giovedì 30 giugno 2016

magico incontro

Allora finalmente un altro incontro degno.
Alla fine del sentiero che dal "Diavolosky most" si inerpica per l'aspro fianco della montagna c'è lei. Sale su dal ripido prato ove con un forcone più grande di lei stava girando il fieno pronto per essere raccolto dopo un po' do sole ancora.
Fortuna vuole che nel cammino ho incontrato una coppia bulgara che mi racconta e mi informa di cose che altrimenti non saprei se non intuire. Lei ha ottanta anni ed una energia di una quindicenne. La cosa carina è che proprio è una femmina infatti attraverso gli amici mi chiede cosa penserà mai mia moglie di questa foto. Sorrido. Capisco e mi commuovo. 
Guardo il suo volto disteso pieno di rughe, la sua eleganza fatta di abiti che mai nessun stilista saprà mettere assieme sia per colore che forma.
Vorrei farle mille domande ma basta uno sguardo e ci sono mille risposte. Vorrei capire cosa conosce di questo mondo di internet di fb ma non ha nessuna importanza lei sa della vita e non vuole offendere nessuna altra donna.
Magico incontro.


demolire di nuovo

Devo proprio continuare a fare l'architetto del cavolo anche stamani dopo la bella passeggiata che per le strade di Kardzhali mi ha riportato alla stazione non diffusa fortunatamente degli autobus.
Il viale è bello, largo, ampio con giardino a protezione degli edifici percorso pedonale adatto a contenere ciclabile e quanto altro, fascia verde con alberi di alto fusto e infine vialone per automobili. Da manuale
Gli edifici direi liberty, floreale, secessione viennese insomma inizi del 900 sono ben ritmati, eleganti pur nella povertà della manutenzione. Anche il socialismo reale è intervenuto ma in fondo rispettando l'idea originale e cambiando lo stile con un più adatto per i tempi razionalismo costruttivista. 
Il problema è stato il poi. Il mercato, il capitalismo, l'avidità la mancanza di attenzione i nuovi colleghi che dovevano sfruttare l'affaccio sulla importante strada.
Che si fa? So riempie fra gli spazi lasciati vuoti affinché il dietro pervenga sulla strada che sta avanti.
Apparentemente si esalta la continuità della strada praticamente si rende omogeneo un muro. Omogeneo è una importante parola e vedrete le foto.
Ma forse non tutto è perduto la lettura è lì e qualche ruspa dovrebbe demolire il nuovo.


Ps: nella seconda foto c'è un insegna stradale pedonale. Mi ha riportato alla memoria quelle messe in opera a Rovereto recentemente. Ma volete mettere la qualità? La chiarezza dell'informazione?


Ardino is waiting for me.





mercoledì 29 giugno 2016

biglietto

Stratoni. Scendo io e due anziane greche di ritorno dal paese con.un po' di borse piene.
Guardo su i monti che mi aspettano e guardo il mare che placido mi lambisce.
Mi fermo. Fermo questa immagine. Sul pulman c'erano tedeschi in vacanza mi girano per la loro insulsa arroganza fatta di denaro e di spocchia. Non tutti sono così ma bisognerebbe controllare prima di dare passaporti.
Alla fermata dell'autobus in coincidenza con il traghetto di una isola grande un nulla, sale per ultimo un ragazzino. Maglietta e calzoncini corti puliti, capelli lunghi, zainetto sulle spalle. 10 anni stimo non di più. Ha l'euro in mano per il biglietto quasi timoroso di perderlo. 
L'autista, barba incolta, muso duro improvvisamente sembra sciogliersi ed in con lui. Fa un cenno con la testa e fa sedere il ragazzino regalandogli quel euro inaspettato.
Rifletto: ma questo salva questa gente. Quel bambino non vedrà il non pagamento del dovuto ma un atto di generosità e se la compagnia dello autobus avrà perso un euro io la vedo come fidelizzazione del cliente, come investimento. 
I monti aspettano mi avvio.

