sabato 29 dicembre 2012

amico sereno

quanto dolore è necessario a sopravvivere
forse sufficiente a perseverare nella speranza
di altro dolore che lento brucia ogni nostro essere
quanto impegno è necessario per continuare
a coltivar illusioni ormai perdute che mai vogliono
morire alla speranza mai paga del possibile
quanto dolore accompagna questa sera
diventando amico sereno con cui parlare

mercoledì 19 dicembre 2012

sabato 15 dicembre 2012

fine

capace di cambiare vita
capace di accettar lei..

mercoledì 12 dicembre 2012

....zacchete....


Seduto sul divano bianco
ho riguardato Castellito in "non ti muovere".
Quante emozioni alle volte
mi dico troppe e il cuore non regge...
La vita dovrebbe essere più semplice
lineare con intoppi che si possono prevedere ed invece
...zacchete...
...ecco uno caso che prima di allora non avevi mai provato.
Non una passioncella che un po' di sesso porta via.
Non una storia ben costruita ma quasi piatta.
Ecco un amore.
Lo riconosci e ne hai paura per la sua forza,
alle volte stenti a capirlo sempre preso da schemi che ti hanno raccontato
ma mai hai vissuto.
Inquieto per il sue essere sopra ad ogni cosa,
travolgente perché non sei capace di fermarlo,
puro come una fede religiosa.
Vorrei provare ad uscirne ma credo sarà impossibile.

sabato 8 dicembre 2012

silenzio

silenzio al dolore necessario

martedì 4 dicembre 2012

bufera

lieve bufera di neve
avvolge le cime attorno
dolce freddo accarezza
i volti in questa grigia valle
come le nostre ansie
che lassù ci avvolgono
mentre la vita grigia trascorre
solo amore può portar
coltre calda di bianca neve

venerdì 23 novembre 2012

lievi mani

piccole mani con affusolate dita
che lievi lambiscono timidamente
l'altra preziosa mano
occhi che scendono in basso
ma che nulla tolgono al sorriso sommesso
di quella bellezza che il cuore cerca
come vorrei questo profumo
per lenire questa vita che altri
sembra vogliano far finire
per poche piccole cose
di nessun potere ma che
valutano diverse senza capire
quella bellezza che lievi mani
ancora rimembrano

mercoledì 14 novembre 2012

pietra

stessa pietra che tutto ricopre e livella
stessa pietra che circonda un paradiso
stessa pietra che spegne ogni fiamma
solo un po di verdi licheni sopra e attorno
a sigillare quel che solo natura può unire
nulla altro serve se non una pietra ove
sotto stare finché ogni memoria svanirà
stessa pietra sorridendo sentir sopra

