domenica 31 dicembre 2017

El Chaltén

Questa mattina mi sono alzato tardi. Alle nove. Sentivo gli americani prepararsi per fare il giro dell'Huemul. Dicono di impiegarci 5 giorni e poi scopro che fanno 12 km al giorno más o meno.
Comprendo che le condizioni non sono tranquille ma 12 km non sono molti nemmeno con 20 kg sulle spalle.
I giovani diciamo così, hanno introdotto un nuovo modo di approccio alla montagna che credo sia dovuto più ad esigenze di budget che da reali condizioni di marcia.
In effetti dormire al Chaltén ė decisamente caro. Non accettano carte di credito e per guadagnare sempre più rendono le cose complicate.
Così i ragazzi trovano posto nelle aree di campeggio libero poste nel parco. Di solito ci sono dei servizi spartani, acqua e niente più ma sono free.
Bisogna però portarsi tutto: tenda cibo ecc. così gli zaini diventano pesanti e la marcia lenta. 12 km al giorno appunto.
Ieri ad esempio in una giornata ho fatto un trekking che qui danno di 3 gg. Ero leggero in forma e c'era il sole.
Così la velocità che sui monti diventa essenziale a causa economica diventa lentezza.
Laurent il ragazzo francese beccato in mezzo alla foresta di Esquel e con cui ho condiviso una cena ed un po' di chiacchiere, ė partito ieri con la sua tendina per fare quello che il qui presente sessantenne ha fatto in un solo giorno. Certo lui sarà più lento ma rischia di prendersi la pioggia prevista per domani.
Sto valutando di fare il giro dell'Huemul in tre giorni  ma poi credo anche no!
Ma ritorno a questa mattina dopo la troppo lunga divagazione, ho messo un po' di latte a scaldarsi, ho sciolto un po' di caffè ed ho tagliato il Pane Dulce, sorta di panettone, che mí sto gustando mentre scrivo.





hola Fabio

Quest'oggi mentre scendevo il ripido sentiero che porta al Lago de Los Tres, interessante toponimo che però resta oscuro nel significato, però luogo superbo ai piedi del Fitz Roy, sento un "hola Fabio". 
Sorpresa! Oddio c'è un altro Fabio! Poi guardo quattro ragazzi che stando salendo e ridendo della mia assoluta lentezza nel comprendere.
Finalmente riconosco la barba rossa di uno di loro! "Gli scouts di Cordova del laguna Escondita."
Siamo a 1300 km da lì e ci ritroviamo qui ma quello che mi riempie il cuore è quel "hola Fabio" 
La ragazza sveglia mi dice che hanno seguito il mio consiglio di andare al mirador nonostante i divieti formali dei guardia parco e che sono stati felici del farlo. L'ingegnere del gruppo tira fuori lo smartphone e mi fa vedere la mappa. Non capisco al solito poi la sua ragazza mi ricorda che gli avevo dato le indicazioni per le mappe open source e che da allora è più interessato alle mappe che a lei. 
Un ora in riva ad un lago perso nelle Ande un incrocio spontaneo, ed oggi la conferma che ciò che fai o sei rimane anche se si perde nel vento come questi quattro ragazzi scouts di Cordoba.

arancare

Mi chiedo spesso mentre aranco ansimando su per una salita o mentre impreco in una discesa spacca gambe chi me lo fa fare?
Poi dopo ore di queste domande retoriche arrivi in posto come questo dove mi son seduto e la risposta sta qui.
Una foto mai basterebbe a raccontare l'infinito  che sta attorno.
Piango persino per aver la fortuna di toccare questo.

venerdì 29 dicembre 2017

padrone

Avevo scritto un lungo post circa questo luogo strano fatto di vento, pioggia a tratti e case venute su dal niente per soddisfare la domanda di avventura dei ricchi Yankees.
Poi è arrivato il padrone di casa ed abbiamo incominciato a parlare. Lui si lamenta, delle tasse, della mancanza di servizi, della difficoltà di intraprendere: ne più ne meno di un albergatore Trentino.
Sorrido e sempre mi convinco che il mondo è un paesone dove ormai facciamo finta di non vedere i problemi altrui mentre sono i nostri problemi.
La mia collazione sta qui. Caffè liofilizzato, crackers, formaggio ed una mela. Poi uscirò a fare un po' di spesa ho deciso di fermarmi oggi è di riposare dopo gli ultimi tre intensi giorni.
Domani se il tempo sarà clemente proverò a salire verso il Fitz Roy. Ieri il Cerro Torre era lì ma invisibile per le nuvole e la nebbia che lo circondavano.

mirador Maestri

Allora oggi dopo un giorno intero in pullman con più di 1300 km di viaggio sono arrivato Al Chaltén! 
Come da copione un vento teso mi ha accolto in questa cittadina monumento al turismo montanaro più o meno ecocompatibile. 
Cercavo di immaginare come fosse quando Cesare Maestri venne qui con il suo compressore.
Difficile esercizio allora il turismo di massa non esisteva e probabilmente quella che oggi è una cittadina sui generis allora era poco più che un accampamento.
Ho trovato due ragazzi e mi sono aggregato. Ho trovato alloggio e starò qui fino alla fine dell'anno. 
Loro volevano salire al lago e così in barba alla fame ed alla stanchezza sono andato.
Siamo saliti al mirador Maestri ma credo che sti ragazzi poco sappiano della storia. 
In fondo un vecchietto come me, serve a questo raccontare la storia, le storie.
Ora ho una fame da volpe che oggi è passata tranquilla con la sua coda lunga mentre salivamo faticando sotto una pioggia che mai sembra avere fine. 
PS: quello è il ghiacciaio che scende dal Cerro Torre che sta dietro quella fitta nebbia as usually.



