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lunedì 26 ottobre 2020

fade

Ieri sono tornato a Camposilvano dopo che Vito Massalongo me lo aveva fatto conoscere qualche tempo fa. Camposilvano paesino della Lessinia dove c'è un piccolo, ricco museo di ammoniti e dove si può ammirare fra gli altri, uno scheletro fossile di un orso preistorico di 20.000 anni fa (Ursus Spelaeus) che mi fa sorridere pensando alla faccia che Fugatti farebbe se per una di quelle stranezze che la fantasia consente, dovesse ospitarlo al Casteller. 
Il museo sarà 300 mq. non ci sono fantasmagorici "giochi" multimediali come "nell'avanzatissimo" MUSE ma c'è Marta che ti racconta di 70.000 anni fa come fosse ieri e comprendi che ha proprio ragione guardandoti attorno e vedendo quel che accade anche agli orsi e "fossili" attuali. 
Poi sono salito su al Covolo che si è formato per crollo di una immensa grotta. Il MUSE avrebbe fatto "giustamente" un percorso virtuale con pannelli esplicativi dettagliatissimi ma camminare in un Covolo è altra cosa. 
Se poi prendi un libricino ed incominci a leggere di fade ed orchi il salto indietro con la fantasia è fatto. Altro che realtà virtuale. 
Alle volte, spesso penso che non che la tecnologia sia errata, anzi, ma l'uso da pantofolai che ne facciamo sia disastroso. Un po' come quando si andava a Sharm ma non si vedeva quello e chi stava fuori da quei villaggi.
Ecco la differenza fra il ricco MUSE e il piccolo Museetto di Camposilvano. 
C'è un'ultima notazione che vi propongo circa il termine "fade" potremmo definirla "una strega gnocca" che mi piace proprio, ma il termine mi ha richiamato quello inglese e così mi sono chiesto se gli antichi cimbri intendessero che la bellezza si "dissolve" come è inevitabile e come la parola racconta.

lettura nel Covolo


domenica 14 giugno 2020

Cimbri

Dopo due giornate faticose, erte, senza una idea precisa se non quella di fuggire dai luoghi comuni sono approdato a Giazza paesone ora più paesino posto alla fine della valle che scende certo non dolcemente, dalla cima Carega verso Verona. I luoghi mi hanno colpito per la naturalezza, non dei pacchiani edifici, ma della natura che gli ingloba.
A Giazza speravo di trovare un luogo ove riprendermi dalle fatiche, farmi una doccia calda e mangiare non le solite uova.
Il viaggio è magico proprio per questo perché forse all'incontrario della vita, ti riserva quando tutto sembra perduto, sorprese che illuminano il cuore.
A Giazza ho incontrato il direttore del museo cimbro. Io manco sapevo che i cimbri avessero affollato questi monti ma la storia è sempre materia assai trascurata. Con Vito abbiamo parlato un po' del mio cammino ma soprattutto della storia di qui. Magico. Ho scoperto cose che solo il viaggio e gli incontri ti fanno scoprire.
Vito mi ha portato qui dove ora sono seduto dopo una cena deliziosa al ristorante 13 comuni che Vito mi ha insegnato essere i territori cimbri.
Camminare è l'essenza dello scoprire.