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lunedì 31 ottobre 2022

ospitalità

Appena passata la frontiera Uzbeka un libro, un film non basterebbero a descrivere. Ora sto mangiando un ciai al latte buonissimo come il riso che lo accompagna in una bettola che fortunatamente non vedrà mai Craco o cucinieri di tal guisa.
Che fortuna essere lontani....
Ed i miei compagni di viaggio mi hanno appena offerto il pasto...







giovedì 13 ottobre 2022

porte

Sono finito in un ristorante iraniano!
Riso con cardamomo, arachidi, uvetta passa, bisi, chicci di mais!
Fagiolini, quelli piatti, con pomodoro ed albicocche secche.
L'insalata forse normale ma con qualcosa di secco e dolce dentro che la fa diventare altro.
Se non mangi tutto il pelato e grosso tipo che porta al banco e ritira i piatti ti fa un cazziatone degno di cause per noi occidentali, più importanti ma che in fondo si possono attribuire allo stesso principio di avanzare un cibo.
È arrivato il pollo, non sono ancora vegetariano ma vi assicuro che qui lo si potrebbe diventare, ma il pollo con lo yogurt e non so che altro, mi mancava.
Come mancava il viaggio, gli incontri, i punti di vista diversi, le parole che fai fatica a leggere per un alfabeto che è identità di una grande parte di Europa ma che ci ostiniamo a non conoscere. Esercizio infinito della mente per trovare risposte ma che come porte appena aperte, ti mostrano altre infinite porte.


mercoledì 31 marzo 2021

fagioli e tonno

Oggi sono tornato in Chile! Laggiù nell'isola di Navarino dove vagai solitario per cinque splendidi giorni fatti di tempeste, vento, pioggia, sole, freddo e caldo quest'ultimo solo nel sacco da meno venti gradi.
Ma oggi non c'è vento, è una splendida giornata e saranno venti gradi senza nessun sacco.
Sembrerà strano ma quello che mi ha fatto fare un balzo di 20.000 km è stato il mio pasto: fagioli e tonno! Uno dei più leggeri, gustosi, economici pasti avendone ancora le caratteristiche e non come le barrette che come la nostra società ricca ed opulenta, riassume nel nulla l'essenza delle cose.
Stamani ridevo dentro di me mentre preparavo lo zaino ma ora un po' di nostalgia per quei denti di Navarino mi è venuta mangiando tonno e fagioli e guardando i frassini che intorno stanno per fiorire.

mercoledì 10 ottobre 2018

lamponi

Nel menu c'era scritto "zuppa ai lamponi" e così non ho resistito ed ho provato pensando che qualcosa di caldo potesse aiutare lo stomaco.
Quelli che vedete sono lamponi e pure freschi il liquido però non è per niente caldo trattandosi di latte, panna e miele. Sempre da imparare....anche una nuova soup....


domenica 15 aprile 2018

vegetariano

Avevo scritto a lungo e poi tutto è andato perso per via della mancanza di connessione.
Avevo scritto di questo deserto molto lungo ma poco largo che almeno in parte, ho percorso oggi spingendomi a nord.
Domani andrò a vedermi un po' di insediamenti precolombiani che abbondano nell'area.
D'altra parte gli antichi proprio sciocchi non erano. Nel deserto non piove ma se ci sono fiumi che lo attraversano scendendo dai monti con quell'acqua si può realizzare un giardino.
È così eccomi qui in uno di questi giardini. 
La temperatura più bassa in tutto l'anno è di 8 gradi la più alta di 36. Praticamente una eterna primavera. Ma non era di questo che volevo parlare, bensì della mia sorpresa, piacevole sorpresa. Uscendo a cena sono arrivato in una piazzetta. Tre alberi una fontana, pietra bianca a terra e un vecchietto che suonava la fisarmonica. Nell'angolo due tavolini annunciavano una possibilità di canare.
Mi sono avvicinato e sulle lavagne una sfilza di piatti a base di verdure, succhi di frutta. Me ne stavo andando pensando ai soliti salutisti vegetariani. Bhe una ragazza dagli occhi dolci mi ha rassicurato che fanno anche carne ed hanno una cuschegna (birra di Cusco).
I compromessi sono sempre piacevoli. Ho mangiato un hamburger direi decente un riso decente e udite udite una insalata speciale.non so che ci avevano messo dentro ma anche senza olio era squisita. Nessuno mi convincerà a diventare vegetariano ma questa sera ho scoperto sapori che mi erano preclusi per mia ignavia. Essere in un giardino in mezzo ad un deserto ha i suoi vantaggi.