maestri

Una nave lentamente mi sta portando a Ouranoupolis. Si ferma ad ogni porticciolo a cui in alto i vicino corrisponde un monastero. Alcuni scendono altri salgono ed il battello si rimette in moto.
Il mio ultimo incontro è stato con quattro maestri elementari che si sono "regalati" una vacanza lontani da mogli,  figli e preoccupazioni varie. Hanno cinquanta anni ma sembrano ragazzini ancora una volta e solo per quattro giorni. Stavo pensando al buono di Renzi e mi sembrerebbe un buon modo per spenderlo.
Ma torniamo uno di loro parla della Brexit. Sembrano sconfortati. Uno mi dice che Tsipraz è stata l'ultima speranza ora non ne hanno più.
Rifletto. Ma qui c'è un mare, dei monti, della infinita storia e cultura. Non si mangia con quella ma poi provo a buttar li che prima o poi anche i tedeschi, gli inglesi si accorgeranno che il lavoro non c'è più portato via da macchine che tutto ormai fanno togliendo la fatica.
Allora provo a convincerli i tedeschi si accorgeranno che meglio è spendere la vita in luoghi come questi che non nella verde, immobile, uguale grosse Germany.
Basta aspettare ed accadrà anzi è già accaduto in molte isole.


angoli e spigoli

Le città che si sono espanse durante il periodo di fulgore del socialismo reale sembrano uscite da una esercitazione accademica di studenti al terzo anno di architettura ma anche il quinto va bene. Tutto sembra a posto. Il verde, i parcheggi ma di quali macchine, i percorsi ordinati i centri di aggregazione diffusi e non massimizzati; ma! Ma? Ma c'é qualcosa che non va ed oggi camminando per uno splendido esempio in cui mi sono imbattuto qui in Bulgaria e che si chiama Kardzhali, ho intuito: mancano gli spigoli dove andare a sbattere e gli angoli dove rinchiudersi. C'è l'uomo con la sua capacità di organizzare, ordinare, indicare ma manca l'uomo con il suo essere altro e il suo essere lontano da tutto. Per carità nulla di tragico pensando a Città piene di spigoli ed angoli ma prive di gerarchie organizzative. 
Cavoli sto facendo l'architetto del cavolo del 68 mentre tre bulgari cantano magistralmente dolcissime canzoni un po' in inglese e in bulgaro che poi sono la stessa cosa di spigoli ed angoli. 
Mi piace stare fuori.....

meta

Scendo dal piccolo bus che mi ha portato qui lungo un autostrada praticamente vuota. 
Gusto un po' di aria condizionata e fuori lungo nuove strade strette e rese confuse da improbabili parcheggi e da cassonetti buttati li senza cura. 
Vedo il primo velo di questo viaggio poi il primo minareto poi un altro e la in fondo uno ancora.
Costantinopoli è li fra pochi chilometri ma io giro su per i monti e mi avvio verso la Bulgaria. Il fiume Arda e il suo "Diavolosky most" ci vuole una meta anche piccola, per nulla importante agli occhi dei più e solo ai tuoi occhi bella e di valore come è un amore, come è una meta appunto.