giovedì 28 dicembre 2017

striscia gialla

Laggiù c'è una sottile striscia gialla che lievemente si ondula. Poi quella striscia diventa sempre più chiara cambiando poco a poco colore facendosi quasi azzurra o quasi grigia. Le piccole macchie nere di qualche nuvola servono solo a far capire quella sottile differenza di colore. Poi quel grigio si alza sempre più sopra di te facendosi sempre più nero. Ormai un giorno muovo sta' salendo laggiù nell'infinito orizzonte ove la piccola strada sembra correre.
4,35. Il pullman gremito sembra dormire ma ascoltò i mille pensieri che affollano le menti di questi miei occasionali compagni. Un colpo di tosse, un respiro profondo, un muoversi nello stretto sedile, un accarezzarsi di cappelli altro non sono che pensieri che trovano forma.
Intanto quella linea laggiù si fa sempre più rossa. 
Penso alla bellezza dei monti di li o di qui, ma come nel deserto, questo infinito orizzonte mi seduce ancor più della "finita" cima o vetta. 
Mi chiedo un perché inutile dato che ne conosco la risposta: lo spazio infinito del deserto o della steppa misura la tua impossibilità di attraversarlo mentre la vetta, il monte in fondo altro non sono che reali obbiettivi che puoi raggiungere e per questo li cerchi. 
Ma è quel nulla infinito che ammiro da questo finestrino che riempie la mia voglia di scoprire.
Sillogismo di chi sa che in una fredda mattina nel mezzo del nowhere correndo ancora verso monti e cime che portano nomi per cui uomini sono saliti con fatiche immense e vite perse per arrivare lassù esatto incontrarci del mio amato nowhere. 
5,00 ho fame! Pane salame e formaggio. La giornata è iniziata.

mercoledì 27 dicembre 2017

hostel

Ho dormito 10 ore dopo la faticata di ieri. Ora mi sto gustando un caffè mentre è miei devices si stanno caricando.
Sono in un ostello, erano anni che non ci andavo, ma i prezzi pazzi della Argentina ti obbligano un po' a queste scelte.
Debbo dire che non è niente male a parte qualcuno che russa in stanza.
Se sei stanco poco importa se non lo sei chiedi ti perché?
La cosa simpatica è l'area comune e soprattutto lo spirito di chi frequenta questo tipo di alloggi.
Si parla, ci si scambia informazioni, ci si mette d'accordo per una meta comune.
Meglio di agenzia viaggi che al solito ti considera un pollo da spennare.
Sempre sulla scia di quanto scritto in po' di tempo fa a proposito della shearing economy.
Oggi vado ancora a sud . Altro balzo di 400 km.
Ma mi chiedo cosa ci stia in quei passaggi infiniti che attraverserò con il pullman. Anche il mio in fondo è un turismo  che non vede "crescere l'erba".
Aggiornamento:
Il collettivo (bus) ha tre ore di ritardo così cambio al volo ed anziché fermarmi a Perito Moreno scendo giù in una sola volata. Arriverò domani più o meno a questa ora. Poi mi dovro organizzare ma avrò tutto il giorno per farlo.
Ah la metà è El Chaltén. Di li si va verso il Fiz Roy ed Cerro Torte. Qualche giorno di cammino.
Ora penso alle 24 ore di pullman che mi attendono. Aiuto!

mare verde

Oggi mi sono perso in questo mare verde, azzurro e bianco. Non volevo scendere da quella roccia da dove ho scattato la foto. 
Poi tra mille difficoltà sono arrivato giù. Non mi si dica che i nostri boschi non sono curati... Per comprendere cosa sia il selvaggio provate qui! Il Trentino è un giardino da educande. 
Ma una cosa devi raccontarvi che una simpatica Colombo di evidenti origini italiane, mi ha riferito quando abbiamo sentito il classico toc toc toc del picchio....esta passero carpentero...in omaggio a tutti i carpentieri incrociati nella mia vita.



lunedì 25 dicembre 2017

Natale

Fortunatamente ieri avevo buttato due kg di troppo che pesavano nello zaino, così oggi, quando sono sceso dal pullman ed ho incominciato a camminare per una città praticamente deserta, la fatica è stata leggera.
Mi accorgo che è Natale perché tutto è chiuso e finalmente ho trovato in bar di un distributore , che mi consente di stare seduto protetto dal vento, bere in caffè con il latte mio pranzo natalizio e stare connesso via WiFi con il mondo.
Vorrei avventurarmi all'inferno di questa regione ma forse prima è il caso di prendere qualche informazione maggiore di monti, laghi e sentieri. Dovrò aspettare domani.
É uno di quei giorni in cui ci si sente in po' homeless e si sfiora per un attimo una condizione che al contrario molti vivono quotidianamente. L'esercizio della pazienza, della attesa che pare infinita mette a dura prova le proprie capacità di accettazione e remissione che normalmente sono poste in secondo piano da obbiettivi, cose da fare, che sembrano dare un senso al vivere mentre sarebbe interessante trovarlo proprio nel non affannarsi ma nel godere del poco infinito che può rappresentare un caffè per pranzo di Natale in una stazione di servizio.
Mamma mia....ho riletto.... sorrido e spero lo facciate anche voi.

domenica 24 dicembre 2017

Patagonia

Patagonia terra subito calda e subito gelida come deve essere un amore non quieto ma forte. Terra tanto grande da sentirti perso e trovare nel tuo tremore la forza per sentirti grande come lei. No c'è vita non c'è amore che non sia come come questa terra. Unica ed infinita.

scuola 186 del Turbio

Per gli insegnanti che seguono. Questa è la scuola rurale 186 del Turbio.
Per arrivarci ci sono sei ore di cavallo dalla strada piu vicina, io ci ho impiegato 10 ore a piedi. La scuola ha una pluriclasse di 11 bambini.
La scuola si raggiunge anche con una lancia attraversando il lago e poi con due ore a piedi o un ora a cavallo che e il mezzo di locomozione piu usato. La casetta accanto e riservata alla insegnante che di solito sono di "primo pelo" ma dopo un anno qui diventano subito adulte. C'è un uomo che procura la legna per il riscaldamento ed una ragazza per le pulizie ed altro.
Non so quanto paga il ministero argentino ma non credo tantissimo. 
Il posto però è superbo! C'è un grande pino nel giardino ed un po' di meli nell'orto dotato anche di serra in plastica. 
Carne di agnello, mucca. gallina si trova senza problemi come le patate ed i cavoli capucci.
Sono aperte le iscrizioni al concorso.....rido e sono convinto che qualche insegnante verebbe volentieri!




