venerdì 10 luglio 2020

Santa Sofia

Sono trascorsi ormai molti anni da quando un po' esitante e molto emozionato entrai in Santa Sofia a Costantinopoli. So che dovrei dire Istanbul ma se un dittatore dichiara quella che è la madre di tutte le chiese, una moschea mi permetto una piccola ingiuria a quella città che forse proprio nelle origini del suo nome trova l'attuale giustificazione. 
Era da un po' che seguivo questo inasprimento delle decisioni turche ma pensando alle parole di qualche "importante" leghista non posso che alla fine dire: "capisco".
Mi spiace per Atatürk ormai padre orfano di una Turchia sempre più "sovranista" in cui i "giovani turchi" contano più nulla forse perché il PD italico ne "rubò" il nome. 
So, comprendo che quel dico è arabo anzi turco per i più ma se conoscete e vivete un po' di storia vi assicuro che il tutto sarebbe più chiaro.
Avevo studiato Santa Sofia, ne avevo misurato ogni angolo, ogni simetría che ordina ciò che mai si può ordinare, ne avevo imparato la poesia fatta di "ossa dei martiri" e calce. 
Quel giorno sali su al matroneo, mi sedetti li, guardai, misurai, piansi pur non essendo credente ma sapendo che noi da quei sassi veniamo.
Atatürk lo aveva capito essendo nato in Europa. Oggi ahimè a parte qualche presa di posizione di Greci o Russi la "cultura" che si crede dominante lascia che le cose "accadano"
Perdonatemi. Ma molti amici mi chiedono di Istanbul che continuo a chiamare Costantinopoli ma credo sia ora di piangere oppure lasciare che il sovranismo imperi fino a che magari vorranno sovranizzare la nostra mm mente i nostri cuori.
Santa Sofia resti un museo!