sabato 10 novembre 2012

un carro

Il carro saliva lento lungo la stretta strada. I tre uomini erano appena scesi a valle e finalmente ora potevano aumentare l'andatura che la strada del monte ed il pesante carico non avevano consentito sino ad allora. I due cavalli furono fatti riposare prima di percorrere quei nove chilometri che servivano per arrivare alla segheria. La giornata come sempre era iniziata presto all'alba. Una fiocca luce aveva illuminato la collazione di polenta e ricotta acida mescolate assieme. Poi i cavalli erano stati attaccati  al carro e i tre erano partiti per il monte. La strada prima attraversava prati e campi coltivati circondati da recinti fatti di piante nervose e muri di calmi sassi. Qualche portale maestoso nella ricca povertà del luogo segnava una nuova famiglia e nuove storie da ascoltare ma i cavalli un po' sbuffando proseguivano fra le grida ed i fischi di incitamento dei ragazzi. .La strada sempre si inerpicava per la lasciare posto ai campi ai pascoli ove lontano si sentiva l'abbaiare dei cani pastori che forse avevano fiutato qualche minaccia. Le ruote del carro avanzavano assieme ma ognuna di loro si adattava con sorprendente flessibilità al terreno che sempre più diventava accidentato. Grandi massi, solchi profondi in cui il fango inghiottiva quasi l'intera ruota ma nonostante tutto l'una superava quel masso alto mentre l'altra usciva dalla profonda buca. Le ruote erano state sino a quel giorno, qualcosa che godeva di vita propria. Ora li le ruote avevano la vita dei due cavalli e dei fischi dei dei loro padroni. La ruota finalmente era tornata ruota e poco importava se era con un battistrada profondo o liso, poco importava se aveva la giusta pressione e se perdeva qualche piccolo pezzo, la ruota li era lei e la sua essenza di rotolare comunque e sempre per la forza che altri le davano. Il carro si fermo in una radura ove una piccola baracca di legno e plastica era circondata da alte piante verdi grigie di rossi lamponi. La lunga sega presto iniziò a incidere quell'alto e pulito tronco che solo verso l'alto, la dove tutto il bosco arrivava, aveva qualche ramo per prendere la luce e portarla a terra. Ben presto l'incisione arrivò verso il fondo e fra un grido, quasi di battaglia o di orgasmo dei tre l'alto abete bianco crollò a valle con soffocato fragore. Dopo diverse ore di lavoro, di sudore che inzuppava i poveri vestiti di cruda lana, di sorsi di acqua, e di grida di incitamento per superare i numeroso picchi di sforzo o di pericolo il carro prese una nuova forma. Le due ruote quasi non si vedevano nascoste dai lunghi tronchi legati assieme da catene di acciaio pesanti quasi l'intero carro e fermate dopo diversi giri con bastoni di ferro che avevano permesso di tendere e chiudere in un'unica cosa il prezioso carico della giornata. I cavalli dovevano ora ritornare al lavoro. Tutti salirono sui tronchi e cercarono un posto meno scomodo e un po' di catena a cui tenersi con le mani ormai piagate. Il secchio dell'acqua ormai vuoto fu appeso sotto e con un fischio ed un ohhla il carro si mosse lentamente verso valle. Alla prima curva due ragazzi balzarono a terra e osservarono le ruote ormai unite dai tronchi. Le mani ferme sulle catene accompagnavano la discesa del carro quasi aiutando i cavalli a limitar la corsa a valle e forse molto più semplicemente ad indirizzare il carro sempre più in asse con il tiro per evitare ribaltamenti pericolosi che avrebbero costretto a caricare nuovamente il carro. Fu così che ritornarono a passar per i pascoli e poi per campi limitati da nervose siepi, da calmi muri e ritti steccati. Prima dei campi il carro si fermo, i ragazzi scesero e senza mai perder di vista i cavalli misero delle pietro sotto ogni ruota per frenare la spinta della discesa. Un crocefisso stava al'incrocio con la sua forma forte avvolta verso l'alto da un semicerchio fatto di latta e una pittura del Cristo fatta di cartone e tela dipinti con colori quasi fin troppo forti appoggiata al legno ormai reso scuro dall'aria.  Dopo la breve sosta a sentir il caldo sole che asciugava il sudore, si mossero di nuovo per arrivare infine al ponte e alle case che lo precedevano e lo seguivano. Due vecchietti stavano seduti su una panca un po' troppo alta da terra che costringeva loro a tener i piedi alti dal terreno. I due stavano in silenzio ma infiniti discorsi si leggevano nei loro occhi. Lui ormai appesantito dall'età guardava lei ed attorno appoggiando le mani sul ciglio della panca quasi ad esser pronto a scattare in avanti per chissà quale meta. Lei: minuta e forte con rughe ormai profonde che scavavano il bel volto che da ragazza doveva essere un incanto. Le mani appoggiate sulla gonna scura su stava un grembiule con ricami di colore acceso. I capelli ancora lunghi e raccolti dietro in un nodo un po' disordinato fermato da bastoncino di legno di radica su cui brillavano quei fili d'argento che incorniciavano il bel sorriso.
"Prendete" disse la donna ai ragazzi indicando il vicino pozzo quasi si troppo vicino al torrente per aver acqua diversa. Sorrise: i ragazzi aprirono il coperchio del pozzo e buttarono il secchio giù per subito recuperarlo pieno d'acqua fresca. Bevvero, si lavarono il viso aiutandosi l'un l'altro mentre l'uomo e la donna sorridevano ricordando forse tempi lontani e la gioventù che seppur non semplice aveva loro lasciato il dolce sulle labbra.
Sul carro ancora: una manata sulla natica del cavallo ed il carro inizio a salire la strada di fondovalle. I ragazzi parlano fra loro di altro. Uno è silenzioso e si sente il suo dolore quasi con una mano. Chissà perché. Chiedere, indagare, parlare ma forse tutto non serve per n dolore che piano piano deve essere messo dentro e vissuto come la semplicità di quella vita. Nulla più. Silenzio, sguardo inquieto ma limpido. Una carezza lieve come una ,amo di dolce amante si posa con il desiderio su quel volto.
I cavalli lenti sulla comoda strada procedono ed il suono degli zoccoli ritma le parole che son dette. Presto la strada sale ripida e l'andatura si fa sostenuta poi al piano si fermano a riposare pronti per la prossima erta. La strada gira a destra e subito a sinistra scavalca un piccolo rio per entrare in piazzale di polvere. Tronchi messi li alla rinfusa da una parte ed ordinati dall'altra. Pezzi di corteccia che si mescolano con i sassi bianchi del piazzale. L'uomo esce sulla dalla baracca e con un cenno invita a salire. Parole brevi e secche poi le catene son sciolte e tronchi cadono a terra. Ora tutti lavorano assieme. La sega si mette in moto con la forza dell'acqua che poi corre via. Bianco tronco esce dalla lama e profumo di bosco invade le narici. 