Pascucci

Continuo la storia ..dalla lancia che mi ha riportato indietro è scesa un famiglia che definirei trendy. Lui basso capelli rasta lunghissimi, lei carina di fiori vestita sembrava essere da un'altra parte comunque e non mi riferisco al lugar.
C'erano due bimbi che subito hanno incominciato a giocare sulla piccola spiaggia.
Lui aveva una fascetta alla testa del tutto uguale alla mia e così grazie ad una fascetta blu, abbiamo incominciato a parlare. 
Lui sa l'inglese ma poco importa ai vari Fernández che ci circondano ma la cosa ormai normale, mi dice di fare Pascucci di cognome ed i nonni averli dalle parti di Macerata.
Il Pascucci è allegro tira fuori una birra, taglia un salame ed offre a tutti. 
Rido pensando all'esimio, megagalattico dottore, professore, magistrale Pascucci che da qualche tempo imperversa in quel di Trento emigrato anche lui ma per concorso. 
Il Pascucci mi presenta alla eterea compagna che sorride e dice di essere italiana anche lei. Prende un pezzo di formaggio e va sedersi su un tronco lungo la spiaggia. 
Il Pascucci mi descrive Fernández ma ormai so molto e sono d'accordo con lui che è un paradiso. 
La rudezza della vita fa animi semplici ma non sciocchi mentre temo che la proprietà transitiva finzioni in entrambi i casi.


lancia

Allora vi aggiorno sul viaggio in lancia (gommone carenato) che  ha attraversato metà del lago a tutta velocità per poi affrontare con balzi e spruzzi la seconda parte del lago che prendeva tutto il vento del Sur mitigato prima dagli alti monti.
Siamo arrivati al porticciolo, abbiamo scaricato tutto e poi tirato su il gommone con un cartello.
Il Fernández che era con me mí ha invitato a bere un mate a casa sua dove ho conosciuto Monica la moglie, gli otto figli, l'amico di scuola con una pancia enorme, la suocera che mi è sembrata subito interessante per la pacatezza e la velocità di comprensione. Al mio continuare a sbagliare la parola "cane" che qui fa perro e che continuavo a dire cerro è stata l'unica che ha compreso al volo e tradotto in "canis".
La cosa che mi ha sconcertato un po' è stato il prezzo che mi ha chiesto il capo lancia. 200 pesos. Il direttore o giù di li, che continuava a dirmi di chiamare una lancia ufficiale per rientrare e che proprio per questo ho evitato di fare essendo bastian contrario per natura e perché i funzionari pubblici troppo solerti mi insospettiscono subito e parlo per esperienza.
Ve la faccio breve la lancia "ufficiale" sarebbe costata 1800 pesos contro i 200 pagati con l'aggiunta di 100 di mancia che ha illuminato il viso dello scafista.
Ogni paese è uguale o meglio in ogni paese c'è chi fa il direttore o quasi ed il campesinos o quasi.
Io prenderei casa a Fernández. Tutti campesinos!





sabato 23 dicembre 2017

Fernández

Mario che è il guarda parco di qui e che nella sua casa tiene un figlio di 20 giorni, mi ha chiesto di non dire che il posto è bello! 
Abbiamo la fortuna di non avere strade e così ci salviamo dal turismo di massa. 
Ci vogliono 6 ore a buon passo per arrivare qui è solo pochi lo fanno! 
Ma che devo dirvi il posto fa schifo: piove e tira vento sempre non si trova nemmeno una birra ma.....bhe oggi volevo affittare una baracca di legno e fermarmi qui in questo posto schifoso! 
Dopo mezz'ora di cammino c'è una passerella instabile che guada il torrente. Poi dopo un'altra mezz'ora trovi le prime case. 30 persone in un territorio grande quanto la Vsllagarina!
Bhe vi dirò che conosco esattamente il 20% della popolazione residente! 
Ero fradicio ed ormai stavo pensando di desistere alla visita della scuola rurale n. 186 quando vedo un uomo non lontano che si sta dirigendo in una casa. Un Ola e qualche parola e comprende tutto. Vieni! Entrò nella sua casa. 
C'è una stufa accesa e le mie cose fradice finiscono su chiodi che la circondano. Rinasco!
Un bambino è a letto nella stanza. Poi una ragazza scende dal sottotetto. Proviamo a parlare. Mi emoziono. Si emoziona. Taglio un po' ma dopo un ora c'è altra legna ed un piatto tutti assieme. Patate, agnello e cappucci. Che dire? Un libro non basterebbe. Ci abbracciamo prima di ripartire. Scriverò ancora di Juan Jose, Scyeni e Gonzalo naturalmente Fernández perché qui tutti di chiamano così!






mani e baci

Questa mattina erano 2 gradi e siamo in piena estate.
C'è movimento oggi. Alcuni contadini sono arrivati con i cavalli dal paese.
Stanno aspettando una lancia per andare in paese ed io aspetto fiducioso con loro. Spero di salvarmi da 8 ore di marcia.
Gli uomini arrivano e ti danno la mano, tutti.
Le donne ti baciano sulla guancia, tutte.




venerdì 22 dicembre 2017

notte più corta, giorno più corto

Che bello quando gli occhiali si appannano con il vapore del caffè che stringi fra le due mani per riscaldarle un po'.
Una notte di acqua ma filata via bene al calduccio del sacco. Solo il suono della pioggia sulla tenda, il ruscello che corre qui accanto ed una miriade di uccelli di cui non riconosco il canto. 
Il mattino mi ha concesso la grazia di un po' di calma dalla pioggia ma ora nuovi nuvoloni neri son pronti a scaricare altra acqua. 
Il notte più corta é trascorsa qui come il giorno più corto è trascorso li. Dimostrazione che le cose possono essere viste da punti di vista diversi ma in fondo sono sempre le stesse nonostante ci sia sempre qualcuno che pensi di avere il punto di vista corretto. Li o qui! 
Buongiorno mondo.



