martedì 29 novembre 2022

lupi

Ieri notte ho avuto visite alla mia Itaca! Gradite visite....
Yesterday night welcome neighbors to my Itaka...




 

mercoledì 9 novembre 2022

ritorno

Ieri sera tardi sono tornato a casa!
Si dopo 40 giorni, si vede dalla barba, di vagabondaggio nei Balcani prima e nell'Oriente poi ho preso un aereo, due, che in 20 ore mi ha fatto fare quello che avevo impiegato giorni e giorni a percorrere.
Ecco qui uno dei punti che mi preme evidenziare! Non sono contrario all'uso dell'aereo anzi ma credo che arrivare in un luogo a 5000 km senza capire cosa ci sta in mezzo tra qui e la è un po' come giudicare una persona per quello che ci appare di primo acchito senza comprendere il perché od il cosa l'ha fatta evolvere in quel modo. E' la vicinanza che manca e di questa assenza la nostra evoluta società ha imparato a farne a meno. Si consuma ed il viaggio è ahimè il più delle volte, un prodotto da prendere, guide comprese che ci spiegano la storia come a noi piace sentire, e consumare dato che il centro non è il luogo, le persone, la storia di dove andiamo ma siamo noi consumatori che grazie al nostro possedere possiamo sfiorare quello che ci viene mostrato.
La meta era Samarcanda e li sono arrivato passando peraltro per una strada che Tamerlano ha percorso una volta nelle sue "escursioni" alla ricerca "dell'infinito". Ho parlato, discusso, (devo studiare il russo!) osservato, imparato. A poca di distanza c'era Kabul con i suoi monti ma è impossibile andarci e forse proprio grazie a quel "consumo occidentale" di cui dicevo prima. Un russo mi ha definito quel confine uno dei più impermeabili forse secondo a quello fra Corea del Nord e del Sud.
Confini! Altra definizione che ormai non tollero più. A Mitrovica ho ripassato quel ponte ed ancora ho ripensato alle nostre "paci" imposte e per nulla pacificanti e che non è difficile prevedere riporteranno ad altri conflitti.
Ho pianto a Trebisonda! Un po' ricordando mia madre che mi diceva sempre di "non perdere la Trebisonda" un po' per la tormentata ed infinita storia di quei luoghi che dovrebbe essere raccolta e conservata come si deve fare per la Storia proprio per non scordare.
Ho messo un piede nel Mar Caspio ed ho visto e camminato forse le montagne più belle che mai i miei occhi abbiano ammirato. Certo nel bel mezzo del nulla ma sono sicuro che fra non molto ahimè anche grazie a me, diverranno una meta "in" piena di famelici turisti occidentali. Dimitri sarà contento ed il suo futuro un po' più facile!
Si sono tornato e mi sto chiedendo ancora senza certezza alcuna quale sia la strada migliore da percorrere in futuro se quella del silenzio o se continuare a cercare l'infinito come Amir Temur!

Lasciatemi al fine un commento sul mio ritorno alla stazione dei treni di Rovereto! Non c'è stato luogo che più nefastamente mi abbia colpito ancora come quel cantiere ormai infinito, per realizzare il nulla dato che treni sempre irraggiungibili saranno, che è il sottopasso della stazione in sostituzione dei sovrappasso provvisorio (cinque anni) che ormai complica all'infinito la vita di chi va a piedi! In oriente le città costruiscono portali di accesso per magnificare il luogo a Rovereto pure e da questo si comprende l'evoluzione della nostra cultura!

