lunedì 12 febbraio 2018

gesuita

Il gesuita che arrivò a Quinchao doveva essere un po' megalomane e d'altra parte tutti i gesuiti un po' li sono. Il luogo prometteva di sicuro bene: porto naturale all'interno di un fiordo, campagna collinare di terra grassa, prati, boschi e acqua limpida di sporgente.
Il gesuita, che chiamerò Ignazio in omaggio al fondatore, si disse convinto che li sarebbe sorta una grande città e così tirò su la chiesa più grande di Cheloé ma il paesino più o meno restò tale: trenta case più un po' altre sparse nella campagna. 
Alle volte i sogni non si avverano ma comunque producono sempre qualcosa di stupefacente. 
Guardate il sagrato: enorme campo dove pascolano tranquille pecore e guardate il dettaglio della fondazione: una pietra su cui poggia il palo di legno. La distanza dal suolo del tutto dice che qui non nevica molto e mi vengono in mente le chiese di legno di Maramures ma questa è un'altra storia.