sabato 25 luglio 2020

Nanni

Nanni! Molti non sanno chi sia e così è della vita di molti e di chi fa fatica senza lamento, si impegna senza secondi fini, aiuta senza esibire.
Ero giovane, sempre timoroso di sbagliare di non sapere abbastanza e mi diedero il mio primo grande cantiere: la scuola media di Fiera di Primiero. La fortuna, ce ne vuole molta sempre, e la roulette degli appalti mi portò a Nannì.
Il primo impresario è come il primo amore non si scorda mai!
Non potevamo essere tanto diversi ma in fondo tanto uguali.
Lui venuto su a cantieri pieni di fatica io a libri pieni di fatica.
Mi insegnò molto; una delle prime volte quando ci davamo ancora del Lei, mi disse: "architetto, lei ed io possiamo litigare, divergere per opinioni, stati di avanzamento e tanto ancora ma una cosa sappia che l'unica che non ci deve perdere è l'opera: la scuola di Primiero".
E così fu! E' ancora li e mi chiedo se non sia ora di rifarla ma evidentemente Nannì fece bene il suo lavoro.
Rimanevo affascinato quando mi spiegava come riuscire a fare un ponteggio con due assi e nel spiegarmelo capivo che la scienza delle costruzioni è cosa reale, pratica che si traduce in cose concrete. Lo guardavo e mi chiedevo come faceva a "governare" tanti uomini senza alcun problema: con la fiducia, aiutando, coprendo le spalle.
Poi venne il cantiere della scuola e della piscina di Folgaria.
Io ero cresciuto un po' Nannì molto. Aveva portato i migliori capisquadra, Camillo, Damiano ed una cucina da campo che sembrava un hotel a cinque stelle.
Arrivò tangentopoli. Chi voleva salvarsi dall'affogare e cercava un salvagente qualsiasi provò con Nannì ma Nannì non centrava nulla con quel mondo e come era giusto e come era nelle cose ne usci solo rammaricato per la perdita di fiducia in qualcuno che la fiducia non meritava. Giudicare, condannare è esercizio apparentemente semplice soprattutto se a farlo sono gli invidiosi di poco cervello che ahimè sembrano sempre più abbondare ma Nannì non vedeva il lato "oscuro" degli uomini: lui vedeva sempre il buono!
Poi la vita ci portò distanti. Ogni tanto ci vedevamo a Mezzano, andavamo in Caltena a mangiare tosella e oggi mi manca quel tempo perchè i soliti invidiosi di poco cervello, vogliono che non si lavori anche se dentro sai che è il lavoro che ci rende nobili come lo era Nannì.

sabato 18 luglio 2020

farfalle

Ieri sera mi sono perso al mio solito, a scrutare mappe ed ad immaginare nuovi percorsi, luoghi e storie che una mappa sa raccontare seppur in modo diverso, forse di più di un libro.
L'animo del geografo che è in me lavorava alacremente.
Il caso mi ha portato verso Limone ed un nome mi ha subito rapito: sentiero delle farfalle!
Eccola la mia metà di oggi! Le farfalle mi hanno subito riportato a Rodi ed a quella valle percorsa anni fa. Pensandoci bene per orografia e direi anche clima una certa assonanza con Limone c'è!
Il cartello del CAI alla partenza indica EE escursionisti esperti e un po' di timore è apparso subito vinto dalla voglia di scoprire che sempre vince.
Farfalle non ne ho viste molte ma in compenso le ho sentite nello stomaco man mano che il sentiero saliva e si drizzava alle volte tanto da usare le mani per aiutare l'equilibrio.
Qualche passaggio era stato attrezzato con delle corde e così quello che sembrava ostico diventava con quell'aiuto più facile di altri in cui solo l'equilibrio contava.
Ma non è finita. Arrivato in cima mi sono infilato per il sentiero sul lato opposto altrettanto ripido ma meno esposto del primo.
La metà era una valle il cui nome era un'altra storia! Val Pura!
Ora sono seduto qui su un sasso levigato ed il torrente Pura mi coccola con la. Armonia.
Scendendo per il sentiero ed osservando attentamente ho compreso come il sentiero sia stata in realtà una mulattiera che saliva suo monti posti più in là. Ho ascoltato le voci di quei poveri cristi che alzavano, spostavamo, infilavano pietre per strappare ad un erto fianco la possibiltà di poter portare ai pascoli alti il bestiame.
Ho riso, ho pianto pensando alla funicolare nuova di Riva! Questa mulattiera non si vede se proprio non ci si cammina: la funicolare...
Però poco è cambiato dai secoli scorsi...sollo l'oggetto dell'alpeggio!