lunedì 7 novembre 2022

Tashkent

Alcune città hanno la sfortunata nomea di essere prive d'interesse.
Di solito non sono città antiche od almeno non si sono conservati monumenti antichi che la nostra "cultura" ci ha insegnato essere testimonianza di ruoli importanti nella storia.
Samarcanda ne è un evidente esempio e li effettivamente la storia spirò forte ma a pochi chilometri c'è Tashkent capitale dell'Uzbekistan e città di oltre due milioni di abitanti.
I turisti ci arrivano solitamente per via dell'aeroporto ben servito ma poi fuggono nelle più note città storiche di Samarcanda o Bukara.
Però da architetto del cavolo direi che Tashkent merita un po' di attenzione.
Prima per via dell'immensa e rigogliosa pianura che la circonda e che potrebbe essere uno splendido granaio o giardino come in parte credo sia attualmente per la popolazione Uzbeka.
Secondo per l'urbanistica che qui complice la bolscevica programmazione, ha messo in atto quello che studiavo sui libri ma mai visto e vissuto in realtà.
Il policentrismo la creazione cioè non di un centro solo ma di diversi centri in cui stimolare l'incontro degli uomini e delle donne ed oggi si direbbe dei consumatori.
Questi centri sono messi in comunicazione da arterie che definire enormi è poco. Strade da 4/5 corsie per senso, cortina di alberi da una trentina di metri con percorsi pedonali e ciclabili immersi nel verde.
Poi due schiere di edifici non altissimi 5/6 piani posti ad almeno 100 m. l'uno dall'altro visto tutto quello che ci sta in mezzo.
Dietro questi edifici di "marca" si aprono infinite stradine per nulla ordinate che conducono a migliaia di casette basse 1/2 piani dove vive la maggioranza della popolazione.
Di lì basta andare al viale più vicino e prendere un autobus o il metrò per andare a 20 km in un altro quartiere così fatto.
Fortunatamente per gli uzbeki la Trentino Trasporti non ci ha messo mano così puoi salire su qualsiasi mezzo ed appoggiare la carta di credito ed il biglietto è fatto. Per i trentini c'è sempre l'autista che ti guarda come se venissi dal giurassico mentre non sa che Trentino Trasporti è il massimo dell'evoluzione!
Poi ci sono i palazzi e l'albergo Uzbekistan, quello che sta lì dietro Tamerlano, che raccontano tanta storia come le Madrase di Samarcanda.
Fortuna vuole che non c'è Trentino Sviluppo e così l'edificio si è conservato come in origine, d'accordo una tinteggiata si poteva dare, ma certo non hanno chiamato nessuna archistar giapponese per l'ampliamento. D'altra parte l'assessore Olivi si potrebbe mandare da queste parti essendoci in lontananza monti su cui incominciare a sviluppare impianti come in Folgaria.
Ora mi fermo! Altrimenti va a finire che innesco una ondata di turisti trentini a cui però consiglierei prima il deserto del nord.
Sorrido






domenica 6 novembre 2022

treno

Sono in treno. Stamani levataccia e stazione dei treni di Samarcanda. Enorme; socialista sovietica! Controllo dello zaino e del biglietto. Poi dentro un tabellone su cui ho provato la mia curiosità ma che proprio non sono riuscito in un nessuna decifrazione. Chiedendo ho capito che il binario era il 2. C'era una ragazza a cui ho chiesto conferma che mi ha investito di parole incomprensibili fatto salvo che ho notato il passaporto iraniano.
Il treno arriva sul tre. Il mio è il vagone 11 posto 6. Aprono una sola porta per vagone e c'è il controllo del biglietto. Salgo! Una ventata di aria calda mi investe arretro però continuo.
La tipologia del treno è la stessa che avevo visto in Ucraina molti anni fa. Un treno fatto per lunghi viaggi dove si può dormire. Mi spiace ma sveglio una ragazza che sta dormendo nel suo posto il mio sarebbe sopra ma ormai è ora di alzarsi.
Ora guardo fuori dal finestrino l'ordinata campagna Uzbeka. Greggi di mucche e pecore. Casette in argilla cruda con il tetto in lamiera frutto della modernità. Qualche brullo monte emerge all'orizzonte.
Ora per un attimo ho pensato ancora che in nessun altro luogo vorrei essere se non qui.
Lento il treno viaggia verso la capitale.