domenica 14 ottobre 2012

casa nel bosco

una casa nel bosco cerco
di alberi ritti e verdi macchie
di muschio umido e rosse bacche
di silenzio e piccoli suoni riempito
una casa nel bosco ove sedere
sull'uscio nel silenzio dei pensieri
 ove nulla cercare se non un po di pace
e solo guardare gli alberi crescere
una casa nel bosco lontana
da corse che a nulla portano
a confronti che a nulla servono
ad impegni che non son visti
una casa nel bosco profumata
di silenzio, di leggerezza e
di ricordi aspri e dolci riempita
ove aspettare lenta la morte
in una piccola casa nel bosco

lunedì 8 ottobre 2012

pace

placati anima mia e non cercare oltre
placati cuore mio e al fine trova pace
placati mente mia e nulla più costruire
placati corpo mio e lento procedi
placatevi sogni miei e fatemi al fin dormire
placatevi desideri miei di nulla riempitevi
placatevi passioni mie sopite sotto ceneri
pace vorrei ma chissà quando sarà

giovedì 4 ottobre 2012

puntini

........sempre

mercoledì 3 ottobre 2012

bianco

bianco lungo collo
fili d'oro scedono
carni lievemente rotonde
forme che si riempiono
rotondi occhi che cercano
e lievi si chiudono alla felicità
che sia forever
perdersi oggi per un domani
ritrovarsi
gioventù perché non hai
l'esperienza del passato

felicità

ritornar a cose nuove vecchie di sempre
correr di vita come sabbia fra le dita
leggera tristezza che profuma di felicità vissuta
abbandono alla solitudine di un passato
lasciar andare pensieri a desideri ormai introvabili
provare a fuggire a questa vita per ritrovare
felicità

domenica 16 settembre 2012

mutare

la riva di questo lago con i suoi alberi attorno par non mutare
quella chiesetta tozza di sassi incerti par esser da sempre li
quei lunghi monti che sopra corrono fra rocce e ghiaie sembra immobili
quella piccola palude con le sue canne dal vento mosse par essere sempre quella
solo noi continuamo a mutare più delle stagioni
solo noi avvertiamo il mutare veloce della vita
questa natura a noi sopravviverà solo perché più lentamente muta
solo noi in questo autunno sentiamo questo mutare

sabato 8 settembre 2012

tutto:nulla

ripenso agli infiniti luoghi visti
percorro le molte strade attraversate
scruto i tanti visi in cui mi sono perduto
per un attimo o per una vita
guardo le emozioni vissute e ancora il cuore palpita
mi siedo quieto e penso a questo vivere
e sorrido per i dolori vissuti
e piango per le felicità avute
grazie a questa infinita terra
per un giorno vorrei abbracciare tutto
e lieto aspetto il giorno che verrà
quando mi sarà concesso tutto dal nulla

