sabato 29 maggio 2021

bosco e burocrazia

Me ne sto seduto sull'uscio di casa. Una povera casa fatta di pietra e legno. Dentro c'è un fuoco che da vita. Ascolto i mille invisibili uccelli che mi circondano con il loro canto. Il luogo è appartato, quasi dimenticato anche se un tempo molti ne lavoravano i magri campi e i rocciosi colli erano pieni di capre saltellanti. Ho trovato una foto del 1954 solo qualche albero a segnare i confini. Oggi il bosco sta dappertutto e di tutto si sta impossessando. Come la burocrazia che mille carte, analisi, valutazioni e denaro chiede per consentirmi a star seduto sull'uscio. Ma che tutela è? Forse dell'impiego e del piccolo potere che le viene lasciato su chi solo seduto sull'uscio sta mentre altro meriterebbe forse più forti battaglie.



mercoledì 26 maggio 2021

fune

Una tragedia! Un'altra tragedia! La traente che si spezza, i freni che non entrano in azione e mille altre cose che si sono portate via 14 vite.
Era esattamente il 21 agosto 2018 quando scrivevo di un'altra tragedia quella del ponte di Genova.
Probabilmente se ne dovrà scrivere ancora di altre anche se vorrei sperare di no. 
Non so nulla realmente di quanto accaduto ma sono pronto a scommettere che fra tre anni come per il ponte Morandi, non sapremo con chi prendercela, chi adirare quale colpevole. Si certo sarà la società X, l'ente Y ma ma in fondo nemmeno i presidenti se ne preoccuperanno più di tanto. 
Sapete vorrei che la traente si fosse spezzata! Finalmente saremmo normali, avremmo fatto male i calcoli o ci sarebbe un difetto di chi sa che nell'acciaio. 
Ed invece? Invece ci sarà il Tizio che ha sorvolato su un difettuccio da poco, il Caio che pur essendone a conoscenza non l'ha dichiarato perché era scritto non essere sua competenza, il Sempronio che stava lì a sovraintendere che era arrivato lì perché... perché lo sapete anche voi.
Ah sono quasi certo che le carte, le autorizzazioni, i controlli formali saranno quasi tutti a posto, anche al Morandi era così, ma: ma non basta perché abbiamo costruito forma e non sostanza. Perché ci fermiamo alla forma e non controlliamo la sostanza. Troppo pericoloso farlo. È come la sicurezza sui luoghi di lavoro! Carte! Montagne di carte che si pagano profumatamente ma che a poco servono se non a dissipare le colpe ma non ahimè a salvare vite.
Tre anni fa scrivevo questo: "Crolla un ponte, vengono giù case per terremoti che in altre parti del mondo nemmeno sono considerati tali, esplodono autobotti, treni si sfasciano, muoiono lavoratori stipati in furgoni "clandestini" e via dicendo e subito parte il rito questo si tipicamente italico, della caccia alle "streghe" anche perché chiamarli colpevoli penso sia profondamente vigliacco! Perché? 
Perché di tutto questo la responsabilità è primariamente nostra! Si nostra, di noi italiani che consideriamo "furbo" uno che non dichiara un guadagno, che consideriamo "furbo" chi riesce a costruire superando un vincolo, che consideriamo "furbo" uno che "non butta" denaro nelle "assurde" (e solo ahimè formali) norme della sicurezza, che consideriamo "furbo" chi non paga il ticket sanitario o non fa la coda, che consideriamo "furbo" chi prendendo il sussidio alla disoccupazione poi va a lavorare in nero, che consideriamo "furbo, ops capace" chi sta ai vertici degli uffici senza competenze verificabili e pubbliche, che consideriamo "infame" denunciare tutto questo purché ci lascino "mugugnare" e pensare che non è colpa individuale! 
Poi ci basta un mugugnatore che fa "ridere" e un incantatore che ci rassicuri che la colpa è "dei negri, rifugiati, zingari e comunque di altri e non nostra" per seguirli come i topolini di Hamelin."
Sarei stanco di scrivere di tragedie anche perché nulla cambia davvero ed ho paura ci ritroveremo fra non molto ancora a commentare un'altra tragedia.