martedì 28 giugno 2016

Vladan

Però un po' di germatitudine ci vorrebbe. Sto viaggiando da giorni verso est sulla antica via Ignazia vado a piedi ogni tanto incontro qualcuno, poi vi racconto di Vladan Seferovic, ogni tanto prendo un autobus.
Ogni volta che chiedo come posso raggiungere la successiva città o paese la risposta è "devi andare a Tessaloniki e di lì a xyz". Sarebbe come chiedere, essendo a Verona come si fa a raggiungere Trento e ti rispondesse che devi andare a Roma e poi di lì a Trento. Non capisco e non mi adeguo così scopro che est è est e non ovest prima.
Mi assale il dubbio che il tutto non sia organizzato da una teutonica mente al solo scopo di aumentare i tickets al fine di risanare bilanci altrimenti in perdita per via di una logica più semplice.
Anyway. Oggi colpo di culo e di sfiga nella stessa giornata. Mi pare giusto.
Allora lascio Stratoni e mi avvio sulla vecchia strada. Un operario adetto alla pesa mi spiega il percorso ma al solito non ci credo. Credo invece che li si estrae piombo e che la proprietà della fabbrica e di conseguenza del paese è oggi canadese.
Scelta infame la vecchia strada. Frane mai sistemate che ti costringono ad essere un camoscio a 32 gradi. Spine, rovi che ti fan sanguinare e sporcare la linda camicia. Finalmente arrivo in cima. acqua refrigerio e soddisfazione oltre ad un ciclista bulgaro che va nell'altro senso.
Mi avvio giù per il passo, sento una macchina metto fuori un dito e si ferma. Miracolo dovrebbe qualcuno. La macchina è targata Belgrado. E Vladan. E chi è Vladan? Allora sul suo biglietto da visita c'è scritto Sales manager Pilgrim Agency of the Serbian Orthodox Church nella realtà è un uomo con una moglie quattro figli maschi e una attività economica da mandare avanti. Quattro forse cinque lingue.
Parliamo. Conosce Dobrila Beit Jala, Jerusalem. Il mondo è piccolo e poi Ivo Andric il ponte .. Oh quante cose assieme e forse la più bella definizione dei Balcani......I Balcani sono confine fra est ed ovest fra sud e nord fra religioni, fra noi e gli altri fra storia e presente i Balcani sono un confine.!!!!
Cavoli che bello penso. E come possono capire altri che non hanno confini, confronti, verifiche.
Poi scopriamo di avere molto in comune. Le parole, i luoghi la storia. Falla Vladan.
Il viaggio, la vita continua.
E ci sono i cretini che continuano a dirti che per andare a est devi tornare ad ovest.
Per andare avanti alle volte bisogna tornare indietro....ma senza dimenticare cosa significa avanti....
Prossima meta Kavala. Che accadrà?




lunedì 27 giugno 2016

Polamas

Padre Polamas mi accoglie sotto l'ombrosa pergola del monastero di Stravonikita.
Mi accompagna alla portineria e come sempre quando arrivi, mi offre un dolcetto e un bicchiere d'acqua. "l'acqua più fresca di tutta la penisola" affermo dopo averla bevuta tutta di un fiato. "quasi un miracolo" risponde sorridendo Polamas e capisco che um frigo è effettivamente un "miracolo".
Se vuoi ti accompagno a vedere la chiesa. Dentro ci mettiamo accanto e la simpatia reciproca aumenta. Riconosco l'icona di Sant Nicola mentre mi corregge su quella di San Giovanni. Poi mi chiede che lavoro faccio. L'architetto! Ride e dice anch'io! Per quindici anni a Salonico, progetti, autorizzazioni, imprese e poi ho lasciato tutto e sono venuto qui. "ho cambiato vita"! E vedo per la prima volta una consapevole scelta fatta non con leggerezza ma avendo ben chiaro difficoltà e opportunità.  Parliamo ancora progetti, vita da monaco, dello Abate a cui devo portsre i saluti del mio amico palestinese Issa.
Poi ci lasciamo lui ritorna alla accoglienza io alla polverosa strada.
Ora sono Alli Skiti di Sant Andrea e capisci che anche qui non tutto è perfetto. Finalmente le stesse regole sono applicate diversamente e penso che poi in fondo è questione di uomini non di regole. As usualy.
Sono appena rientrato dalla colazione e Sant Andrea si esalta: un pezzo di pane, un piatto di minestra ove l'aglio impera, un bicchiere d'acqua. I greci che mi circadavsno speravano almeno in un "ciai" the.

