martedì 4 settembre 2012

ad est

Che strana quest'Europa che fa base su stati che altro non sono che un sedimento storico di poteri che si son mutati ma che quasi mai son delle genti, delle loro culture e tradizioni.
Che strana questa Europa che solo nei centri di governo trova rappresentanza e solo nel poter economico par aver  la forza per governare particolarità.
Come vecchie monarchie ed imperi che non guardano monti o pianure o colli, non vedono prati o miniere o mandrie, non vedono gente seduta a raccontare, non vedono uomini intenti a faticare, non vedono giovani che in pochi anni diventano privi di speranze e di sane illusioni a provar di cambiare il mondo.
Come vecchie monarchie o imperi quest'Europa al fine naufragherà inseguendo forme astratte di vita e non guardando alla diversità.
Che strana quest'Europa che tanto più a est di Berlino non va lasciando terre ove eserciti interi si persero e quelle genti ormai lontane al loro infame destino.
Ritorneranno quelle genti a chiederci perché che certo non potranno esser risolti con facili giustificazione di ideologie ormai senza senso.
Camminate su quelle strade! Guardate le loro strade, le loro case, le loro genti. Guardate quel che siamo senza il denaro e forse nemmeno saremmo più capaci d'essere.
Camminate su quelle strade e trovate ospitalità, e sorrisi e strette di mano. Camminate su quelle strade e trovate l'insicurezza della povertà, del perder strada e quel che avete.
Sicurezza di questo, di quello forse della nostra stessa vita che par immortale ai più. E poi tornar ai soliti lamenti di chi troppo avvezzo a chiedere senza ricambiare a chi pensa che i diritti scritti su un pezzo di carta siano infiniti e divini ma poi incapace fermarsi a lungo sul dolore.
Storia, storia, storia conoscere dobbiamo. Forse questa strana Europa potrà trovar parole per il mutar delle sue genti, dei suoi  campi, dei suoi fiumi e dei suoi grandi monti.