martedì 4 settembre 2012

ad est

Che strana quest'Europa che fa base su stati che altro non sono che un sedimento storico di poteri che si son mutati ma che quasi mai son delle genti, delle loro culture e tradizioni.
Che strana questa Europa che solo nei centri di governo trova rappresentanza e solo nel poter economico par aver  la forza per governare particolarità.
Come vecchie monarchie ed imperi che non guardano monti o pianure o colli, non vedono prati o miniere o mandrie, non vedono gente seduta a raccontare, non vedono uomini intenti a faticare, non vedono giovani che in pochi anni diventano privi di speranze e di sane illusioni a provar di cambiare il mondo.
Come vecchie monarchie o imperi quest'Europa al fine naufragherà inseguendo forme astratte di vita e non guardando alla diversità.
Che strana quest'Europa che tanto più a est di Berlino non va lasciando terre ove eserciti interi si persero e quelle genti ormai lontane al loro infame destino.
Ritorneranno quelle genti a chiederci perché che certo non potranno esser risolti con facili giustificazione di ideologie ormai senza senso.
Camminate su quelle strade! Guardate le loro strade, le loro case, le loro genti. Guardate quel che siamo senza il denaro e forse nemmeno saremmo più capaci d'essere.
Camminate su quelle strade e trovate ospitalità, e sorrisi e strette di mano. Camminate su quelle strade e trovate l'insicurezza della povertà, del perder strada e quel che avete.
Sicurezza di questo, di quello forse della nostra stessa vita che par immortale ai più. E poi tornar ai soliti lamenti di chi troppo avvezzo a chiedere senza ricambiare a chi pensa che i diritti scritti su un pezzo di carta siano infiniti e divini ma poi incapace fermarsi a lungo sul dolore.
Storia, storia, storia conoscere dobbiamo. Forse questa strana Europa potrà trovar parole per il mutar delle sue genti, dei suoi  campi, dei suoi fiumi e dei suoi grandi monti.

lunedì 27 agosto 2012

spalla

camminare strade ampie
senza meta vagare
lasciando che il dolore ti conduca
a trovare un dolce carezza
sulla spalla che possa
almeno per un attimo
lenire quella anima
mai quieta che la vita accompagna
tempo antico che mai passò
e quella dolcezza come aria
per respirare sempre cercò

giovedì 23 agosto 2012

terra di confine

siamo come terra di confine
contesa terra fra forze grandi
a pagare conti di altrui voglie
siamo come terra di confine
un confine ove tener il dolore
ove nulla si costruisce per paura
siamo come terra di confine

mercoledì 22 agosto 2012

respiro

forse lenire le dure punte del dolore
forse sopire nell'oblio gli accesi ricordi
raccontare bugie a se stessi
per apparente serenità
dirsi impossibile un tornare di felicità
ma saper che nulla e niente può mutare il tuo dolce respiro

domenica 19 agosto 2012

possesso

non possedere terra
per camminarne mille
non possedere casa
e in ogni luogo viverne
non posseder potere
per trovarne la forza
non possedere donna
e di mille innamorarsi
non posseder nulla
e tutto sentire nelle mani
non posseder amore
per uno infinito coltivare
non posseder la vita
e la morte veder sorella

giovedì 16 agosto 2012

viaggio

camminare per strade nuove agli occhi e antiche al cuore
conoscere gente nelle loro case entrare e nella memoria
piangere commosso a scoperte nuove di antiche cose conosciute.
eleganza di vesti che nessun disegno
uomini che non san leggere ma ti porgono la grande mano ad accoglierti. cammino ancora in questa vita alla ricerca di un viaggio che ad Itaca al fin mi porterà.

lunedì 23 luglio 2012

scintille

infinito lavoro che altro sopisce
metter pensiero in cose da fare
gettar il cuore in speranze vuote
su una carta metter illusioni
quando finirà questo grondar sangue

oscure ragioni han acceso fuochi di cenere
luminose scintille ora escono dalle fiamme
e gli occhi pericolosamente si chiudono
per salvar quel che rimane della sera
infinito sentiero che sul vuoto si affaccia

mercoledì 11 luglio 2012

animar

assenza di presenza
silenziose parole
assordanti silenzi
nessuna voce
accompagna il giorno
di piccoli segni 
inutilmente il sorriso 
amaro si riempie
lento camminare
su dure pietre
per ponti forti
che li stanno
ad aspettar poveri
viandanti per animar
morti leoni

