domenica 25 febbraio 2018

acqua

Vi racconto una storia raccolta per strada. Sono sempre le migliori. 
Da queste parti ma anche da noi, si trovano delle piccole edicole lungo le strade. Pensavo fossero per ricordare qualcuno morto in un incidente stradale come si fa anche da noi. 
Invece non è proprio esattamente così. Il morto ce ma ha un significato ed in valore molto più collettivo della semplice memoria e questa che racconto è una di queste storie.
L'edicola in questione era circondata da una infinità di bottigliette tanto da sembrare un immondezzaio ma: ma non è così!
Una madre deve ritornare al villaggio lontano per assistere il vecchio padre. La strada è lunga e la donna tiene nella coperta appesa al collo il suo bambino da poco nato. 
La donna decide di fare un percorso più breve ma mai prima di allora, fatto. É estate! Fa caldo e le pendici nere del vulcano sono infuocate.
La donna perde la cognizione del luogo ed inizia a vagare senza più sapere bene dove dirigersi. Un giorno, due giorni: l'acqua finisce e la donna continua vagare cercando di raggiungere il bosco in basso.
Il terzo giorno arriva al verde ma di acqua non vi è traccia.
Si accascia esausta e li si addormenta passando dal sonno dolcemente alla morte.
Qualche giorno dopo un contadino passa di lì e trova il corpo della donna ed il suo bimbo avvolto nella coperta ancora attaccato al seno della madre e ancora vivo.
Oggi chi passa di li lascia una bottiglia piena di acqua.