caballero

Questa mattina un auto da rimessa guidata da una certa Laura (bisonno polacco, nonno tedesco, nonna cilena) mi ha portato sino al El Desemboque. 
Ho pagato e Laura se ne andata con un "buena sorte". 
Ho sistemato lo zaino che mi pare pesantissimo ma che devo portare se voglio avere qualche speranza di farcela per i prossimi 4 giorni.
Mi sono incamminato . La strada sembrava comoda e ben segnalata ma dopo un centinaio di metri le prime difficoltà.
Il livello del lago si è alzato moltissimo e una valanga di sfasciumi ostacola il procedere.
Non ho desistito e finalmente il sentiero si è innerpicato sul fianco della montagna. 
La salita era durissima e mi sembrava di essere abbastanza in forma ma più tardi pagherò la mia voglia di strafare. 
Il sentiero attraversava continuamente ruscelli che precipitarono dall'alto della montagna. Un guado, un'altro sempre in equilibrio precario su qualche sasso o tronco. 
La fatica ormai si faceva sentire ed avevo appena imboccato la discesa finale quando un rumore insolito mi ferma il cuore. 
Mi giro ed è un cavaliere che avanza lento sulla mio stesso sentiero. 
Ci fermiamo! Lui sorride, io sorrido ansimando.
Ha dei pantaloni di cuoio come si vedono nei film, in capello largo e la più classica delle biasacce posta dietro la sella. Parliamo! Io chiedo del sentiero lui da dove vengo e se sono solo? Anch'io risponde alla mia affermazione. Abito a 3 ore da qui e la mia compagna fedele è lei accarezzando il collo della cavalla.
Tira fuori un bottiglione di vino. Me lo porge, di canna ne bevo un sorso e mi sento rinvigorire.
Parliamo ancora. Capisco che Gabriele vive da solo sperduto fra monti, con in cavallo, qualche mucca in po' di galline. Al paese ci va una volta al mese con il cavallo. Lo invidio un po' e penso di accettare il suo invito per stare in un suo capanno. Ma tre ore in più proprio non ce la faccio.
Ora sono seduto in riva al lago. Ho messo la tenda e fra un po' andrò a dormire per combattere il freddo pungente. 
Mi sono fatto una minestra calda, un po' di pane, formaggio ed un the per finire. 
Penso a Gabriele. Alla sua vita fuori dal mondo al suo sguardo felice.



martedì 19 dicembre 2017

Lago Pueblo

Sono seduto su una roccia tonda che di sporge nel lago. Ad attendermi penso un falco che è volato via. 
Domani se non piove scenderò lungo il lago e poi proverò a trovare un passaggio per scavalcare quei monti.



lunedì 18 dicembre 2017

Pitriquitron

La mia prima cima della Patagonia. Cerro Pitriquitron. Ascensione facile escludendo la vastità del paesaggio e la solitudine che lo accompagna. Ora discesa per ghiaioni saltando. — presso Cerro Piltriquitrón, El Bolsón, Argentina.



sabato 16 dicembre 2017

treno Patagonico

Questo è il treno 18 ore per 900 km más o meno. Il paesaggio è immenso e diventa sempre più familiare avvicinandosi alla Ande.





Trentino's mafia

Sono a San Antonio Oeste e aspetto il treno Patagónico che mí portera in 12 ore so piedi delle Ande a Bariloche.
Il mio amico svizzero non è riuscito almeno per ora, a trovare un biglietto dato che il treno è pieno. Non so cosa fare per aiutarlo. Forse solo aspettare che domani prenda un autobus. Vedremo.
A Bariloche ho gia qualche Trentino che mi aspetta. Lo svizzero che non sa nulla di emigrazione mi dice "it is Italian mafia" io rispondo " i love this kind of "mafia" is only solidarity, Trentino solidarity but mafia as well if you like" il risultato è che lui non sa bene cosa fare, dove andare, a chi chiedere a me basta dire Andreatta e le porte si aprono magicamente i forse solo perché chi è partito un tempo da cosa vuol dire l'importanza della accoglienza. Questo dovrebbe dire anche oggi qualcosa ai miei conterranei se non vogliono fare la fine dello svizzero che ho accanto. Senza rete non si va lontano e se volete chiamarla mafia perché non la conoscete you are welcome.

venerdì 15 dicembre 2017

a proposito di turismo

Ieri, camminando lungo le sabbiose scogliere della penisola di Valdes, ho compreso in modo definitivo che il tempo delle scoperte è ormai definitivamente finito!
La curiosità di conoscere, cercare, scoprire che sempre appartenne all'umanità, deve ormai rivolgersi ad altro e abbandonare quella che molti pensano essere importante un modo interessante di vivere.
Ma andiamo con ordine.
Due giorni fa ho incontrato alla stazione degli autobus uno svizzero più o meno della mia età con uno zaino più o meno come il mio.
Abbiamo incominciato a parlare, raccontarci, scoprirci ed ora lo ho accanto a me che scrive alla sua coinquilina che sta tra Losanna e Ginevra. É un geologo ed ha "bucato" questa nostra terra un po' dappertutto come il sottoscritto che ha lasciato edifici più o meno belli.
Assieme abbiamo preso una macchina per visitare questa famosa penisola nota per balene, orche, leoni marini, pinguini e molto altro. 
La prima sosta in una spiaggetta solitaria dove ho apprezzato il gelo dello oceano è dove abbiamo avvicinato un camper li parcheggiato dove viveva una famiglia francese con tre figli che venduta la casa, si sono dedicati al viaggio ed alla scoperta.
Al primo ed ultimo rifornimento abbiamo o meglio ha, preso a bordo una strizzacervelli parigina sempre più o meno della nostra età e via alla scoperta di balene ed orche che mi piace dire assassine ma che mentre lo dico chissà perché, non mi viene alla mente il pesce bianco e nero ma altro. 
Insomma tutti occidentali più o meno ricchi ma alla ricerca di emozioni che le quiete Francia, Italia e Svizzera non sono piu in grado di dare.
Bhe che volete che vi dica nemmeno l'Argentina lo è e credo in fondo perché lo sia la nostra mentalità che c'è lo impedisce. 
Ormai il turismo come industria insegue un modello standard in ogni parte della terra.
Un luogo diventa famoso un po' perché è bello, un po' perché qualcuno l'ha dichiarato "patrimonio dell'umanità" e da quel momento parte la ramba, anche da tipi come me alimentata, del turismo che in inutili aggettivi cerca quali responsabile, consapevole ecc. cerca di convincere un po' tutti di una originalità che sempre più mi sto convincendo puoi trovare in una periferia di una grande città come Il Cairo, o Buenos Aires o città del Messico o in in campo profughi di gente che viene rifiutata e non accolta come si fa con noi gringos, ricchi, occidentali ed apparentemente corretti.
Ho visto i pinguini, gli elefanti marini, i lama, un armadillo che correva sotto un cespuglio. Ho visto l'infinita costa stranamente verde di alghe, ho visto strani uccelli e un tipo di struzzo di qui ma ho visto tutto senza poterlo toccare, sentire. Tutto in punti progettati per apparire carini ma per tenerti lontano dalla natura.
L'uomo in fondo con questo turismo ha scoperto di essere pericoloso non solo per sè stesso ma anche per l'ambiente che ci circonda. 
Quello che mi fa arrabbiare che se il turismo ha raggiunto uno standard in tutto il globo l'uomo non ancora altrimenti non si giustificherebbe quello che sta accadendo alla popolazione Roynga!