venerdì 4 novembre 2022

docioni

Va bhe prendiamola con leggerezza ma c'è una cosa che accomuna Samarcanda con Trento ed entrambe perdoneranno l'osare paragoni pressoché impossibili dato che l'una ha dominato mezzo mondo conosciuto nel 1400 mentre l'altra più in là della val di Non e Cembra non è andata.
Comunque la cosa odierna che accomuna più che le città i monumenti in esse contenuti sono i pluviali!
Si avete capito bene: i pluviali! Per carità a Trento solo quelli del Duomo anche perché altri monumenti antichi non ce ne sono.
Quando passo da piazza Duomo e vedo quei lucenti e resistentissimi pluviali in acciaio inox sorrido e penso che i Trentini che non possono più godere dei doccioni.
A Samarcanda i miei colleghi come quelli di Trento, hanno "riempito" le facciate di pluviali qui ahimè data la povertà di lamiera d'alluminio preverniciata.
Ma anche qui i turisti come i Trentini evitano docce incontrollate.
Sorrido ma sono due giorni che piove a dirotto a Samarcanda a Trento non so.

PS: oggi ho trovato i docioni originali in un tetto del 1400: in legno. Fortuna vuole che nessuna archistar ci ha messo mano. Guardate l'ultima foto.








giovedì 3 novembre 2022

Samarcanda

I sogni! Strana cosa a cui ci si lega, di cui ci si innamora e che si vorrebbe diventassero realtà.
Alle volte ci combatti, alle volte ti combattono perché provi ad inseguirli, alle volte ti deludono come molte cose della vita.
Ma i sogni alla fin fine sono il motore della vita e soprattutto sono il pretesto per muoversi lasciando perdere porti apparentemente sicuri in cui rifugiarsi.
È il viaggio che conta e la meta è solo il pretesto per abbandonare il lido delle effimere sicurezze con cui la vita pare consolarci.
Pensavo questo mentre la macchina mi portava verso la tanto sognata Samarcanda. Forse era Tamerlano che mi aveva stregato con il suo errare, il suo essere crudele e saggio. Quella sua frase che mi accompagna da tempo e che con difficoltà riesco a fare mia nel profondo: "felice l'uomo che non ha bisogno del mondo prima che il mondo non abbia bisogno di lui"!
Essenza di un sogno appunto.
Ma arrivandoci mi sono messo a ridere ed il mio viaggio mi ha insegnato ancora molto.
Ridevo perché la campagna piatta che precede Samarcanda per incanto mi ha riportato a San Martino Buonalbergo nel Veronese. Anche i colli in fondo sembravamo la Lessinia. Non fosse stato per una strada un po' meglio sistemata e per qualche colore la campagna era proprio quella: la granturco qui cotone ma le viti a legare i due luoghi.
Sorrido e spero che gli amici veronesi non ne abbiamo ma canali, olmi e filari hanno lo stesso sapore in ogni parte del mondo. Va bhe anche gli uomini!













