sabato 25 gennaio 2020

cul pagano

Quest'oggi sono andato a trovare Bernardo. È da poco che ci conosciamo ma al solito a differenza di quelli che pensano di essere "arrivati" per cui di nulla hanno necessità, Bernardo è un uomo curioso di ogni cosa e quindi in fondo aperto anche se di pochi studi e letture è affamato di conoscenze.
Lui ha subito compreso la mia "anima" di esploratore e così oggi, mi ha indicato un luogo dove andare a scoprire una roccia che i locali chiamano "CUL PAGANO" .
Il solo nome meriterebbe una spedizione!
Il luogo lo conoscevo ma come sempre più mi accorgo, la sola conoscenza geografica non basta al sapere.
Le indicazioni di Bernardo mi hanno fatto trovare quello che qui sotto ho fotografato e come per magia ho pure visto una scritta scolpita nella roccia. Una croce in barba al "pagano" e una evidente data 1783.
Magari qualche storico potrà chiarire se vi siano precisi riferimenti.
Consentitemi ora di "polemizzare" un po' con quella che si fa "passare" come cultura odierna ma i cui risultati sono....evidenti!
Una croce posta come da prassi ad un importante bivio, ha attirato la mia attenzione più per il luogo che per lo scarso valore comprendendo essere in calcestruzzo.
Quello che però mi ha sconcertato è stato vedere il basamento in pietra con questa scritta: "VINCES AD 27 GIUGNO 1745".
Evidentemente la croce in cemento era stata posta li in sostituzione di una più antica andata poi persa.
La cosa sconcertante è stato osservare " l'intervento esplicativo" che peraltro penso importante, lasciato dalla nuova intellighenzia del Comune di Brentonico che credo a distanza di qualche anno è già illegibile.
Certo oggi si pensa solo all'oggi! Poveri noi. Non dico che serviva scalpello e martello ma un po' di attenzione in più si!







domenica 19 gennaio 2020

coso

Questo "coso", definirlo edificio mi sembrerebbe inopportuno, è a mio modo di vedere, la prova più evidente del tipo di attenzione che la nostra Provincia riserva all'ambiente. Nessuna!
Si lo so ci arrabbiano per il Lagorai, le nuove piste di sci con relativi bacini per l'innevamento , i rifugi diventati alberghi con wellness, ecc. ecc.
Ma quel coso sta' li ormai da anni a dimostrare l'incuria della Provincia e del relativo Comune di appartenenza, all'ambientale e in questo caso, anche all'economia.
Un tempo, prima che l'architettura o la tutela dell'ambiente non fossero ancora diventate una banale ragione economica da pochi soldi, ma più efficacemente rappresentavano un potere che indirizzava ed ordinava pure, le scelte di tutti per la rappresentazione della propria forza.
Un tempo dicevo, c'erano i regolamenti edilizi che venivano chiamati anche d'ornato, che al fine di evitare nefandezze agli occhi dei potenti impedivano certe costruzioni e condizionavano altre.
Poi abbiamo fatto mille leggi, regolamenti, norme di attuazione, piani urbanistici, che all'apparenza tutto controllano ma che nulla o poco incidono sulle leve (volevo scrivere mafie ma mi trattengo) importanti della nostra società Trentina più Trentina.
Sono certo che vi saranno mille ed uno motivi che i legulei di turno sapranno oppormi in perfetta sintonia con qualche o più articoli di legge, ma scusatemi a me fa schifo continuare a vedere quel coso. E mi dice molto del tipo di tutela che tutte le nostre "norme" sembrano imporre ma forse solo a qualcuno che vuol metter a posto il proprio appartamento.
I regolamenti edilizi davano ai sindaci il "potere" di "ordinare, riparare, rifare" e se proprio era tutto un "fallimento" anche di espropriare e demolire! Ma forse è sognare come lasciare intatto un ambiente alpino.

martedì 14 gennaio 2020

incrocio

un attimo, un nulla improvviso
una vita all'apparenza sepolta
vien su come bolle d'aria nell'acqua
gli occhi seguono ogni effervescenza
la mente sa il valore di quelle bolle
il cuore vorrebbe ancora quell'aria
un attimo, e infiniti racconti sorgono
parole mai dette e che mai dirai pulsano
ma tutto è fermo al di fuori
come vulcano quieto
ma dentro il maga divora la terra


domenica 5 gennaio 2020

versante nord

Le valli quelle che vanno da est ad ovest, hanno due versanti che non si assomigliano per nulla.
Da una parte, bosco, pochi sentieri ed una luce che rende tutto molto uniforme. Dall'altra campi, muretti a secco, case e contrasti forti delle ombre.
Osservavo questo mentre questa mattina arrancavo su per il versante nord di una valle.
Avevo scelto quello per salire mentre ero sicuro che mille altri avrebbero scelto il più accattivante versante sud.
Ho pensato che anch'io sono un versante nord: in dialetto si direbbe un "reverso". Amici quasi assenti, una luce che rende omogeneo il nostro osservare senza apparente vita o almeno segni di umana presenza.
Poi ho guardato bene e si mi sono convinto proprio di essere un versante nord ma una cosa mi ha fatto sorridere l'osservare da lontano il versante sud con tutta la sua vita è possibile farlo proprio da lì dove la distanza dalle cose da vivere consente di vederle più nitidamente con le loro luci e le loro ombre.
L'essere "nord" lontano dal convulso "sud" concede il beneficio dell'osservare e forse del capire.