venerdì 13 aprile 2018

panza

Chiedo scusa a Lima città senza anima ma con una "panza" da far invidia.
Risotto ai frutti di mare, chicharon e cheviche! Che más? Compagnia migliore della solitudine.

Lima

È proprio strana questa Lima.
Oggi ho camminato, preso autobus, guardato, osservato ma, ma non sono riuscito a dare a Lima un anima.
Ieri pensavo fosse il quartiere di Miraflores a condizionare il giudizio ma oggi ho visto altre parti della città e non sono riuscito a dare a Lima un anima.
Ci sono città ricche, ci sono città povere, ci sono città in cui fiuti la storia, ci sono città in cui la storia è solo l'oggi.
Lima non è nulla di tutto questo. Lima è tutto questo senza esserlo.
Per tanto cammini non cambia un gran che, stessi edifici moderni alti, stesse villette eleganti a "sostenere" fratelli troppo rapidamente cresciuti.
Tutto è diverso ma in fondo tutto è così uguale e monotono che nulla ti colpisce e tutto ti colpisce non lasciandoti però nessuno ricordo, nessuna immagine che ti porterai con te. 
Cusco aveva le sue strade erte in cui fiatavi come un mantice; Lima no! Solo verso il mare sembra darsi un riscatto ma poi le spiagge sono vuote e linde per cui tutto ritorna alle strade nelle prese una per una ma vuote di anima. 
Forse oggi al di là del rio c'è stato un sussulto ma, ma è sparito subito trascinando questa immensa città in una sorta di mancanza di locus. 
Mi perdonerà Lima ma la sensazione è quella che ti dà una bella donna ma senza fascino.
Dieci minuti sono sufficienti per capire e provare a comprendere anche se nessun desiderio è stata capace di svegliare. 
Lima!




Chiedo scusa a Lima città senza anima ma con una "panza" da far invidia.
Risotto ai frutti di mare, chicharon e cheviche! Che más? Compagnia migliore della solitudine.


giovedì 12 aprile 2018

polpo

Non lo so se sono in un ristorante stellato Michelen, a Lima ce ne sono ben tre, ma debbo dire che si mangia divinamente. 
Raramente ho gustato un polpo così raffinato accompagnato da delle patate che a prima vista, sembravamo banali cips ma che al gusto ho capito essere patate vere tagliate sottili e divinamente aromatizzate.

mercoledì 4 aprile 2018

San Blas

Pranzo al mercato di San Blas Cusco: minestra di grano con patate, carne e pomodorini piccanti: di secondo riso alla cubana con banane fritte e uovo.

sabato 17 marzo 2018

fame

Il mio ristorante di oggi! Perso sui monti della Bolivia. Stomaco forte e fame altrettanto...
Ed ora non so bene come andare avanti...ma una soluzione si troverà.

