venerdì 18 agosto 2017

turismo o parkworld

Ecco due esempi della schizofrenia trentina circa turismo ed annessi. 
Da una parte si "vende" una immagine di avventure, di emozioni, di conquiste e dall'altra al fine di non preoccupare i ben inquadrati e protetti turisti si assicura il tutto in "piena sicurezza" che poi altro non è, che la negazione delle emozioni vere come insegna uno spot di un amaro. 
Anche l'orso entra in questa logica. Solo che l'orso non è una ferrata e se ne fotte delle umane emozioni pensando solamente alle proprie. 
Ormai i luoghi più belli del Trentino si sono trasformati in una sorta di parco divertimenti senza gate di entrata in cui versare il dovuto che viene incassato da una economia turistica che versa solo in parte il dovuto al territorio. 
Credo che questa "visione" attenga alla mancanza di comprensione della evoluzione in atto nella società che contrariamente alla intelighienzia fornitrice di surrogati, ricerca credo e spero verità. 
Ho paura anch'io dell'orso quando cammino solitario ad ovest dell'Adige ma è la stessa paura di quando cerco un percorso nuovo mettendo le mani su per rocce e credo sia proprio la conoscenza della mia paura che mi ha permesso di uscirne sempre da situazioni anche complesse.
Questo non mi pare faccia parte delle logiche odierne proposte dalla nostra autonomia non autonoma dalla logica del denaro e autonoma solo nel proporre modelli altrui di territorio. 
Mai ho sentito da nessuno proporre "ponti" ecologici sopra l'autostrada per connettere ovest ed est del Trentino. C'è forse il rischio che gli orsi passino da ovest ad est? Oppure hanno deciso di differenziare il "marketing" turistico?
Rifugi che non sono rifugi ma alberghi in cui se non appartieni alla intelighienzia non sei nulla.
In cui si chiacchiera di avventura e di uomini veri a poco prezzo. 
Ferri posti in ogni dove su rocce che così non rimangono o quasi, solitarie.
Non applico il boicottaggio al mio splendido territorio, è sciocco! Cerco solo luoghi e monti e torrenti ove quel turismo di massa ha cancellato il sapore dei luoghi, dei monti e dei torrenti. Ed ahimè in Trentino sono ormai pochi 
Vi tedio ancora: Bedenedetto Croce ops scusate non era Trentino, diceva più o meno che l'ambiente naturale di per se non esiste ma esiste solo in quanto immagine contrapposta allo ambiente costruito dall'uomo. Ecco ho paura che il mio Trentino sia diventato la prova del pensiero di Croce il problema è che forse il mio Trentino è andato anche più in là diventando esso stesso ambiente costruito.
Fermiamo non le ruspe, che non ci vuol molto, ma la visione schizofrenica del turismo.


giovedì 17 agosto 2017

Alpi Dinariche

Un po' di anni fa camminavo solitario per le Alpi Dinarche per assaporare il gusto dello incontaminato mondo montano che ormai in gran parte del Trentino si è perso. 
Ricordo che arrivai ad una "malga" e vedendo le pecore incominciai a preoccuparmi per via dei cani che presto impari essere l'animale più pericoloso dato che facendo il suo lavoro protegge le pecore dagli "estranei" uomini o animali siano. I due pastori che vivevano poveramente, mi fecero segno di avvicinarmi e così feci. Uno di loro parlava un po' l'italiano avendo fatto lo stesso lavoro per pochi euro ed in nero presso qualche "lupo" italiano. 
Quando gli chiesi dei pericoli dei monti mi spiego che di la c'erano gli orsi ma che bastava non andarci per non aver problemi. Poi aggiunse: "mi raccomando torna prima dello imbrunire perché poi i lupi escono e tu per loro sei un bel bocconcino".
Ecco due analfabeti pastori sintettizzsrono penso correttamente, il rapporto con quelli che la PAT definisce grandi carnivori. 
Ora leggo che la PAT vorrebbe trasferire qualche orso in quei sperduti monti e mi è venuto subito in mente che la PAT potrebbe in cambio affidare a quei due analfabeti pastori l'ufficio "grandi carnivori" e perché no magari anche la comunicazione.

venerdì 11 agosto 2017

"ab"uso

Forse non seguo approfonditamente il fitto dibattito "urbanistico" che si stà svolgendo in Provincia di Trento ma mi chiedo: "quanto ci vuole a fermare l'"ab"uso del suolo? quanti mc di cemento si debbono gettare? quante stradine residenziali si debbono asfaltare? invece di restaurare, recuperare, riutilizzare e perché no? anche demolire quanto già esiste se non utile? 
Che senso ha l'autonomia se poi non si applica la dove ha più senso e da dove ha avuto il merito di consolidarsi? 
Ma forse sono io che sono "indietro" mentre è già tutto risolto e colleghi ed assessori hanno soluzioni "innovative" già operative! O forse è perché c'è la crisi? Si! Deve essere proprio questo! Crisi di che cosa? Ops!

Abbiamo costruito peraltro con nobili intenti, un sistema incapace di comprendere perché dallo stesso, è stata esclusa l'intelligenza e la conoscenza. Le regole nate all'alba della rivoluzione industriale continuano a permeare le norme che continuano a non vedere i cambiamenti della rivoluzione della informazione. Abbiamo trattato l'edilizia come monumenti. Abbiamo bisogno di luce, aria, spazio e ci costringono in una tradizione incapace di darci quello che al contrario sappiamo do aver bisogno. Architettura che protegge, copre, continua a ripetere senza il più delle volte inventare. 
Per non parlare della politica ferma ad autoperpetuarsi incapace di vedere, immaginare, condividere il futuro.

lunedì 7 agosto 2017

E5

A Campogrosso ho incontrato due ragazze che stavano ormai portando a termine il sentiero E5 da Costanza a Verona. Dopo aver condiviso la camerata, questa mattina abbiamo iniziato a parlare. Una di loro aveva un trombone in plastica nella stanza e così non ho resistito a chiederle di suonare. Ne è nato questo che sentite e vedete. Camminare è incontrare, conoscere, condividere.