lunedì 9 luglio 2012

tana



domenica 1 luglio 2012

finalmente

nel mio buio mi muovo lentamente
accecato dalla luce barcollo nella mia cecità

sabato 23 giugno 2012

lavoro

lavoro, lavoro, pensieri di cose da fare, di dettagli da definire
lavora fuga quasi evidente ad altro a cui si tenta di fuggire
lavoro da non confrontare con altrui voglia d'essere
lavoro che lentamente ti conduce la ove è presto arrivare
lavoro per star come barche senza acqua sotto
nell'attesa di una marea che mai s'alzerà
per rimettere  i linea chiglie abbandonate di infinita dolcezza

mercoledì 20 giugno 2012

Emilia

Emilia sta li di fronte a quei vetri che fan prigione
guarda lontano la strada di San Felice 
dietro la vita a cui non si fugge
fatta di tavoli un po scalcinati qualche attenzione
di giovani studenti che presto saranno vecchi
di vecchi studenti che soli hanno vissuto
a cui un semplice affetto fatto di pasto assieme non è concesso
lontano par esserci la vita ma sola la fantasia lo sa
mentre dietro quel vetro lentamente una vita cerca d'essere vissuta 
inutile dolce speranza che occhi di fantasia riempie

giovedì 14 giugno 2012

strade

passi per nuove strade che lentamente entrano nel quotidiano
strade perse o che si perderanno come amori vissuti
strade che ti accompagnano con case, porte, negozi e gente dal nuovo accento
strade che mai sai quando ma finiranno per diventar qualcosa di te
strade che ti mancano con il nuovo che ti avevan dato
e che spesso ti chiedi come saranno ora che son lontane
Maiocchi, Coppelle, Saffi nomi di una vita che ha camminato
per strade alle ricerca di nuove strade per provar a trovar la strada

venerdì 8 giugno 2012

li


li seduti per veder di ordinar la terra 
li a chiamar piccolo uomini per ordinar altro
li stanchi a ordinar in fondo il povero pane
li felici a ordinar un bacio ad altri rubato
li teneri a infiniti problemi che valgon meno della vita
che sempre ami per un nulla che val tutto

mercoledì 30 maggio 2012

invisibili agli occhi

canto dolcemente assordante di uccelli invisibili agli occhi
fresco mattino che lieve toglie le poche ore di sonno
frenetica corsa del corpo con la mente come addormentata
pensare cosa dover fare, pensare con chi parlare, pensare e poi:
fermare la mente in angolo a riposare mentre tutto corre 
nel cuore sentir quel canto, quel sogno, quel sorriso, quella carezza
come il canto di uccelli invisibili agli occhi in un fresco mattino


mi perdonino i pochi lettori il ripeter di uccelli assordanti o chiassosi
i freschi mattini o l'aria tersa del mattino o sempre solo le stesse povere emozioni
ma forse le emozioni di poco son fatte e sempre alcune  cose le portano sopra
un mattino, un muro, un sorriso che altro?
bella vita che si rifugia in poche e ripetitive cose per lenir continuità che forse mai si cercano
e che forse proprio perché al cuore grandi sono fortunatamente irraggiungibili
per lasciar a noi la sensazione e l'illusione di dover da qualche parte andare
Itaca non conta è il viaggio: sulla nave puoi fare come nella vita tutto, ma l'importante è saper il porto dove arriverai
sorrido alle infinite verità che nulla risolvono come in fondo il ripetere di piccole emozioni
chiosar se stessi.

venerdì 11 maggio 2012

Hebron - El Khalil


Hebron - El Khalil

Le volte scure andavano ad appoggiarsi tutte su un forte pilastro squadrato con ampi blocchi di marmo bianco ormai consunti dal tempo.

La luce lieve come il suono sconosciuto si diffondeva per tutta la sala. La sedia impagliata ed il piccolo tavolo posto sotto una piccola finestra alta che andava quasi a toccar la volta. Era quasi fresco dentro e le spesse mura avevano spento i forti raggi di sole che durante tutto il giorno le avevano circondate. C'era poca gente seduta ai tavoli. Per un momento l'oriente che stava fuori si era attenuato. Le luci di una candela alta rischiaravano il piatto che mi stava davanti ed soliti turbinosi pensieri che mi stavano dentro. Pensavo alla giornata trascorsa, alla luce abbagliante dei bianchi muri di pietra che mi avevano accompagnato; alla tenue luce dell'ufficio di Samia. Al suo "come on Fabio..." Ad Issa che sorrideva e raccontava la Grecia come un paradiso accompagnadomi nella sua casa ai margini di quell'ampio campo profughi che era diventato un borgo troppo disordinato. Pensavo ai miei tormenti, alle mie felicità, alla mia farfalla morta.