domenica 26 giugno 2016

tuono

Alle sei mi sveglio di soprassalto. Un tuono! La luce mi dice siano le cinque ma guardo l'orologio e sono le sei.
È scuro, mi alzo in fretta ed esco per andare in chiesa. Mi sembra questo il modo di guadagnarmi il cibo e l'ospitalità che mi danno.
Nel piazzale piove a dirotto ma mai fu così dolce bagnarsi. Alle 6,20 entro in chiesa.
Ieri sera ero arrivato qui grazie ad una compagnia di russi gli stessi che avevo incontrato su per il monte Athos.
Mi avevano letteralmente raccattato lungo una strada polverosa e soprattutto sotto il sole con 38 gradi. Stavo pensando al mio piccolo inferno dei successivi 5 km quando un furgone si ferma, un finestrino si apre e "come on Italian..."
Non credo nella provvidenza ma certo è stata una fortuna. I russi mi chiedono dove sti andando da solo sotto sole. Mi raccontano del monte Athos e mi chiedono cosa penso del recente incontro tra il patriarca di Mosca ed il Papa
Rispondo che certo le divisioni non le ha fatte Dio ma gli uomini e che ora debbono rimediare.
Mi sembra che apprezzino.
Poi cambio discorso è parlo di montagne. I monti Altai in Siberia. Uno ci è andato mi descrive. Mi affascina ancor più.
Loro hanno il volo domani io non lo so e non voglio saperlo.
Mi lasciano al monastero di Iviron.
Il mattino dopo aver lasciato lo Skiti rumeno ero arrivato al padre di tutti i monasteri Megistis Lavras dove riposa il fondatore di tutto questo Sant Atanasio.
Un monaco mi accoglie e per due ore parliamo intensamente. Sono un anima persa e probabilmente è vero ma certo rientro in auella categoria che richiede tanto impegno ai monaci. Vorrei abbracciarlo ma non mi pare il caso altrimenti potrebbe dedurre una mia conversione e non un semplicissimo affetto per un prode. Mi regala un libro, una prugna secca e acqua. Mi dice di andare  monastero di Stavronikita dive effettivamente arriverò fra un po' quando mi deciderò a lasciare questo mio angolo di paradiso deve il mare mi culla con il suo suono.
Anzi ve lo mostri dove sono.