mercoledì 2 novembre 2022

pace

A Bukhara ci sono arrivato ieri sera tardi dopo un viaggio particolare fatto di velocità per una parte e di buche e lentezza dall'altra.
Dopo aver lasciato lo zaino nell'alberghetto che avevo prenotato sono uscito per cenare.
Che volete che vi dica mi sembrava di essere a Rimini, Sharm, Canazei o fate voi. Orde di turisti in ogni dove.
La musica uzbeka che mi aveva accompagnato sono ad allora sostituita da jazz da atmosfera.
Ad un paese ove avevo cambiato macchina ed autista avevo incontrato Shukhart un ragazzo sveglio che mi ha fatto assaggiare dei ravioloni uzbeki di cui non ricordo il nome, una minestra di tutto fatta e buonissima, una specie di yogurt molto denso che mi inondava i baffi ogni volta che bevevo.
Ci siamo lasciati come si lascia qualcuno che vedrai fra una settimana.
A Bukhara il turismo di massa mi ha perseguitato. Ho pagato una cena immonda 10 volte tanto quel pranzo da Shukhart. Hanno preteso contanti, mi sa che Salvini è arrivato qui, e sono andato a dormire arrabbiato con una società occidentale che tutto ingoia con superficialità.
Ho incominciato a pensare che questo era il mio ultimo vagare non volevo più confondermi con turisti assettati di "novità" e foto.
Per carità non vorrei sembrare bacchettone ma alle volte vorrei che la nostra ricchezza non fosse uno schiaffo ad altrui culture, conoscenze.
Insomma sono andato a dormire convinto di essere sempre uno sporco ricco yankee e per di più vecchio.
Oggi ho fatto pace con Bukhara. Si per carità le frotte di turisti sono infinite ma lasciate le quattro cose date in pasto alla massa resta la città da camminare e scoprire. La moschea tutta messa male ma con colonne in legno da fare paura ed un interno affrescato. I'Iman che mi parlava di restauro. Sorridevo.
Poi ho camminato ed ho trovato un tipo che in un forno su ruote teneva in caldo dei panini. Camca.
Ne ho preso uno e mi son seduto su una sedia.
Li mi sono pacificato con Bukhara e la sua gente ma non con i turisti.















lunedì 31 ottobre 2022

frontiera

Qui sono ormai le 23,30. Sono arrivato alle 22 dopo 996,78 km seduto per la metà dietro in fondo, terza fila, e per l'altra metà in mezzo sul sedile dietro.
La prima parte è stata veloce la seconda un tormento! Buche, dossi, frenate accelerare mai avrei pensato di arrivare.
Alla frontiera Kazaka si scende, di paga la propria parte ed il taxista saluta mentre tu speri che l'uzbeco che ti hanno detto aspettare dall'altra parta ci sia davvero. Fortuna vuole che ci sia una donna che fa lo stesso viaggio così mi affido a lei aiutandola con le infinite valige.
Fila! Cancello metálico. Si apre e primo controllo.
Passi. Piazzale altro cancello altra fila. Valige e zaini da una parte controllo passaporto e timbro previa foto.
Qualcuno fa il furbo ma la mia kazaka lo rimanda in coda senza if and but.
Fuori. Tira un forte vento che porta sabbia del deserto.
Altro cancello ma ora c'è scritto Uzbekistan!
Altra casamatta controllo e visto. Al mio passaporto oltre gli sguardi un po' sorpresi, il soldato sta lì a guardare e riguardare il passaporto: è indeciso se un italiano può entrare senza visto. Prego che trovi l'indicazione giusta mentre cerca in internet.
Poi timbro e si passa. Ai bagagli di mette tutto sul banco. Una soldatessa mi parla in inglese, vuole sapere se vengo da Venezia le dico di sì vicino mi spiace deluderla. Mi di dice felice viaggio in Uzbekistan e mi pare un miracolo.
La mia kazaka mi segue od almeno segue le sue valigie da me portate. C'è un Ape che fa servizio per il trasporto dei bagagli per i 600 m che ci separano dall'ultimo cancello. Passaporto! E poi fuori! Sono in Uzbekistan!
La kazaka mi fa segno di controllare i bagagli mentre lei va a cercare il taxista uzbeco.
Sorrido. Sento il vento del deserto. La mia uzbeca torna dopo un bel po' con una macchina. Carichiamo i bagagli e di va a pranzo.
Entrare in quel luogo è emozione. Poi arrivano altri uomini e capisco che il viaggio sarà lungo e stretto nei sedili.
Ora vado a letto!










ospitalità

Appena passata la frontiera Uzbeka un libro, un film non basterebbero a descrivere. Ora sto mangiando un ciai al latte buonissimo come il riso che lo accompagna in una bettola che fortunatamente non vedrà mai Craco o cucinieri di tal guisa.
Che fortuna essere lontani....
Ed i miei compagni di viaggio mi hanno appena offerto il pasto...