ora trovare la strada per risposte che stavano al contrario nell'interiorità della propria coscienza.
Seduto li guardando intorno e pensando intorno al nulla Oreste non stava nemmeno aspettando che accadesse qualcosa mentre sapeva per esperienza, sarebbe accaduta. Uno straniero seduto ai margini di una strada fa accadere sempre qualcosa. Qualcuno passa, guarda, si domanda e passa. Poi commenta con qualcun altro, guardano, si domandano ancora e poi passano. Finché qualcuno quasi straniero in patria si avvicina e "can I help you?". Forse no. Forse non riuscirai a restituirmi il sorriso di un amore felice ma perché no lasciarsi aiutare a trovare strade mai conosciute ove la libertà di un aquila alta par vincere l'angoscia di un'anima agli inferi.

domenica 10 febbraio 2013

sabato 9 febbraio 2013

camicie

due camicie che stanno li appese fra le altre
due camicie che con timore guardi e non metti
due camicie grigie come mai fu la vita
due camicie con il collo che non va ma fa lo stesso
due camicie che molto vogliono dire e vollero anche
due camicie che attendono ancora un febbraio
o giù di li per esser messe e per camminare
ancora

martedì 5 febbraio 2013

mercato


Oggi è martedì: giorno di mercato a Rovereto.
Ieri sono arrivato tardi da Roma e questa mattina mi sono regalato una passeggiata fra la gente.
Mi sono rimesso l'elegante vestito di ieri, ho cambiato la camicia azzurra e mi sono messo la cravatta nuova blu a puntini rossi. Per sentirmi bene: forse più come speranza che quello che appare fuori possa lenire la tristezza del cuore solitario. In parte funziona soprattutto se ne sei cosciente e se ti lasci andare da quello che ti circonda.
Dino stava impacchettando il solito vaso di fiori condito dal solito "latin lover" vecchio stampo ma che piace sempre alle vecchie signore, e soprattutto, come Dino sa, fa aumentare le vendite.
Abbiamo preso un caffè al bar della piazza Erbe affollato più del solito con la gente che parlava e si raccontava sorridendo per la giornata nuova.
Poi ho girato in cerca di qualche fazzoletto tanto per aver una scusa a guardar bancarelle e gente attorno.
Le elezioni sono vicine ed alcuni attivisti distribuivano volantini invitandomi a cambiare questa politica. Sorridevo e dietro il mio elegante vestito rispondevo che ci avrei pensato gettando un po' nell'imbarazzo i miei interlocutori.
In piazzetta vedo un altro attivista che sta distribuendo qualche foglio colorato con scritto PD. Riconosco l'attivista: un anno o due più vecchio di me, sempre impegnato nel sociale sempre in prima linea nell'altrui aiuto sempre certo del suo mondo di certezze e di solidarietà a poco prezzo.
Il giovane prende il foglio dall'attivista e manifesta la poca speranza dentro. Forse il lavoro, forse i genitori, forse la ragazza lo tormentano. Ma il vecchio attivista con fare consolatorio e volitivo afferma "bisogna aver speranza".......bla bla bla.....
Lui, anche la moglie, è pensione da qualche anno. Hanno una casa, un buon reddito e probabilmente data il tenore compunto della loro vita accumulano qualcosa per i figli o i nipoti ormai grandi.
Bisogna aver speranza: in che cosa? Mi chiedevo mentre mi allontanavo pensando che quel giovane avrebbe potuto chiedere a quell'attivista qualcosa di più del suo attivismo.

mercoledì 30 gennaio 2013

storie

Carissimo,
anche noi sino ad ora non siamo stati invitati.... ho saputo però che l'inaugurazione è alle 11 ma non so chi inaugura se c'è un rinfresco o cos'altro. Nulla!
Questa mattina sono stata in cantiere ed ho visto gli ultimi ritocchi, mi sono fermata sino a che non ho visto stendere il prato, non ti mando foto, ti lascio la sorpresa per domani. Hanno sistemato gli alberi dal parcheggio, l'irrigazione e domattina torneranno per sistemare le piantine e la geostuoia. Marco mi ha chiesto se doveva far tornare due suoi uomini per pulire se i giardinieri sporcavano - gli ho detto che non serviva - ma ho subito contattato Di Natale che mi ha assicurato (ovviamente) che se sporcano, puliscono loro (ci mancherebbe altro!).
La curva l'hanno sistemata gli uomini di Marco quindi ho solo detto di decespugliare i rovi sia dalla curva che dalla baracca.
Non ho aspettato l'ing. Traversone che ritardava molto ma mi ha detto Marco, che ho sentito, che tutto sommato è andata bene. LA SCUOLA E' FINITA!
Mi sono congratulata con Massimo e Marco perchè in questi ultimi giorni (probabilmente dopo la tua sfuriata) hanno dato veramente il massimo e ..... in banca stamattina non era ancora arrivato il SAL.
Sperano in domani.....
Ti saluto
a domani alle 11


Cara Daniela e permetti Roberto
mi piacete! come mi sono piaciuti Marco e Massimo.
Poi sai domani la giornata sarà altro. Ci saranno i big e noi saremmo quello che siamo in verità: lavoratori che credono nelle loro idee, nei loro sogni e con tante paure di non farcela ma con altrettanto impegno a farcela.
Non amo l'espressione che la politica fa di se stessa. Mi sono sempre scontrato con questa. La mia carriera da funzionario è stata nulla e questo l'hanno pagato i miei figli ma ora guardando indietro e mi dico che è stata una fortuna. I miei figli si sono dovuti impegnare e questo e solo questo porta risultati. Il mio essere ha avuto e ha realizzato cose che altri nemmeno immaginano ma che non sono capaci di riconoscere perché avrebbero paura delle conseguenza.
Domani la politica verrà con la dirigenza e tutti si guarderanno compiaciuti e lasceranno interviste e dichiarazioni trionfalistiche e sarà merito loro. Noi guarderemo ma sapremo dentro di noi di chi è veramente merito il tutto. Solo questo vale perché tutta la vita te lo insegna ed il solo problema della vita è riconoscerlo.
Vi ringrazio e ringrazio tutti quelli che ci hanno messo non tanto i soldi ma l'idea, la fatica, le tensioni che in fondo sono espressione della vita come ahime la "politica" continua a non comprendere impegnata in un loop che al fine si porterà via essa stessa.
Grazie a domani...in silenzio.
Fabio

grazie
daniela e roberto

Grazie, grazie per l'energia e la grinta che ci hai trasmesso e che ci ha dato la forza di andare avanti anche quando avevamo perso le speranza di farcela; grazie per la tua sincera umanità, per la tua franchezza. Domani sono pronto per ricominciare...

Marco

sabato 26 gennaio 2013

ghiaccio

blocco di ghiaccio ormai grigio per il tempo trascorso
pallido sole di una fredda giornata d'inverno lentamente
si spande sulla terra attorno quasi a prenderne possesso
prossima fredda notte ove di nuovo parrà prendere forza
ove invece ormai una mite giornata lo unirà alla sua terra

giovedì 10 gennaio 2013

fango

un passo lieve e deciso che attraversi questo terra di fango per giungere li
una mano aperta che poi chiudersi ed afferrare la vita che ancora rimane
sorriso di capo chino che nasconde infinito orgoglio di paure mai sopite