sabato 25 giugno 2016

Athos

Ieri ho camminato! Tanto! Alle 5 e mezza ho lasciato la mia cella ho cercato di prepararmi un nescaffe che almeno con lo zucchero mi desse un po' di energia e poi quasi furtivamente sono uscito dal monastero.
La stradina era nascosta fra le case e persino un cúmulo di pietre sembrava impedirne l'accesso ma poi ecco le scomposte pietre e il filo di muro che annunciavano la nuova via.
Si sale erti e la vista della costa che scende nel mare ti fa fermare e guardare.
La fatica si fa subito sentire ma non c'é il tormento del sole.
Scendo di nuovo in riva al mare. Spiaggetta incontaminata e mi assale la voglia di un tuffo. Poi mi sembra che sia un andar contro le regole della comunità e così continuo.
Alle otto entro nel monastero di Santa Anna! Non c'é nessuno. Guardo giu il mare crespo dal vento infrangersi sulla aspra costa.
Prendo acqua. Riparto.
La strada almeno in questa parte mi ricorda un altra salita ad un altro monte sacro il Picco d'Adamo in Sri Lanka. Saranno gli scalini ed il caldo o forse il ricordo di quello cammino.
Incontro molti che stanno tornando. Sembrano esausti. Alle dieci arrivo alla ultima fonte d'acqua segnata sulla mappa prima della salita al monte Athos.
Bevo. Poi appena finito arriva una carovana di muli ed uno alla volta ordinatamente bevono anche loro.
La salita è ripida il sole ma soprattutto il forte vento ti accompagnano.
Alle 12 arrivo al "rifugio" quota 1500 a scavalco di un passo che dire ventoso è una presa in giro.
Entro. C'è un prete mi sorride e mi offre un bicchiere d'acqua e delle noccioline. La lingua è un problema ma poi capisco sono russi. Una intera compagnia.
In camerata occupo un letto. Tolgo un po' di cose dallo zaino e le appoggio sulla branda.
Qualcuno con la faccia stravolta dorme infilato nel sacco a pelo.
Il vento lo senti fischiare e provo a verificare se i russi salgono alla cima. Nulla.
Alle 12,30 riparto. Ultimi 530 metri che alcuni mi hanno detto difficili. Faticosi è una parola più adatta.
Dopo 100 metri il rifugio sparisce ed entro il una nebbia che sembra impossibile per il forte vento.
Le gambe vanno,  sono leggero e così alle alle due vedo la croce della cima del monte Athos.
È un cantiere stanno sistemando la chiesa in cima.
Rocce scavate, qualche goccia d'acqua, l'emozione du esserci arrivato.
C'è un giovane operaio, chiedo se mi fa una foto ed il suo perfetto inglese mi travolge. Che fai qui? Perché? Perché? Perché?
Laurea in ingegneria ad Atene ma quello è il lavoro che c'è ed è pure felice. Mi incazzo penso ai figli tedeschi ed alla loro effimera sicurezza. Penso che quel ingegnere sulla cima del monte Athos a tagliare pietre e scaricare carovane di muli sarà più forte dei colleghi che tutto sembrano avere.
Buona fortuna gli dico ed inizio a scendere.
Alle 15 sono di nuovo al rifugio. I russi sorridono. Batto i bastoni in segno di gioia. Raccolgo le mie cose e giù. Non voglio dormire in quel caos.
Cammino. Cammino.
Finalmente alle 19 scavalco um passo e vedo giù una mega costruzione. Forse un luogo dove dormire.
Alle 19,30 entro in Skiti.  11 ore di cammino,  25,6 km e 2397 m di dislivello in un giorno praticamente come andare da Trento a Rovereto passando per lo Stivo.
Lo Skiti mi spiegano è un monastero senza i diritti di un monastero e praticamente non può ordinare monaci.
Sono arrivato nell'unico monastero Rumeno del monte Athos. Skiti Prodromiu
Quasi a casa! Sorrido.
Firma del librone, acqua, dolcetto e grappa.
Rinascita.
Mi danno una branda in una camerata di rumeni. Qualcuno mi fa posto. Trovo un asciugamano una doccia e sono felice non ci vuole poi tanto.
Qualcuno mi porta in mensa,  mi danno da mangiare e un bicchiere di vino che sembra nettare.
Mi addormento di schianto. Non sento nulla se non il vento che fuori soffia sempre con forza.
Alle 2,30 una campaña mi sveglia allo improviso. I rumeni saltano giù dal letto inizia la funzione delle tre.
Non ce la faccio e mi giro dalla altra parte.
Alle sei vado in chiesa. Sto nel pronao i rumeni sono piu rigidi ed ad un pseudo cattolico non è permesso di entrare in chiesa.
Ora ho fatto colazione: peperoni ripieni, insalata, feta olive e un bicchiere di vino. Evviva lo Skiti Romeno.
Si riparte.






