martedì 21 luglio 2015

Arbanasi

Ad Arbanasi piccolo paesino nel cuore della Bulgaria, c'è una chiesetta nemmeno tanto grande, e composta da tre spazi come da migliore tradizione cristiana che richiama la chiesa del Sacro Sepolcro a Gerusalemme o per essere più vicino a noi santo Stefano a Bologna e che nella trinità trova il suo simbolismo. 
Ad Arbanasi la chiesa pare quasi un gran deposito dall'esterno, bassa con un lungo tetto che sale nemmeno ripidamente formando due semplici falde che tutto coprono il magico interno.
Qualche architetto o ingegnere di qualche decennio fa, l'ha cerchiata con cemento ed acciaio per impedire danni e direi che seppur impattante in fondo è molto coerente e pulito.
La chiesa si chiama Rozhdestvo Hristovo che dopo un po' scopri essere vuol significare Natività di Cristo ed in fondo bastava leggere con attenzione l'apparente complicato nome per capirlo senza tanti aiuti di google translate...infatti ci sta un "dest" e basta leggere H in cirillico ed il gioco è fatto.
Ad Arbanasi entri nelle tre volte interne ed il tuo respiro si ferma!
Affreschi, affreschi, affreschi che mille storie raccontano e che basta sedersi e guardare per leggere storie per lo più note alla tradizione cristiana.
Ma quel che è stupefacente è una parete nel secondo spazio voltato dove alla base di santi e dottori veri della chiesa sono posti quei dodici, guarda caso, personaggi che proprio santi non sono ma che il geniale pittore, abate o altro hanno voluto rappresentare. Sono i filosofi greci! Ci son tutti e forse nemmeno ricordo tutti i nomi ma da si va da Socrate e Platone e tutti hanno una pergamena in mena oltre alla necessaria aurea per via del luogo immagino.
Ad Arbanasi i filosofi son parte del mondo!
Ma la vecchia "cortina di ferro" ricordate? non è ormai qualche anno che venuta giu? Sempre più mi sto convincendo che problema e sapere da che parte è crollata e forse di qua non è crollata nemmeno.



venerdì 17 luglio 2015

Krivodol

Guardo questa ragazza  con il suo piccolo bambino che stanno seduti in fronte a me mentre il treno lentamente segue il fiume della ampia valle.
Lei sarebbe persino bella come è normale per la giovane età. Alta,viso importante che lisci capelli lo potrebbero contornare se non li avesse raccolti forse per il caldo e forse perché da qualche giorno non vedono l'acqua. Gli occhi rotondi come ciliege sono gli stessi del bambino che le sta accanto e che infinita tenerezza riceve con lente carezze e piccole parole che lievemente la giovane madre sussurra.
Lei sarebbe bella se i suoi denti avessero conosciuto a tempo debito un ortodonzista ma forse nemmeno la parola ha conosciuto.
Infinita tenerezza che scende alla stazione di Krivodol paesino perso chissà dove in questa dignitosa povertà che accompagna questa orgogliosa gente. 
Guardo le scarpe del bambino, della madre, della gente e vedo povertà. Scarpe fatte di nulla o ormai consunte dallo infinito uso che per il bimbo significa infiniti poveri bimbi con gli stessi occhi a ciliegia, lo stesso mento con la bella fossetta. 
Guardo la borsetta della giovane madre e sorrido pensando ai cazzoni, ricchi stilisti che con ogni probabilità ne esalterebbero il raffinato accostamento senza pensare che quella borsetta probabilmente dalla povera madre o nonna che ai tempi dei soviet spendevano la loro gioventù o maturità.
Mi chiedo quale sia l'algoritmo che accompagna le nostre vite e che sceglie per noi. Mi chiedo se abili matematici fossero mai capaci di trovar la soluzione all'equazione che proprio non pare risolvibile da una politica che solo bada a raccogliere aspirazioni di gente che in fondo già molto ha pensando che l'algoritmo mai possa cambiare.



martedì 14 luglio 2015

farmacia

Sono entrato in farmacia per acquistare dei cerotti per i miei piedi un po' piagati da questi ultimi giorni di cammino. Dopo dieci minuti sono riuscito  a farmi capire ma ciò che poi io non capivo da ricco occidentale, era l'insistenza della rotonda farmacista a chiedermi di "quanti" cerotti avevo bisogno. Qui i cerotti si vendono uno per uno e la rotonda farmacista li strappa da un lungo rotolo. Magia.