venerdì 16 marzo 2018

Sucre

Che Sucre fosse una città storica di tutto il Sud America mi era noto. Posso sbagliarmi ma di qui parti la "rivolta" contro gli spagnoli occupanti e questa però fu l'ultima città liberata a testimonianza di quanto ci tenessero gli spagnoli. Sucre ė anche la capitale formale della Bolivia ma quello che più importa debbo dire che è una bella città. Lo é nel suo centro storico scandito da preziose "cuadra" dove si allineano semplici edifici con raffinati elementi architettonici che testimoniano una ricchezza economica ma soprattutto culturale. 
Sucre ha riscattato l'immagine che la scalcinata Uyuni e la impossible Potosí avevano a me dato della Bolivia. 
Per carità la periferia è degna delle altre due città ma certo anche le periferie italiane nulla centrano con i corrispettivi centri storici.
Questa mattina ho camminato a lungo, guardato, preso nota, confrontato con la mia memoria ed alfine cercato un posto per mangiare. Ero proprio in centro!
Ristorante vegetariano e va beh uno dai sono avanti: due, tre, ops ristorante vegano e uno e due!!! Tutti i boliviani sono diventati o vegani o vegetariani??? Non è possibile! Infatti mi infilo in uno di questi e non c'è un boliviani a pagarlo! Tutti al solito Yankees e i ristoratori di Sucre corrono "dietro" alle altrui tendenze. 
Bravi quelli di Sucre a fare soldi con le altrui fisee! Io sono uscito dalle cuadra centrali e mi sono gustato una ottima chuleta de cerdo accompagnata da un riso nero mi hanno detto: ottimo!
Sempre a proposito di Yankees ieri sera parlavo con un francese che si ferma solo in Bolivia perché è más barato delle altre nazioni e per questo è contento! Gli ho chiesto: "ma allora sei felice che siano poveri?" Mi ha guardato, ha pensato e poi fortunatamente mi ha detto: "hai ragione".....

giovedì 15 marzo 2018

cibo e turisti

Ieri sera sono andato a mangiare in un ristorante ove fuori c'era il simbolo che si poteva pagare con carta di credito: tutti gli avventori erano Yankees ma ero stanco e così ho accennato e via. 
Ho mangiato Lomo alla plancia che altro non è che una bistecca con sopra un uovo e contorno di patate fritte. Due birre nada más prezzo finale 122 boliviani che oltre i 5 bol. per l'uso della carta fanno più o meno 15,00€.
Bhe direte voi prezzo buono a casa avresti pagato di più.
Questa sera su suggerimento di Josè che mi ha scorrazzato per tutto il pomeriggio, sono finito in un locale senza alcuna insegna e dove tutti erano boliviani ed io l'unico Yanke! 
Hola mangiato il solito Lomo alla plancia e direi decisamente migliore di ieri, ho bevuto un succo preparato li al momento a non so cosa ma sospetto ananas. 
Ho pagato! Mi sono vergognato! 17 boliviani vale a dire più di dieci volte meno di ieri, vale a dire 2 €
Ecco il disastro che combiniamo noi turisti.

Se poi José mí dice che gli autisti che scorrazzano i turisti spesso sono sottopagati e ricevono i soldi il giorno del "domani" e che le agenzie ne approfittano mi chiedo se mandare anche qui da loro qualcheduno che mandi a "vafa..." é gridando "onestà onestà" ma mi sa che hanno già Morales.

Ma José mi ha stretto un groppo alla gola quando mi ha detto che ""tengo 4 varones" ed al mio invito a non mollare per la mujer, mi ha spiegato che proprio non possono più e che è preoccupato per i ragazzi crescono e presto la casa sarà vuota e "qué hogar es sin el desastre de los niños": mí ha fatto piangere! 
Ah José tiene 32 años!

mercoledì 21 febbraio 2018

Carmenere

La mia cena ma anche il mio pranzo. Il luogo è bello, ho un lago vicino dove ho appena fatto il bagno, c'è ancora un po' di sole e soprattutto c'è silenzio e non c'è connessione.
Fagioli, tonno, un po' di formaggio e soprattutto un Carmenere che scivola via e fa scivolar via ogni preoccupazione se mai ce ne fossero.
Ho fatto bucato, si intravede steso in fondo, era ora e nulla aggiungo. Sul gas ci sono due uova per domani (mai mangiate tante uova così). 
Insomma giornata normale, lenta che per magia ti riporta, più o meno, ad una normalità dimenticata o quasi. Ma è normale mangiare all'imbrunire con il sole che ti accompagna ed Carmenere ti rende leggero e di ogni cosa ti fa sentir Il sapore: il sapore della vita.
C'è un papà più in là che gioca con i suoi bambini, in campeggio, non so chi si diverte di più? Forse io!