giovedì 23 giugno 2016

San Dionisio

Alle 16,30 entro stanchissimo nel quarto monastero della giornata. San Dionisio.
Il caldo ed il lungo cammino fatto di erte salite e rapide discese mi hanno messo a terra e un po' di saggezza rimasta hanno consigliato un riposo.
Mi accoglie un laico che mi fa sedere e mi porta acqua e quei dolcetti fatti di zucchero che compensano subito l'energia persa.
Poi arriva un monaco possente nella sua barba bianca e nella sua statura. Chiede se mi fermo per la notte e confermo. Mi chiede di dove dell'Italia e Roma e Firenze sono le città che pare conoscere. Penso al concilio di Trento ma è già molto in là dalla separazione d'oriente e così desisto a spiegare.
Alle cinque c'è vespro che poi in greco ci assomiglia proprio!
Mi accompagna alla cella: mi dice che è singola. Riesco persino a trovare una doccia nei meandri del monastero e provo a lavar via la stanchezza che ormai mi ha vinto.
Alle cinque vado in chiesa. I pellegrini sono tutti li. I preti dentro iniziano una litania per me incomprensibile che mette a durissima prova la mia resistenza a non addormentarmi di schianto.
Poi dopo un ora tutti escono ed io seguo.
Entriamo in un refettorio da mozzare il fiato per forma ed affreschi.
C'è sempre qualcuno che legge immagino le vite dei santi.
Solo le forchette ed i piatti sono gli altri suoni.
Riso con verdura e nemmeno molto, lattuga e pane. Non c'è da ingrassare. Sorpresa in una caraffa più piccola c'è del vino rosso e mi pare una iniezione di energia il mezzo bicchiere che mi tocca.
Poi improvvisamente tutti si alzano, canto e l'abate esce facendo finire la più che parca cena.
Faccio il solito díscolo e prima di uscire finisco il vino quasi di nascosto ma mi accorgo di non essere il solo.
Si ritorna in chiesa. Li molte cose mi sfuggono e credo per la mia ignoranza del rito bizantino.
Poi tutti escono sul terrazzo che strapiomba sul mare. Si accendono i cellulari e si chiamano le mogli lasciate a casa o ad Oranopolis.
Accendo anche io e divido con voi l'emozione di queste ultime ore.
Di quella di stamani alla vista del monastero Simon Petra penso non troverò parole adatte.







mercoledì 22 giugno 2016

Ouranoupolis

Ouranoopolis mi hanno spiegato, significa città del cielo. In effetti tutto sembrerebbe convergere verso questa ipotesi. In qualche metro inizia "il sacro luogo di preghiera, tranquillità, pentimento, vita monastica e adorazione della santa trinità" e se anche non credi e pensi che la religione sia una risposta facile alle proprie paure ed incomprensioni, sai anche che gli uomini attraverso questo cammino hanno cercato risposte sincere appunto alle proprie paure e incapacità di sapere. 
Domani una barca mi porterà dentro questo luogo e debbo dire sono emozionato. 
Ho letto le regole e quasi quasi si potrebbero applicare anche in una nostra città. Sono logiche, semplici, rispettose della natura e degli altri. 12 punti in tutto. 
All'ufficio dei pellegrini hanno verificato le credenziali e confermato che tutto è a posto e domani mattino mi daranno il mio "diamonitirion" e questa nuova esperienza inizierà. 
Naturalmente proverò a salire sulla vetta del monte che si spinge dentro lo Egeo.




lunedì 20 giugno 2016

σιγά σιγά

Mattino presto, stazione non diffusa come a Rovereto, di Larissa. 33 gradi all'ombra ma sembra primavera forse perché la prossima meta è il monte Athos. 
Soliti viandanti in cerca di un po' di refrigerio, acqua o un sorriso di saluto.
Guardo, fantastico come sempre. Da prima non capisco una famiglia ha accompagnato la figlia alla carriera per Salonico. Soliti baci. Solite raccomdazioni immagino. 
Ma c'è qualcosa che non quadra la signora anziana è elegante nella sua semplicità: gonna nera, camicetta ricamata bianca come la figlia in completo blu semplice che ne esalta la bellezza senza dichiararla troppo. Lui al contrario sembra scatto, pantaloncini corti, maglietta con qualche scritta che esalta una pancia forse già troppo rotonda. 
Poi le due donne salgono sullo autobus e tutto si complica mi sembra di non avere chiavi di comprensione.
Si siede vicino a me la signora anziana e la figlia la coccola. So nulla di greco ma la madre accarezzando il volto della figlia sussurra le due parole che tutti i greci mi hanno detto lungo questo mio pellegrinare: "siga siga..." piano piano! Ed allora tutto è chiaro. La anziana madre è venuta a trovare la figlia che si è innamorata di un uomo che forse non le è alla altezza. Chissà? Ma alle volte basta guardare ed essere vecchi per capire. 
Mi piace questa greca che ho accanto che ad ogni chiesa si fa tre segni della croce ma l'unica cosa che ha detto alla figlia che certo ha visto in pericolo è stato; "siga siga..." σιγά σιγά..."