giovedì 14 dicembre 2017

infinito nulla

Infiniti kilometri pieni di nulla e per questo ricchi allo spirito come lo è il deserto.
Se non fosse per la recinzione che limita questo nulla dal nostro correre in un confortevole autobus, non sembrerebbe esistere l'uomo con la sua capacità di governare. L'occhio si perde e lo spirito ne trae forza per scoprire, posare la propria la conoscenza nel più disperso dei mondi.
Poi laggiù all'orizzonte due alberi, un muro bianco, un mulino che tira su l'acqua. Qualcuno sta lì e comprendi essere come te re di un infinito nulla.

mercoledì 13 dicembre 2017

Marter

Questa mattina sono uscito presto dal campeggio "Los Trentinos"! Il cielo era grigio ed un vento teso soffiava da sud facendo si che la sabbia ti pungesse il volto.
Il mare era lontanissimo e la marea aveva cambiato il profilo dell'orizzonte.
I soliti cani randagi mi hanno accompagnato facendo finta di non essere interessati.
Lo zaino è troppo pesante e mi chiedo come farò quando fra poco inizieranno le montagne.
Ora sono qui seduto al terminal de ómnibus che aspetto l'autobus per Viedma.
Qualche donna aspetta per andare al lavoro.
Ieri pomeriggio sono andato a trovare Fernanda ed il marito.
Fernanda è nata a Marter più o meno quando nascevo io. A Marter c'è stata due anni e poi con la giovanissima madre sempre di Marter si è imbarcata assieme al fratellino che proprio ancora non camminava, per raggiungere il marito che aveva trovato lavoro qui a 12000 km da Marter.
Immagino quella giovane donna di 25 anni con due cuccioli appesi alle gonne prendere la corriera sino a Trento e poi il treno e poi la nave. Oggi sembra che il mio peregrinare lontano da casa sia una avventura ma certo quella della mamma di Fernanda lo era infinitamente di più.
Fernanda è venuta su come tante donne trentine. Famiglia, lavoro, impegno. No lamenti ma avanti.
Ha in mano uno Smartphone e dice "invenzione splendida" certo Fernanda la contaminazione è splendida sempre in barba a quelli che oggi nella tua Valsugana non la vogliono! Loro dovevano partire e capire: forse perché come diceva mia madre "quando no ghe n'è dentro non n'è ven fora"




Ed ecco il saluto di Fernanda

buenas tardes Fabio,estoy leyendo tu nota del dia de hoy ,partiendo desde el condor.gracias por tu visita,y la charla que tubimos aprecio tu mirada de un trentino a otro trentino en diferentes latitudes y circunstancias .y el sentir de un mismo pensamiento en comun.que tengas una buena travecia por este continente americano ,y gracias por compartir tu experiencia abrazo-






martedì 12 dicembre 2017

fune

Quasi su una fune sospeso sto fra due infiniti oceani. Di fronte l'Atlantico che lento si infrange contro questa roccia che par contenere il mare di nuda terra che le sta dietro: la Patagonia!
Ho camminato seguendo la scogliera ed ascoltando il gracchiare di una miriade di pappagalli che sembravano avvisare della innaspettata presenza. 
Poi, in un anfratto, ho trovato una stradina che mi ha riportato su la dove la steppa sembra perdersi come il mare. 
C'è un faro bianco che a poco servirà se non a passate navigazioni e a pensare ad una vita qui trascorsa fra infiniti mari.




Los Trentinos

Sono seduto su un muretto che delimita la spiaggia dal piccolo paese che sta' dietro. Volevo andare al ristorante ma poi un baracchino giallo mi ha incuriosito e così ora aspetto il più classico dei piatti hamburger e pata fritta. Oramai la notte si sta avvicinando ed ormai sono in Patagonia; oggi infatti ho passato il Rio Negro e sono entrato in Patagonia. 
Ho una Quilnes (birra) che mi tiene compagnia e mi raffresca assieme al sempre teso vento che accompagna ogni luogo.
Più giù c'è il campeggio dove sto e pensate pensate si chiama "Los Trentinos" in riva ad un mare con una spiaggia lunga è vuota 
La cosa che mi sorprende sempre è lo spazio. Infinito come non mai.
Domani andrò lungo le scogliere per vedere la più grande colonia di pappagalli del mondo.
Così dicono ma sono quasi certo che non conoscono .....mi fermo qui vorrei essere quieto.


Anna e Nestor

Loro sono Nestor ed Anna. La foto non rende giustizia ma poco importa. L'altro giorno ho trascorso un giorno intero con loro e al solito, imparato molto. 
Anna mamma tedesca padre ungherese, parla un bel po' di lingue ed hai miei occhi é sembrata bellissima. Lui è semplicemente un sognatore concreto. 
Mi ha portato in giro con il suo SUV per la sua azienda che dopo un bel po' di calcoli, tesi ad attualizzare una dimensione altrimenti per noi innimaginabile, sono arrivato a concretizzare come l'intera valle dell'Adige da Ceraino a Trento. Naturalmente qui la dimensione è più o meno rettangolare e non come una valle. 
Nestor mi ha spiegato una valanga di cose lontanissime dalle mie conoscenze. Ho imparato quanto mangia una mucca, quanto beve, in quanto tempo diventa pronta per la grigliata. Ho imparato quanta fibra, vitamine, sali ha bisogno un vitello Angus per crescere sano. Ho imparato che c'è una tecnica per non arare i campi ma consentire loro di essere seminati senza perdere la preziosa risorsa idrica. 
La prossima volta che mangerò una bistecca, mi perdoneranno i vegetariani, saprò molto di piu della fatica e del know how ci sta dentro.
Ma Nestor non si limita a fare il Gaucho moderno. Da di più! Con la extra produzione agricola produce bio disel e con quello alimenta tutte le sue macchine ed anche il condizionatore che raffrescava la sala dove ho mangiato in loro compagnia parlando di sogni. 
Volevo fermarmi in quel prato circondato da un mare giallo. Isola positiva, fattiva, non escludente, in un mare di paure alimentare dalla ignoranza con la stessa cura con cui Nestor alimenta il suo bestiame. 
Ritornerò da Anna e da Nestor.




