lunedì 20 giugno 2016

σιγά σιγά

Mattino presto, stazione non diffusa come a Rovereto, di Larissa. 33 gradi all'ombra ma sembra primavera forse perché la prossima meta è il monte Athos. 
Soliti viandanti in cerca di un po' di refrigerio, acqua o un sorriso di saluto.
Guardo, fantastico come sempre. Da prima non capisco una famiglia ha accompagnato la figlia alla carriera per Salonico. Soliti baci. Solite raccomdazioni immagino. 
Ma c'è qualcosa che non quadra la signora anziana è elegante nella sua semplicità: gonna nera, camicetta ricamata bianca come la figlia in completo blu semplice che ne esalta la bellezza senza dichiararla troppo. Lui al contrario sembra scatto, pantaloncini corti, maglietta con qualche scritta che esalta una pancia forse già troppo rotonda. 
Poi le due donne salgono sullo autobus e tutto si complica mi sembra di non avere chiavi di comprensione.
Si siede vicino a me la signora anziana e la figlia la coccola. So nulla di greco ma la madre accarezzando il volto della figlia sussurra le due parole che tutti i greci mi hanno detto lungo questo mio pellegrinare: "siga siga..." piano piano! Ed allora tutto è chiaro. La anziana madre è venuta a trovare la figlia che si è innamorata di un uomo che forse non le è alla altezza. Chissà? Ma alle volte basta guardare ed essere vecchi per capire. 
Mi piace questa greca che ho accanto che ad ogni chiesa si fa tre segni della croce ma l'unica cosa che ha detto alla figlia che certo ha visto in pericolo è stato; "siga siga..." σιγά σιγά..."