Poi quattro uomini quasi in silenzio entrano e si mettono seduti ad un grande tavolo la dietro il pilastro, "Good evening sir....would..." parole straniere in quella terra ancor più straniera ma vicina al cuore. I miei pensieri si distraggono: fortunato in questo distogliermi da troppa emozione che il fermarmi sempre provoca. Poi dopo la ordinazione in inglese i quattro riprendono a parlare fra loro.

Ma non è più inglese; non è una lingua straniera, è la lingua in cui sogno. Mi alzo: "scusate, ma che ci fate in questo sperduto angolo della Palestina?"
Uno di loro ha un sorriso ampio e accogliente parla con voce grossa e racconta. Mi siedo con loro. Sono osservatori dicono della TIPH poi, dicono carabinieri in missione di pace nella città di Abramo. Non so nulla e sono assetato di conoscere. Quello con la voce bassa capisce subito...problem solving...farà al massimo il maresciallo in Italia fosse da un'altra parte sarebbe altro.
"perché non vieni a Hebron domani? Ti faccio vedere...? Ecco penso che i carabinieri non sono più quelli che mi ritrovavo davanti al'università impauriti come me mentre si tentava di far la rivoluzione. "L'immaginazione al potere" si gridava, ora li in quella terra mi ritrovava di fronte ad un carabiniere con immaginazione; io e lui però di potere solo quello del conoscere, dello scoprire dell'immaginare appunto.
Hebron, i ragazzini, le strade divise, i mercanti del suk, i tornelli che dividono mura che sono sempre le stesse e che se dividessi farebbero crollare l'edificio. Il te in quella stradina laterale, il sole che arrivava giù e il verde della profumata menta. Gli occhi, gli sguardi, delle donne velate che ti aprono un mondo che mai prima avevi immaginato. Il carabiniere che mi dice ridendo "be careful.Fabio" Poi la sera il posto di blocco la rabbia impotente di noi che possiamo aspettare e la tranquilla rassegnazione di chi deve aspettare che forse fa più male a chi pensa che con la forza si possa vivere in pace. E' l'aspettare, la pazienza che vincerà. Poche ore ma scolpite come la pietra della divisa tomba di Abramo.
Sorrido oggi pensando al piccolo carabiniere che come il grande Davide si muoveva nel suk come ne fosse il re. Una parola per quello, per l'altro, un muso duro per il poveoro soldato israeliano e per quel che rappresentava. Abramo e Sara, Isacco e Rebecca, Giacobbe e Leah questo basterebbe rappresentare. Era a casa sua quel piccolo carabiniere nessuno gli aveva detto che il suo regno era finito o forse re Davide era tornato.
Ci ritornai ancora ci ritornerò a costo di far patti col diavolo vorrei mostrar quei luoghi a chi amo, Come Abramo a trovar il tempo e la pace di accettar che la vita ti possegga. Penso alla immagine del fuoco che arde dal nulla.Penso che mai nulla di quel che è vero cambia.

sabato 5 maggio 2012

Parla piano




Parla piano e poi
non dire quel che hai detto già
le bugie non invecchiano
sulle tue labbra aiutano
tanto poi
è un'altra solitudine specchiata
scordiamoci di attendere
il volto per rimpiangere
Parla ancora e poi
dimmi quel che non mi dirai
versami il veleno di
quel che hai fatto prima?
su di noi
il tempo ha già giocato ha già scherzato
ora non rimane che
provar la verità
Che ti da' che ti da'
nascondere negli angoli
dire non dire
il gusto di tradire una stagione
sopra il volto tuo
pago il pegno di
volere ancora avere
ammalarmi di te
raccontandoti di me
Quando ami qualcuno
meglio amarlo davvero e del tutto
o non prenderlo affatto
dove hai tenuto nascosto
finora chi sei?
cercare mostrare provare una parte di sé
un paradiso di bugie
La verità non si sa non si sa..
come riconoscerla
cercarla nascosta
nelle tasche i cassetti il telefono
che ti da' che mi da'
cercare dietro gli angoli
celare i pensieri
morire da soli
in un'alchimia di desideri
sopra il volto tuo
pago il pegno di
rinunciare a me
non sapendo dividere
dividermi con te
Che ti da' che mi da'
affidarsi a te non fidandomi di me..
Sopra il volto tuo
pago il pegno di
rinunciare a noi
dividerti soltanto
nel volto del ricordo

mercoledì 2 maggio 2012

prima dell'alba

prima dell'alba, 
prima dell'alba ascoltar il calmo cuore
 e gli uccelli fuori chiassosi 
mentre una fresco abbraccio d'aria ti accarezza, 
prima dell'alba.

