lunedì 11 novembre 2013

Assad


Lui è Assad: è siriano e non è famoso. Fa un lavoro umile e faticoso ma vecchio come l'uomo. Costruisce con la sua mente con le sue mani qualcosa che rimane ad altri per vivere, guarire, stare assieme.
E' asciutto nel fisico come altro non può essere chi mangia non molto e fatica forte sotto il sole. 
Guardatelo mentre felice cammina lungo una centina appena finita. Felicità di una cosa ben fatta null'altro.
Gli altri poveri operai egiziani che implorano ogni giorno di venire in Italia, lo seguono, lo aiutano senza che vi siano parole inutili. Lui da sicurezza a loro, li aiuta con l'esempio, li protegge mai chiede qualcosa per se stesso.
Dal primo giorno che l'ho visto lavorare silenzioso mi ha colpito e l'ho seguito. Ho guardato come faceva a mettere a livello infiniti pilasti. Ho controllato, ho fatto su con il pollice non uno era sbagliato e lui mi ha sorriso finalmente. Poi sono arrivate anche le parole, Poche ma di infinito valore. Ci sediamo su quel muro e forse cerchiamo di intuire uno il mondo dell'altro. Forse ci siamo capiti ed il mattino in cantiere ci salutiamo con la mano sul cuore e con uno sguardo. Quanto poco sensato è questo mondo che nasconde uomini come Assad in luoghi sperduti e lascia cialtroni a far finta di governare.