domenica 10 dicembre 2017

10 dicembre 1983

10 dicembre 1983 l'Argentina caccia i colonnelli e ritorna la democrazia!


mi viejo

Qualche volta sulla strada trovi qualcuno che ti trascina in una festa dove si cucina, si beve, si ride, si piange, si ricordano amori e delusioni. Non c'è confessione più efficace che stare con gli altri , non c'è confessione più bella che sapere che qui come là c'è sempre la stessa voglia di vivere, amare, sognare, dividere il poco tutto che abbiamo.
Non c'è nulla che può fermare nulla.
In culo al mondo c'è un mondo migliore.... 


giovedì 7 dicembre 2017

quadras

Questa mattina mi sono alzato presto e sono uscito. Una città, un luogo si conoscono camminando lenamente e lasciando perdere guide, turismo ed istruzioni varie.
Non so quante "quadras" ho camminato ma direi molte.
Le quadras corrispondono ai nostri isolati solo che sono davvero quadrate e si ripetono all'infinito od almeno sino a che la città si perde nei campi.
La fortuna è che c'è sempre uno dei due lati in ombra per cui si può camminare senza tanto affanno anche in una giornata assolata come oggi.
L'urbanistica qui dimostra proprio di essere un "scienza" del piffero basandosi proprio su concetti semplici ma in fondo funzionali che già i romani applicavano quando fondavano un castro che qui chiamano fuerte!
Le case si allineano lungo la strada ed ed offrono la parte pubblica della abitazione familiare mentre dietro c'è quella più privata con il giardino è la parrilla per l'asado!
Lo stile se così possiamo chiamarlo, è direi notevole negli edifici più vecchi. 1920/1950.
Lesene, marcapiani, decorazioni floreali si alterano con edifici più legati al primo razionalismo e quindi semplicemente belli!
Poi gli anni passano ed i vuoti di riempiono di cubetti immondi senza ne capo ne coda. Poi arriva anche qui l'urbanistica e si demoliscono queste piccole case per alzarsi di numerosi piani così da poter lucrare ancor più una rendita con cui lavoro è impresa non riescono a competere.
I marciapiedi dicono sempre molto del sociale è direi che qui siamo in difficoltà!
Camminare fra una quadra e l'altra è difficile e bisogna porre attenzione a dislivelli, piccoli gradini, pavimenti che si sollevano e pali che spuntano in ogni dove.
La cosa che mi fa sorridere è che ad ogni incrocio di quadra il Comune ha posto in opera uno scivolo per diversamente abili.
Lo scivolo è realizzato senza alcuna attenzione distruggendo magari cordonate prezioso in pietra senza quasi mai diventare efficace per i disabili.
Ho immaginato l'opposizione che interroga per aiutare gli handicappati e la giunta che con un appalto veloce veloce risponde più formalmente che sostanzialmente.
Pura Italia!
La cosa che mi piace di più sono i parchi, giardini, luoghi vedi. Li l'attenzione c'è! L'erba è ben tagliata, i bordi curati, i percorsi perfetti anche per gli handicappati.
Gli alberi danno una sensazione di fresco e si respira bene.
Ora poi che è primavera la fioritura viola è magica.
Ora finisco il caffè e continuo a camminare!

firme

Ho osservato da queste parti, che spesso, soprattutto negli edifici più datati, che vi si trova la firme del progettista posta accanto alla porta di ingresso principale.
Mi chiedo se questa abitudine fosse consolidata anche da noi che mai accadrebbe.
Forse nulla o forse sì comprenderebbero molte cose.
Questo erano Mayer e Arango architetto ed ingegnere civile. Manca solo la data che però posso dare io 1945! 

mercoledì 6 dicembre 2017

società italiana di mutuo soccorso

Questa sera sono stato a cena nella sede della società Italiana di mutuo soccorso di Bahia Blanca. C'era il console con la sua giovane moglie. C'era Francisco, c'era una psicologa carina esperimentale come è giusto in Argentina. C'era una marchigiana di Camerino che da sola faceva due Andreatta. C'era un siciliano che faceva splendidi cannoli senza nulla sapere di Italia. Abbiamo parlato, bevuto, mangiato. Poi ho quasi costretto il giovane console a fare un discorso simile patriotico. Che infinito nulla raggiungo alle volte. Ma la solidarietà è in fondo questo appartenenza. E cavoli se qui ce n'è di bisogno. 
Dal circolo fondato da un certo Caronti nel 1882 é tutto




giovedì 30 novembre 2017

Subte

Subte de Buenos Aires!
Una ragazza sale sul treno affollato del mattino.
Il viso è rosso, grossi lacrimoni scendono sulle guance, telefono pigiato sull'orecchio.
Subito la comunicazione si chiude e lacrime e rossore e singulti coinvolgono tutti noi che stiamo attorno.
Una ragazza dal viso dolce e sicuro parla per prima. Che peccato non capire tutto! Dopo un po' di parole comprendo " benvenuta en el club".
La ragazza piangente è stata lasciata forse dal suo primo amore. C'è una sorta di solidarietà femminile che subito si concretizza in parole, sorrisi e sguardi comprensivi.
Le donne più anziane sorridono e ricordano la loro delusione.
Un ragazzo salva il genere maschile e tira fuori dallo zaino un fazzoletto di carta che porge alla piangente con un lievissimo sorriso.
Il tempo di due fermate e la piangente si ricompone, sorride per l'inaspettata solidarietà!
Benvenuta nel club!

mercoledì 29 novembre 2017

Boca

Non mi piace il calcio! Non di per sè ma per quella sorta di aurea che attorno ci si costruisce tanto da farlo diventare una sorta di religione e come tale centrale nella vita di molti soprattutto se poveri come del resto fanno le religioni diciamo ufficiali.

Oggi mi sono perso nel Boca un quartiere di BA che la mia assoluta ignoranza mai avrei pensato di collegarlo con la squadra del Boca Junior e con la Bomboniera che altro non è che il suo stadio. 