venerdì 27 aprile 2012

disse si e venne a stare a villa Giulia

mercoledì 25 aprile 2012

sapori



sorriso di una vita trascorsa come tante
tremore di una vita che incontra il fuggir del tempo
dolcezza di non pubbliche condivisioni
profumi di mare che forte il vento porta
luce luce che gli occhi riempie di lacrime
sapori di un amore che mai muore

vita aggrappati a quell'amore prima d'esser
portata via dalla prossima onda

domenica 15 aprile 2012

muro


lungo muro di mattoni 
presto si alza per il fuggire del suolo
più forte così diviene 
per far piccolo quell'uomo
che stanco della vita
con un ginocchio ad esso si appoggia 
immobile mutar solo di viste
come di anime che sempre inseguono

sabato 24 marzo 2012

panca

vecchia panca posta li fuori dietro l'angolo
legno inciso dal tempo come fosse un volto
storta come la vita che ci accompagna
ore lievi a guardare con occhi sereni
ore lente ad aspettare il ritornar del sole
ore tristi e di rabbia come furia che poi si placa
vecchia panca li dietro l'angolo ad ascoltar parole
a sentir carezze e frusci di vesti ed
ad accompagnar silenzi sereni del mattino
e dolci imbrunire di parole che lente si spengono
vecchia panca li dietro l'angolo ti vedo ancora

domenica 4 marzo 2012

sciocchezza

Alle volte ti fermi, il respiro si ferma, la mente si ferma
un pensiero mai lasciato e che senti sempre accanto
Cose, avvenimenti, progetti, altro nel frattempo, accaduto
ritorna li dove lo hai lasciato ormai qualche anno fa.
La vita ti darà una altra possibilità? Sai già che così non sarà
L'hai avuta: l'hai persa per mille o nessun motivo, 
per colpa o non solo, per incapacità o non solo
vorresti capire quello che mai accetterai o capirai
Vorresti gridare quell'inutile dolore che ti accompagna
sai che non vale nulla la tua inutile disperazione
ma inutile forse non è perché forte ti aggrappa alla vita
che un giorno che mai verrà, un sorriso, una parola verrà
da quell'unico amore che ti accompagna senza essere con te.


martedì 28 febbraio 2012

mercoledì 22 febbraio 2012

polvere

granelli di polvere sospesi nell'aria
improvvisamente attraversati da un raggio di luce
per tornare poi a perdersi nel non esser visti
mentre lentamente si posano nel mare infinito


domenica 22 gennaio 2012

roccia


nuda roccia che verticale sale
aspri appigli per mani ruvide 
come vita appesa nel nulla
come cuore lasciato solo
a cercare piccoli appigli
a cui lasciar speranze pendere
aspra roccia dolce più della vita
limpida più di un amore pauroso
calda pietra che lieve ti sfiora
come mani di perduto amore
corde e tremori a cui lasciarsi 
per dimenticare il tempo perduto

domenica 15 gennaio 2012

vuoto

silenzi di case vuote
urla di anime vuote
parole di discorsi vuoti
decisioni di progetti vuoti
ripetersi di bivi vuoti
preghiere di fedi vuote
insulti di rabbie vuote
ripetersi di versi vuoti
finalmente vuota pace
piena di speranza

domenica 8 gennaio 2012

trasformarsi

storie di amore infiniti che lentamente si perdono trasformandosi
storie di vite che accompagnano i nostri pensieri trasformandoli
storie di tempo che sempre insegue l'infinito trasformandolo
storie di una vita che tramonta senza trasformare le mutazioni
inutile storia che menestrelli stanchi scrivono trasformandola
come maschere che coprono animi conosciuti mutandoli
trasformar storia per non vedere altra storia inutile crearsi
storie d'amore infiniti che velocemente si perdono trasformandosi