martedì 14 giugno 2016

Fotini

Lei è Fotini che in greco vuol dire luce.
L'ho incontrata nel parco archeologico di Dion.
Il figlio saputo che ero italiano, mi ha subito portato da lei per farla felice consentendole parlare una lingua con cui era cresciuta e che poi ha abbandonato.
Abbiamo camminato assieme e complice la curiosità di entrambi le mie domande ho raccolto una storia emozionante come solo il caso è capace di creare.
Ma andiamo con ordine.
Fatimi nasce a Rodi ne 1928! A quel tempo Rodi ed il Dodecanneso sono italiani da 16 anni.
Fatimi va scuola greca naturalmente ma poi viene cambiato il gerarca fascista che governa le isole ed impone la lingua italiana come unica lingua di studio licenziando le maestre greche e dando lavoro a maestre che in patria non hanno lavoro. (e poi non ci si sorprenda di. Salvini...) 
La cosa simpatica è che Fotimi ricorda la sua maestra e il direttore didattico che al tempo sembrava assolutamente puro ma che poi Fotimi scoprirà essere comunista ed che aiuterà alcuni ebrei di Rodi a sottrarsi alla furia nazista nascosto assieme alla moglie. dai greci a cui aveva imposto la lingua in una isoletta.
Ma ritorniamo a Fotimi; fa il ginnasio e tutto il liceo in italiano. 
Poi alla vigilia della maturità tutto cambia. La guerra, gli italiani se ne vanno. 
Lei deve fare la maturità classica in greco. La supera e che diamine.
Il padre vorrebbe che Fotimi continuasse gli studi in Italia ma Fatimi è realista e si accontenta del Politecnico di Atene. 
Il primo ingegnere femmina elettromeccanico greco! Che altro?
Ma oltre lo studio c'è l'amore. Anche lui ingegnere sui stessi banchi. 
E subito nasce la prima figlia. 
"" non eravate da sposati? " chiedo "chissà che scandalo" chiedo? "!no perché" risponde Fatimi "siamo gente con il pensiero libero" 
Poi fine degli studi, matrimonio alta figlia. Lavoro nella società elettrica greca. "ci siamo costruiti una bellissima casa ad Atene grazie all'aiuto di un nostro amico architetto" continua Fotimi.
Ed io ingenuo chiedo "ma perché ve ne siete andati via visto che ora stai in Canada?"
Poi una intuizione dalla memoria di studente: "i colonnelli!" 
Lei sorride non è arrabbiata anzi ripete "noi siamo gente con la mente libera" non comunisti, non fascisti solo liberi.
Poi racconta dello ufficio in cui lavoravano e del geometra che l'aiutava e che un giorno le confessa che qualcuno gli ha detto che ci saranno dei cambiamenti in azienda. 
Praticamente sembra un solito ufficio pubblico italiano con un po' di chiacchiere ma invece no.
Entra il marito e chiede al geometra di poter parlare con la moglie. Il geometra se ne va ed il marito confessa: "è vero quello che ha detto....ecco la mia lettera di licenziamento!" 
Lui ha il passaporto e non esita un minuto; parte per Parigi con la figlia più grande.
Fatimi rimane ad Atene per chiedere il passaporto per lei e gli altri figli. 
Sei mesi ci son voluti ed ogni giorno Fotimi va alla polizia per chiedere, sapere per essere libera non solo di testa. 
Una lettera a Papadopulus sblocca il passaporto. "È inutile propagandare la difesa della famiglia se poi tenete lontani due sposi ed i figli..."
Passaporto valido solo per Parigi ma il funzionario canadese interpreta magistralmente che non vi è scritto escluso Canada. Così finalmente la famiglia si ricompone e parte. 
Si riparte. La figlia più vecchia diventa la prima ad entrare in una scuola tecnica canadese ed bello sentire una canadese, greca, italiana, francese, affermare che in quegli anni i canadesi erano non proprio attenti alla parità di genere. 
Parliamo ancora mi racconta di una icona della Madonna che sta ad Assisi e che li è stata portata da chi condiviso con gli italiani quel periodo. 
Mi racconta che non è vero quello che hanno scritto sulla scuola italiana di quegli anni nel Dodecanneso. 
Ho scritto un libro per testimoniare quello che ho vissuto ma no trovo nessuno che abbia voglia di leggerlo.
Un fiume in piena con argini ben solidi fatti di "libertà di pensiero" 
Sai Fabio mi dice quando le chiedo se non sia troppo tempo che non si fa vedere da suo figlio ogni tanto questi figli non lasciano la libertà e diventano troppo ansiosi....rido e quando lo dico a Dimitri lui ride e risponde: "lo faccio solo per evitare i rimproveri delle sorelle che sono più aspri di quelli di mamma" 
Storia lunga lo so non da FB ma penso ne valga la pena perché l'essere liberi di pensiero paga sempre un prezzo: la felicità



