lunedì 23 novembre 2015

EU

Ieri sera camminavo con Arne e Hanne lungo le stradine di campagna che portano dalla loro casa alla riva del mare. I due cani ci seguivano o ci prevedevano a seconda di non determinate condizioni presenti nell'aria.
Ci siamo imbattuti in questo cartello che opportunamente tradotto potrebbe diventare il prossimo slogan della lega o dei cinque stelle.
La cosa simpatica è che in Danimarca è quello che noi definiamo sinistra a proporre meno EU mentre la destra vorrebbe più EU. 
Arne uomo socialdemocratico e luterano non sa bene che fare. Comprende che la Danimarca da sola non può andare tanto lontano ma allo stesso tempo teme che valori storici che appartengono a quel territorio potrebbero risultare persi.
Come on Arne! 
I valori non si possono perdere solo se si comprende dove si sta andando. Proprio Kirkegaard ce lo insegnò qualche secolo fa. 
Non mi spaventa la dissoluzione della EU mi spaventa la dissoluzione del pensiero e l'affermazione delle paure che anche da noi sono ben alimentate da cercatori di effimere vittorie.
Meglio prendere un treno e continuare questo viaggio.


giovedì 19 novembre 2015

Luci della notte

Sto seduto qui nella veranda di Arne e Hanne. La notte è scesa. Lontane le luci delle navi sembrano ferme ma so che si muovono ed attraverseranno la baia in poche ore. Sembra ieri e un sacco di tempo è corso. Penso, gusto questo attraversare di mare o di vite e mi pare di afferrare l'infinito. Sono pago e teso verso il nuovo che so essere così vicino all'antico da confondersi.
Che mai posso desiderare di piu di questa continuità che però so un giorno si spezzera così come le nostre vite.
Scrivo seduto nella veranda che con le sue cose mi è ormai familiare e che mi tormenta con infiniti se.
Sto seduto guardo fuori le luci lontane delle navi che nel nero della notte fra poco spariranno come le nostre vite e sono felice e sono angosciato per per questo è per quello.


sabato 7 novembre 2015

idraulici di Seriate

Ho riattraversato quel percorso aereo che porta fuori dallo ospedale di Seriate.
Il piazzale sotto sempre un po' squallido con la ghiaia e qualche pianta cresciuta percaso lungo i bordi,  la prospettiva verso l'inevitabile parcheggio con edifici poveri di tutto e forse anche della vita che sta in loro.
Ho attraversato quella specie di ponte che collega il dolore che sta dentro e la vita che sta fuori non priva di altro seppur diverso  dolore. Ponte dai forti pilastri e dal fragile impalcato di lamiera striata.
Il sole mi stava di fronte e caldo mi accarezzava il viso dandogli colore che nell'intorno proprio non c'era. 
Per un attimo sono tornato a quando ne uscì ormai quasi dieci anni fa dopo che qualcuno era entrato dentro il mio cuore non come l'amore mio ma come l'idraulico Adrian aveva riparato tubi, allargato innesti, messo fascette e permesso così alla vita di fluire ancora nuova dentro il suo tormentato percorso. 
Ho ripercorso quella sensazione di allora uscendo ed ho sorriso al gran dono della vita pur con i suoi tormenti che amo proprio per la vita che accompagnano
Viva gli idraulici del cuore che intatto lasciano il cuore delle emozioni.

domenica 1 novembre 2015

otto per sei

Otto per sei!
Lordi che netti faranno si e no trentacinque metri quadri che guardacaso è lo standard minimo di un alloggio anche ai tempi nostri. Le falde vanno su un po' ripide su tutti i quattro angoli ed in cima evidentemente c'è un colmo che seppur breve da un senso di normalità a quel che altrimenti poteva essere anche una forma che gli architetti chiamano pura, e che solo alcuni di loro usano con temeraria noncuranza.
C'è un camino bello quadro che proprio lì dove il colmo inizia spunta su a dar un po' meno simmetria al tutto.
Camino poi che sta a cavallo dei due spazzi interni che ancora rompono la monotonia della simmetria che obbligherebbe altrimenti a non distinguere il giorno dalla notte e nel non dare gerarchia al nostro vivere quotidiano.
Quattro finestre posate per lungo ad aiutare quella piccola casa a sembrare più lunga del vero.
Una porta un po' più grande e preziosa verso strada mentre di là sembra quasi non esserci per l'esser sempre aperta almeno in questa stagione.
Otto per sei e uno e due e tre quante case così conto mentre il lento treno va. Quante vite narratte in quei pochi metri che ormai qualcuno sta allargando, alzando come pensa di fare per la vita.
Otto per sei.


il bigliettario

Che bello:
Poi salire sul primo mezzo che passa senza preoccuparti se hai il biglietto in tasca.
Se poi hai sbagliato subito sei messo sulla giusta strada.
Poi magari ti dicono dove è meglio scendere e che coincidenza prendere.
Ma una cosa è particolarmente vera: tutti ma proprio tutti pagano il biglietto ed in fondo si fa educazione civica senza tanti costi inutili.
Voglio il bigliettario di nuovo sugli autobus.
Più lavoro, più cortesia, più informazioni e soprattutto più giustizia e meno furbetti.
Viva il bigliettario