mercoledì 27 settembre 2017

Acheni

Oggi sono uscito nuovamente. Ad Acheni evidente toponimo tedesco, che fa correre la fantasia verso il ben più famoso Aachen od Aquisgrana ma magari mi sbaglio alla grande.e sarei felice se qualcuno mi illumina 
Ad Acheni ci sono tre case forse in passato tre famiglie che trovavano sostentamento dai pochi campi posti sopra le case.
Ho sempre pansato che probabilmente da li partisse un sentiero per il paese soprastante oltre evidentemente per quelli posti più in là o prima oggi serviti dalla strada asfaltata.
Ho una teoria a tal proposito, ma ormai ampiamente verificata, che da un paese parte sempre una strada diretta per ogni paese che sta attorno. 
L'automobile oggi ha reso superfluo ciò che a piedi ha un profondo significato e che si riassume nella distanza. Questi sentieri li chiamo quelli della "morosa" o fidanzata in lingua, dato che se avevo una morosa a Pozzacchio ed abitavo ad Acheni era impensabile andare a Vanza e poi arrivare con il doppio della strada dalla mia bella.
Da Acheni quel sentiero c'è! Poi ho scoperto che oltre agli spasimanti serviva principalmente ai bambini per andare a scuola e mi sono chiesto quanti bambini mai ci potessero essere in tre case: una decina!
Da Pozzacchio poi ho girato attorno lo sperone di roccia del forte per il vecchio sentiero che qualcuno mi ha detto essere il sentiero originale che collegava Pozzacchio con Dosso e quindi Valmorbia. 
Il sentiero qualcuno l'ha sistemato e su un passaggio che qualche tempo fa mi fece sudare è stato realizzato un piccolo ponticello. 
Arrivato a Dosso ho intravisto una stradina che si dirigeva verso i campi e fiducioso mi portasse di ritorno verso Acheni senza costringermi alla ex statale, l'ho imboccata. 
La stradina è splendida ed il solo percorrerla ti riporta indietro nel tempo se non fosse per l'abbandono dei campi, 
Giù la striscia di asfalto poteva aspettare e l'evidenza del tracciato mi suggeriva di perseverare. 
Ahimè non avevo fatto i conti con le opere di difesa della strada e forse con le evidente pareti di rocce che peraltro conoscevo pure. 
Una piccola traccia forse di camosci mi ha guidato su per quel aspro cengio. Ormai stava diventando 
buio e mi rendevo conto che ritornare sarebbe stato pressoché impossibile. 
Così ho continuato ad avanzare mettendo mani ed equilibrio sinché la flebile traccia è diventata più evidente. 
La direzione però non era quella supposta e la mia memoria continuava a spaventarmi con le alte pareti della valle di Pozzacchio che ben conoscevo. 
Scoprire nuovi sentieri è come nella vita, non fermarsi a quello noto e sicuro ma osare anche ciò che non è conosciuto. 
Così sono arrivato ad una casa isolata il cui nome però non conosco ma che proverò a scoprire nei prossimi giorni.