lunedì 13 giugno 2016

Dion

Ma perché mai i miei colleghi e certo anch'io si ostinano a progettare e realizzare oggetti alla apparenza molto importanti nelle forme ma che nello uso quotidiano rivelato la loro povertà se non inutilità. Sto camminando non più sui monti ove colleghi vari sono fortunatamente lontani, ma per il parco archeologico di Dion alle pendici dello Olimpo. Il luogo è magico. Ad ogni angolo una ruina ti richiama quasi la vita odierna ma con una qualità migliore che nemmeno l'incuria del tempo e degli uomini è riuscita a cancellare.


La mia mente corre subito ad immaginare cosa era è cosa si potrebbe fare per far conoscere di più. Quanti denari ci vorrebbero, quanti ragazzi avrebbero da menar menti e mani.
E poi vedo il cartello standard che qualche collega ha disegnato e che magari starà pure si qualche patinata rivista. È bello ma mi chiedo se con quel denaro non si poteva fare altro di più utile alla conservazione.
No. Mi scuso. Meglio che la storia lentamente cancelli se stessa se non siamo capaci di leggere, di conoscere di discutere.
Meglio che la storia ritorni nella barbarie della intolleranza, dell'egoismo supponendo di salvare le "proprie" origini così forse dopo qualche disastrosa guerra che sempre più si avvicinerà a noi non permettendoci più di pensarci finalmente sicuri in una vita che non lo è.

martedì 7 giugno 2016

Wanda

Ciao Wanduzza.
Allora stavo guardando uno strano film alla TV ed era ambientato a Nazareth.
La storia era così così è non aveva importanza ma la luce, le pietre bianche, il disordine ordinato mi hanno fatto ritornare alla mente quel nostro strano viaggio a Nazareth.
Ricordi la litigata su per le viuzze di Nazareth io ricordo l'aria ma proprio il motivo no.. Ebrei Arabi...
Ricordi il tuffo nel lago di Tiberiede e quel paesino israeliano nel deserto dove respirai l'aria che Amos Oz mi aveva da prima fatto respirare anni prima con i sui libri. 
E dove mi lasciasti finalmente alla mia solitudine aperta 
Ed ho capito! Eravamo proprio Nazzareni fino al midollo dell'osso. Arabi, ebrei che inseguono... 
Ho sorriso mi è venuta nostalgia di te, di quello strano viaggio, del nostro annusarci su per il Webdhe. 
Volevo ringraziarti e questo è l'unico modo che conosco per farlo.
Che profumi sento quando penso a quello ultimo tempo del mio operare. Come per magia sono ancora lì ora.
Ma una cazzo di email ce l'hai? Con tutte ste NGO non so quale usare. 
Stai bene. Io domani mi metterò in cammino per trovare una strada ed essere arabo, ebreo ancora umano.