martedì 20 febbraio 2018

casola

Fino a ieri credevo che la Casola fosse un piatto milanese fatto con verze e maiale, puntine se non ricordo male, ma sono certo che gli amici milanesi mi aiuteranno; fino a ieri e probabilmente anche oggi Salvini penserà a quel piatto come espressione identitaria di non so bene cosa. Sino a ieri! Perché questa sera mi sono seduto in una bettola cilena ne più ne meno come quelle che ricordo a Lambrate, ed ho gustato una cacuela! 😀 É si! Ma direi che finalmente le verze non c'erano e le patate, il mais e la zucca, forse unico elemento dolce che richiama le verze, assieme ai fagiolini e non so che altro ancora era superbo. Superba era la carne, di manzo e che diamine, che tagliavi con coltello e forchetta, e gustavi meglio che qualsiasi povero "cerdo" come dicono qui. 
Bhe ditelo a Salvini che la contaminazione è una gran cosa è che no intendo "prima gli Italiani" forse perché prima ci sta la contaminazione....di cacuela naturalmente...

martedì 13 febbraio 2018

cara ospitalità

Me ne sto andando da questa bella isola. C'è il sole seppure una maglia ci vuole sempre. 
Ieri poi sono stato in una casa posata su queste dolci colline con una vista mozzafiato sui fiordi attorno. Fortunatamente non è caldissimo altrimenti sarebbe stracolmo di turisti. 
La famiglia, se così si può definire una serie di persone tenute assieme da legami di sangue, sembrava a prima vista modesta ma quando si è trattato di prezzi ho capito che proprio non lo era: anzi! Ho pagato una zuppa di fagioli 500 pesos quando la sera prima per la stessa cifra avevo mangiato merluzzo alla piastra e patate. Anche la camera si è rivelata cara: la più cara. Così stamani ho deciso di andarmene e gentilmente ho tirato fuori la scusa di un amico che mi aveva telefonato e via. 
Credo che abbiano capito ma non mi importa in fondo questo modo di fare si paga. 
Il patriarca della famiglia mi ha accolto in cucina che poi piano piano, si è riempita di giovani, meno giovani e bambini che sedendosi al tavolo prendevano le verdure con le mani e le posavano nel piatto dopo ma anche durante il pasto della zuppa. 
Non c'era nulla da bere e vi assicuro che credo di aver fatto un salto di cent'anni indietro seppur in in buon clima e parlando e ridendo assieme. 
Dimenticavo cani e gatti attorno nonché un maiale fuori dalla porta. 
Esperienza interessante ma questa mattina il mio stomaco sta brontolando parecchio. 
Così ho deciso di salutare Cheloé e dirigermi verso il vulcano Osorno o Calbuco tanto quiero ogni monte o quasi sputa fuoco ad intervalli imprevedibili. 
Nord sempre più a nord.

lunedì 12 febbraio 2018

Chochoca

Da quello che ho capito la Chochoca è impasto di purè di patate 80% e fecola di farina di mais rosso 20% cotto alla brace su palo continuando ad ungere il tutto penso con strutto. Finita la cottura si taglia a strisce di 7/9 cm. e sì guarnisce con carne di maiale cotta sempre alle braci e tagliata finemente.
Non male. Certo che l'energia per fare il tutto dice molto di questa terra.

venerdì 24 novembre 2017

asado

Oggi asado e torta fritta! Seduto assieme ad una famiglia allargata ad ascoltare storie, storia, passioni, superficialità così come la vita ci conduce.
C'è sempre un momento in cui ti sembra di toccare l'anima della gente. Ne senti la forza, la debolezza la voglia di andare oltre la consapevolezza di non farcela.
Non c'è lingua, non c'è forma, non c'è nulla che possa coprire questo contatto che però subito ti sfugge.