Vista di Limone sul Garda

Particolare sentiero di ascesa

La cima

Sasso sospeso

Vista della Val Pura



giovedì 16 luglio 2020

Palom

Oggi ero tutto felice per la splendida ascesa per ambiente forte e selvaggio. Poi arrivato in cima, la montagna piegata al turismo di massa, mi ha colpito allo stomaco. Fortuna vuole che i turisti, poveri loro e noi, sono relegati nel percorso A, B e C con cartelli che pur insultando l'ambiente parebbero spiegare cose assai "complesse" ed "istruttive".
Fortuna la discesa mi ha incuriosito. Una antica strada sicuramente lasciata andare a remengo come tutti i campi terrazzati sotto.
E dato che i turisti qui non vengono per fortuna la Provincia risparmia su cartelli altamente "istruttivi"
Aggiungo: non abbiatene! Lungo la salita sono passato per una baita della SAT. Chiusa! Come lo era quella di qualche settimana fa. Ora per carità facciano pure ciò che ritengono meglio ma chiudere un eventuale rifugio in caso di problemi non mi sembra molto alpinistico.
C'è sempre la paura lamenta dei danni a cosa poi mi chiedo? È un po' come per gli extracomunitari non ci si può fidare di chi è diverso da noi.
Peccato che una Società di nobili origini si stia sempre più trasformando in una congregazione per pochi e, collegandomi a quanto sopra, in una associazione turistica di massa pur trentina per carità!
Sarebbe ora che il pubblico fosse davvero pubblico e non di qualcuno più qualcuno e non mi si dica che ci sono i vandali! Si certo quelli che non condividono come dovrebbe essere sui monti ed anche in pianura.

Traccia percorso

La parete del Palom




Baita SAT



Palom dalle Viotte

Garniga Vecchia

domenica 12 luglio 2020

Monte Summano

Complice una lettura di qualche settimana fa oggi, vista la fresca giornata, ho preso la moto e via verso una meta insolita e mai sentita prima. Il monte Summano. I trentini non lo conoscono, mentre i vicentini forse lo conoscono ma da qualche parola scambiata non ne avvertono l'importanza storica.
Il monte si affaccia sulla pianura ed è circondato ai piedi da Schio, Thiene e Piovene Rocchette dove finisce la A31 che qualche solone vuol proseguite sono a Rovereto.
Il monte ha sulla cima un santuario dedicato a Santa Maria del Summano!
Già la dedica del monte a Maria dovrebbe dire molto circa l'importanza del luogo e degli avvenimenti lì avvenuti ma non vi tedierò oltre lasciandovi una curiosità che spero vorrete colmare. Aggiungo solo un nome: Cimbri che qui si "raccoglievano" sin da tempi antichi per "ritemprarsi" e per sperare in una esistenza meno faticosa come oggi fanno molti concittadini seguendo qualche felpa e qualche biondina sempre arrabbiata.
Ho lasciato la moto a Velo D'Astico e su.
La chiesa merita la fama non fosse altro per quattro possenti colonne sormontate da perfetti capitelli romanici.
Il restauro novecentesco non mi pare abbia fatto troppi danni e come al solito il bello dei ricchi del novecento non è il bello dei tzimber del 13° secolo.
Nella salita appena una radura si apre c'è un capitello e dove poi? Li ci si ferma, si guarda lontano, magari si diceva una orazione si beveva qualcosa e su.
La cima è una cometa se non fosse per la troppo imponente croce di calcestruzzo su cui però devo ammettere, un Cristo crocefisso recente mi ha convinto per la lavorazione del metallo con cui è fatto ma soprattutto per quella mano che pare volersi togliere mandando finalmente un po' in soffitta la necessità di dolori che due millenni i seguaci frustrati predicano.
La discesa! Sentiero delle creste. Superbo per andamento ed esposizione. Fatelo se capitate da queste parti. Ci troverete anche due miniere dove i poveri Cimbri estraevano per due soldi il caolino per le stoviglie dei ricchi veneziani.
Ora riprendo a camminare che è meglio di...







venerdì 10 luglio 2020

Santa Sofia

Sono trascorsi ormai molti anni da quando un po' esitante e molto emozionato entrai in Santa Sofia a Costantinopoli. So che dovrei dire Istanbul ma se un dittatore dichiara quella che è la madre di tutte le chiese, una moschea mi permetto una piccola ingiuria a quella città che forse proprio nelle origini del suo nome trova l'attuale giustificazione. 
Era da un po' che seguivo questo inasprimento delle decisioni turche ma pensando alle parole di qualche "importante" leghista non posso che alla fine dire: "capisco".
Mi spiace per Atatürk ormai padre orfano di una Turchia sempre più "sovranista" in cui i "giovani turchi" contano più nulla forse perché il PD italico ne "rubò" il nome. 
So, comprendo che quel dico è arabo anzi turco per i più ma se conoscete e vivete un po' di storia vi assicuro che il tutto sarebbe più chiaro.
Avevo studiato Santa Sofia, ne avevo misurato ogni angolo, ogni simetría che ordina ciò che mai si può ordinare, ne avevo imparato la poesia fatta di "ossa dei martiri" e calce. 
Quel giorno sali su al matroneo, mi sedetti li, guardai, misurai, piansi pur non essendo credente ma sapendo che noi da quei sassi veniamo.
Atatürk lo aveva capito essendo nato in Europa. Oggi ahimè a parte qualche presa di posizione di Greci o Russi la "cultura" che si crede dominante lascia che le cose "accadano"
Perdonatemi. Ma molti amici mi chiedono di Istanbul che continuo a chiamare Costantinopoli ma credo sia ora di piangere oppure lasciare che il sovranismo imperi fino a che magari vorranno sovranizzare la nostra mm mente i nostri cuori.
Santa Sofia resti un museo!