domenica 24 maggio 2015

casa

la giornata è  lieve, un leggero e fresco vento spira da da est, il sole velato da veloci nuvole ogni un poco di tempo riscalda risoluto l"aria e le spalle che ad esso si offrono.
Un paio di legni bruciano forte in un fuoco posto a terra per fare nuove braci per la griglia pronta più in la.
Alcune donne tagliano verdure e funghi sotto il portico chiacchierando di figli e case sotto la ferma regia della madre, nonna, matrona che dispensa consigli velati da ordini.
Qualche uomo ha iniziato per tempo ad affogare i dolori nella birra' altri più cheti per via di più decise femmine, si dan da fare ad ordinare la carne che fra non molto vedrà vicino il rosso carbone che qualcun altro alimenta con l'aria di vecchio cartone.
I bimbi giocano giù nel prato scavando buche e beatamente sporcandosi le mani e tutto con la terra resa umida e nera da tanta pioggia.
Alcuni adolescenti son chiusi in stanza lontana dal resto come sembrano loro almeno in questi anni. Fra poco qualche genitore li chiamerà invitandoli ad esser presenti e loro anche se a malavoglia risponderanno ubbidienti lasciando uscire ancora il bimbo che è in loro,
Il vecchio capo da cui tutto è derivato o almeno tale vuol sembrare, controlla con sguardo dolce e fermo che tutto sia come lui se lo aspettava pur pensando che fra non molto tutto cambierà o forse no.

domenica 10 maggio 2015

autonomia

Quando qualche mese fa, nel deserto Giordano ai confini con la Siria, ci fu la consegna dell'ospedale finanziato dal Governo Italiano e realizzato dalla Protezione Civile Trentina, un amico giordano prendendomi sotto braccio e presentandomi ad altri intervenuti, esordì con: "may I introduce Fabio from Trentino.....". 
Li per li la cosa oltre alla naturale soddisfazione, non mi parve particolarmente significativa ma poi, ripensandoci, mi accorsi che del Trentino fin poco prima, quelle persone nemmeno ne sapevano dell'esistenza. D'altra parte mi chiedo quanti trentini conoscono il deserto di Azraq o le affascinanti vallate li chiamate Wadi, della Giordania? 
Riandai quindi a Pec/Peja dove nel 2000 oltre un centinaio di volontari si turnarono per oltre sei mesi ricostruendo tetti bruciati dalla guerra. Nessuno o pochi sapevano del Kosovo, dei serbi, degli albanesi e di quei conflitti. Nessuno sapeva di quelle montagne che tanto ricordano le nostre. Ora a Pec/Peja molti conoscono il Trentino, la sua gente ed il loro impegno. Potrei continuare con la gente di Kodaikalar in Sri Lanka il cui significato in lingua cingalese è "bella terra" e che tanto si adatterebbe alla nostra terra; potrei continuare con la gente di Beit Jala in Palestina e ricordare così come quella che sembra proprio una nostra tipica parola "baita" proprio da quella terra prende origine come ben si vede nel nome di quella città. Potrei continuare con la gente di Balvano in Irpinia, di Valtopina in Umbra o di Rocchetta di Vara in Liguria per finire a Concordia sulla Succhia in Emilia.
Questa è la nostra autonomia: aprirci agli altri, conoscere gli altri, condividere con gli altri 
Del Trentino in Giordania credo proprio nessuno ne sapeva nulla come del resto credo che qui nessuno sappia nulla ad esempio di Azraq ma ho sempre avuto la coscienza che conoscere la storia, l'ambiente, gli uomini e le donne di un territorio sia parte essenziale di noi stessi e della nostra conoscenza.
Non possiamo lontanamente pensare che le nostre montagne, i nostri laghi la nostra gente sia conosciuta e rispettata se noi non facciamo altrettanto nei confronti degli altri territori e comunità.
Provate a chiedere oggi a Baticaloa in Sri Lanka, o a Peja in Kosovo o a Beit Jala in Palestina che cosa vuol dire Trentino: Provate a chiederlo a Balvano, a Valtopina, in Liguria, a Concordia sulla Secchia e credo la risposta sarà sempre la stessa pur nelle diverse lingue.
Ecco cosa vuol dire autonomia: aprirsi agli altri per conoscerle e così facendo conoscere se stessi, quello che siamo in grado di fare e far si che gli altri ci conoscano con i nostri pregi ed anche le nostre debolezze.
Penso spesso a quello che un amico straniero mi disse mentre lo accompagnavo su per la valle di terragnolo mostrando i terrazzi ormai abbandonati e cadenti: "certo che voi in passato avete faticato tanto, ma ora?" 
Faticare ormai fortunatamente non più su un muro di un terrazzo, ma sulla conoscenza per potersi aprire agli altri per gli altri ed in fondo per noi stessi.