Il quartiere é povero. Molte case sono abbandonate e fuori dalle due strade "turistiche" si respira un aria pesante. Ma lo stadio è lì nella sua magnificenza giallo-blu circondata da una moltitudine di colori che coprono una miseria che attraverso il colore prova ad esprimere il genio che classi più ricche esprimono attraverso la pietra o l'intonaco a seconda del tempo e del denaro naturalmente.










martedì 28 novembre 2017

dulces de leche

Avete presente le polacche? Le caramelle che diamine. Bene! Quando vado in montagna ne ho sempre qualcuna in tasca per addolcirmi e prendere energia assieme agli amici.
Per quanto ne so sono fatte con latte e zucchero. 
Questa mattina ho fatto colazione in una panetteria dove più che pane sformano dolci di ogni fattura e bontà.
Per 32 pesos 1,55 € mi hanno dato un caffè e due cornetti che qui chiamano "mezzaluna" in barba al "politically correct" ma giustamente efficacemente per forma. 
Bene le due mezzaluna erano farcite da una dolcissima crema di colore nocciola che subito mi ha ricordato le polacche ma ma molto più buona. 

"Esto es el dulces de leche"

Ecco dolcezza infinita e che come ogni liquido, penetra in ogni dove. In fondo ho incominciato a pensare, la differenza fra questa gente che si lascia penetrare e condivide con tutti la dolcezza a far da contraltare a noi, polacchi, ungheresi e non solo, che la dolcezza la racchiudono in una forma prestabilita da dare solo a chi vogliamo noi e non a tutto ciò che ti sta attorno come sarebbe giusto è più felice.

San Telmo

É strana e forse nemmeno tanto questa Buenos Aires.

Sto tornando a casa in treno dopo tre metropolitane e i relativi cambi.

Mi sembra di fare un salto indietro quando giravo per Milano. 

Mi sono bastati quattro giorni ma ora riconosco le fermate e tutto incomincia a diventare familiare. 

Non ci sono timori anche come ora, che le 23 sono passate. 

Il quartiere che più mi riporta a se stesso è San Telmo. Non so perché o forse solo per le piccole case ordinate sulla ciottolata via. 

Li ballano il tango, là bevono birra e mangiano infinite bistecche. 

Qualche genio che arreda vetrine comunque già capolavori per conto loro.

Il viola di misteriose piante mai viste prima, è il colore di questa città in novembre . Il verde ti accompagna anche nelle strette vie di Palermo ed il sole è già vinto dalla brezza e dall'ombra che mai stanca gli occhi. 

Infinita gente che esce dagli uffici e corre al porto, alle vie del centro che quasi sembrano il Rio della Plata che un po' più in là avanza lento.

Gente che ti saluta, che ti cerca che prende un caffè con te senza nulla supporre. 

Nell'ultimo bar della serata ho fatto questa foto. 

La poesia.....

Che altro.....rovescia come me....

venerdì 24 novembre 2017

asado

Oggi asado e torta fritta! Seduto assieme ad una famiglia allargata ad ascoltare storie, storia, passioni, superficialità così come la vita ci conduce.
C'è sempre un momento in cui ti sembra di toccare l'anima della gente. Ne senti la forza, la debolezza la voglia di andare oltre la consapevolezza di non farcela.
Non c'è lingua, non c'è forma, non c'è nulla che possa coprire questo contatto che però subito ti sfugge.





giovedì 23 novembre 2017

vacino

Al secondo giorno in Argentina ho testato la sanità locale. Due ragazzi giovani, giovani Eva e Marco, che più o meno fanno lo stesso mio percorso, mi hanno suggerito di fare il vaccino per la febbre gialla se volevo entrare in Bolivia dato che alla frontiera controllano.

Così abbiamo cercato l' ambulatorio che si chiama "sanidad de fronteras" e dopo un po' di autobus ci siamo arrivati.

La sala è affollatissima di pazienti in attesa del turno. Due uomini fanno da reception e Marco che è quello che meglio parla lo spagnolo, ha spiegato il tutto all'uomo che confermava annuendo. Il vacino è gratuito per tutti in barba ai sovranisti. 

L'uomo mi ha guardato e chiesto "años tienes".

Non e possibile alla tua età vaccinarsi è troppo pericoloso ma ti facciamo ugualmente il foglio giallo delle vaccinazioni dichiarando che sei esente così i poliziotti di frontiera non ti fanno problemi. 

10 minuti e tutto è ok. Ora sono fuori ed aspetto Eva e Marco .

giovedì 9 novembre 2017

Francesco

Qualche giorno fa ci ha lasciati Francesco Cocco
La forma vorrebbe dicessi collega ma credo che credo che un uomo non si distingua tanto per il tipo di lavoro che fa ma per come lo fa e soprattutto per la passione con cui lo fa. 
Che sia architetto, pittore, scultore, muratore, agricoltore poco importa; importa che passione ci metti in quello che fai.
Lo avevo sentito qualche giorno prima quando il caso mi aveva riportato nel suo rifugio di Giazzera dove avevamo condiviso molti anni or sono, discussioni, pensieri ed immagini. 
La sua voce era viva e piena di progetti come al solito e ci siamo ripromessi di ritornare assieme a Giazzera. 
Conobbi Francesco quando dopo gli anni di Milano, tornai a Rovereto con mille idee per "cambiare le cose". L'urbanistica, fatta dalle imprese edili e dalla massimizzazione dei profitti. 
Studiai il PRG del '71, esaminai i nuovi interventi, criticai l'intellighenzia del tempo fra cui ci misi Francesco. 
"te ga resom!" mi disse un giorno nel suo studio in via san Giovanni Bosco e così diventammo amici! 
Ecco una caratteristica di Francesco rara da trovare negli uomini: non era per nulla invidioso, rancoroso. Anzi! La critica diventava per lui fonte di crescita e evoluzione, stimolo per il nuovo. 
Comprammo una casa assieme in vicolo Tintori che poi diventò tutta sua.
Oggi ripenso a quel periodo ed in fondo mi dico che misero fallimento! L'urbanistica è sempre quella anzi forse solo peggiorata se ha ancora valore parlarne. Ripenso al piano di Francesco del '71 e rivedo le sue intuizioni che solo oggi e forse nemmeno oggi, si comprendono. La strada di gronda da Sant'Ilario a Lizzana spazzata via da piccole speculazioni. La destinazione a verde dell'area BIMAC e non solo. Tutte cose che oggi possiamo toccare con mano per la fragilità di quanto fatto rispetto al pensato di Francesco.
Dietro ad una intuizione Francesco sapeva mettere insieme progetti, mattoni, vetro, ferro, argilla, tele per arrivare al risultato.
"l'architettura è fatta di spigoli dove si sbatte la testa!" 
Quando gli rubarono proprio in Giazzera, alcune opere era incavolato come non mai e non penso per il valore ma perchè i ladri gli avevano sottratto la materia del suo pensiero che in fondo per Francesco era come rubare l'anima.

