martedì 13 febbraio 2018

cara ospitalità

Me ne sto andando da questa bella isola. C'è il sole seppure una maglia ci vuole sempre. 
Ieri poi sono stato in una casa posata su queste dolci colline con una vista mozzafiato sui fiordi attorno. Fortunatamente non è caldissimo altrimenti sarebbe stracolmo di turisti. 
La famiglia, se così si può definire una serie di persone tenute assieme da legami di sangue, sembrava a prima vista modesta ma quando si è trattato di prezzi ho capito che proprio non lo era: anzi! Ho pagato una zuppa di fagioli 500 pesos quando la sera prima per la stessa cifra avevo mangiato merluzzo alla piastra e patate. Anche la camera si è rivelata cara: la più cara. Così stamani ho deciso di andarmene e gentilmente ho tirato fuori la scusa di un amico che mi aveva telefonato e via. 
Credo che abbiano capito ma non mi importa in fondo questo modo di fare si paga. 
Il patriarca della famiglia mi ha accolto in cucina che poi piano piano, si è riempita di giovani, meno giovani e bambini che sedendosi al tavolo prendevano le verdure con le mani e le posavano nel piatto dopo ma anche durante il pasto della zuppa. 
Non c'era nulla da bere e vi assicuro che credo di aver fatto un salto di cent'anni indietro seppur in in buon clima e parlando e ridendo assieme. 
Dimenticavo cani e gatti attorno nonché un maiale fuori dalla porta. 
Esperienza interessante ma questa mattina il mio stomaco sta brontolando parecchio. 
Così ho deciso di salutare Cheloé e dirigermi verso il vulcano Osorno o Calbuco tanto quiero ogni monte o quasi sputa fuoco ad intervalli imprevedibili. 
Nord sempre più a nord.