venerdì 13 ottobre 2017

linguaggio

Questa mattina mi sono innamorato! Sono sceso a fare colazione ed il caso mi ha portato a sedermi accanto ad una coppia orientale certo non giovane ma nemmeno troppo anziana. Lui elegante con uno strano taglio di capelli a "padella" che in fondo definiva un viso altrimenti piatto. Lei! La perfezione! O così i miei occhi guidati dalla mente hanno suggerito. 
Alta, sottile ma non magra, lieve in ogni movimento. I capelli neri, forti e raccolti ordinatamente disordinati. Guardava il compagno e gli parlava muovendo non so cosa e come ma certo la voce era solo una piccola parte della comunicazione. 
La cosa interessante è che la coppia era certo non di primo approccio anzi. Ma era una grazia ammirare il linguaggio, penso atavico, della signora ed allora ho incominciato ad interrogarmi oltre che a perdermi nella grazia di quella signora che il marito mi ha confermato essere giapponese. 
Sarà una buona giornata!

mercoledì 27 settembre 2017

Acheni

Oggi sono uscito nuovamente. Ad Acheni evidente toponimo tedesco, che fa correre la fantasia verso il ben più famoso Aachen od Aquisgrana ma magari mi sbaglio alla grande.e sarei felice se qualcuno mi illumina 
Ad Acheni ci sono tre case forse in passato tre famiglie che trovavano sostentamento dai pochi campi posti sopra le case.
Ho sempre pansato che probabilmente da li partisse un sentiero per il paese soprastante oltre evidentemente per quelli posti più in là o prima oggi serviti dalla strada asfaltata.
Ho una teoria a tal proposito, ma ormai ampiamente verificata, che da un paese parte sempre una strada diretta per ogni paese che sta attorno. 
L'automobile oggi ha reso superfluo ciò che a piedi ha un profondo significato e che si riassume nella distanza. Questi sentieri li chiamo quelli della "morosa" o fidanzata in lingua, dato che se avevo una morosa a Pozzacchio ed abitavo ad Acheni era impensabile andare a Vanza e poi arrivare con il doppio della strada dalla mia bella.
Da Acheni quel sentiero c'è! Poi ho scoperto che oltre agli spasimanti serviva principalmente ai bambini per andare a scuola e mi sono chiesto quanti bambini mai ci potessero essere in tre case: una decina!
Da Pozzacchio poi ho girato attorno lo sperone di roccia del forte per il vecchio sentiero che qualcuno mi ha detto essere il sentiero originale che collegava Pozzacchio con Dosso e quindi Valmorbia. 
Il sentiero qualcuno l'ha sistemato e su un passaggio che qualche tempo fa mi fece sudare è stato realizzato un piccolo ponticello. 
Arrivato a Dosso ho intravisto una stradina che si dirigeva verso i campi e fiducioso mi portasse di ritorno verso Acheni senza costringermi alla ex statale, l'ho imboccata. 
La stradina è splendida ed il solo percorrerla ti riporta indietro nel tempo se non fosse per l'abbandono dei campi, 
Giù la striscia di asfalto poteva aspettare e l'evidenza del tracciato mi suggeriva di perseverare. 
Ahimè non avevo fatto i conti con le opere di difesa della strada e forse con le evidente pareti di rocce che peraltro conoscevo pure. 
Una piccola traccia forse di camosci mi ha guidato su per quel aspro cengio. Ormai stava diventando 
buio e mi rendevo conto che ritornare sarebbe stato pressoché impossibile. 
Così ho continuato ad avanzare mettendo mani ed equilibrio sinché la flebile traccia è diventata più evidente. 
La direzione però non era quella supposta e la mia memoria continuava a spaventarmi con le alte pareti della valle di Pozzacchio che ben conoscevo. 
Scoprire nuovi sentieri è come nella vita, non fermarsi a quello noto e sicuro ma osare anche ciò che non è conosciuto. 
Così sono arrivato ad una casa isolata il cui nome però non conosco ma che proverò a scoprire nei prossimi giorni.





martedì 5 settembre 2017

classifica

Il 16 aprile 2013 ho attivato la memorizzazione automatica da parte di Google dei luoghi visitati.
In seguito non me ne sono curato più di tanto. 
Oggi per caso mi sono imbattuto nella cronologia e debbo dire che qualche riflessione viene spontanea.
Vi è una classifica dei luoghi più visitati e corrisponde molto al vero a parte gli inevitabili errori dovuti penso, a mie mancate conferme e/o a supposizioni che il "sistema" non riesce ancora a comprendere.
La cosa che mi fa riflettere maggiormente e che tenderei a segnalare a Google, è la quasi assoluta mancanza dei luoghi "naturali" che pure ho visitato spesso ed abbondantemente.
Immagino che non essendoci attività economiche Google si disinteressi in parte alla definizione di tali luoghi o forse siamo noi stessi che non "inseriamo" sufficienti informazioni.
Non ho ancor ben capito e/o deciso se il tutto è positivo o negativo e penso le due cose possano "convivere" ma in fondo credo che la conoscenza, sia di ciò che ci circonda ma anche di noi stessi sia positiva a prescindere per cui continuerò a tracciare i miei spostamenti.
Comunque ecco qui la mia classifica ed alcune avvertenze:
Il secondo posto risulta essere l'ambasciata Cinese ma più semplicemente nel periodo in cui ho vissuto ad Amman la mia casa stava dietro alla stessa ed evidentemente Google ritiene più importante l'ambasciata che la mia casa: sorrido.
Al quinto posto ci sono delle coordinate che corrispondono al mio vecchio ufficio in Trento; le fermate degli autobus 15 e 26 corrispondono a luoghi di passaggio e si comprende come la valle di Terragnolo sia un mio luogo preferito; c'è un solo ristorante nella classifica ed è quello di Michele Berti e ne sono felice;
gli aeroporti sono due mentre per le stazioni dei treni solo Verona entra in classifica essendo incrocio importante.