lunedì 13 giugno 2016

Dion

Ma perché mai i miei colleghi e certo anch'io si ostinano a progettare e realizzare oggetti alla apparenza molto importanti nelle forme ma che nello uso quotidiano rivelato la loro povertà se non inutilità. Sto camminando non più sui monti ove colleghi vari sono fortunatamente lontani, ma per il parco archeologico di Dion alle pendici dello Olimpo. Il luogo è magico. Ad ogni angolo una ruina ti richiama quasi la vita odierna ma con una qualità migliore che nemmeno l'incuria del tempo e degli uomini è riuscita a cancellare.


La mia mente corre subito ad immaginare cosa era è cosa si potrebbe fare per far conoscere di più. Quanti denari ci vorrebbero, quanti ragazzi avrebbero da menar menti e mani.
E poi vedo il cartello standard che qualche collega ha disegnato e che magari starà pure si qualche patinata rivista. È bello ma mi chiedo se con quel denaro non si poteva fare altro di più utile alla conservazione.
No. Mi scuso. Meglio che la storia lentamente cancelli se stessa se non siamo capaci di leggere, di conoscere di discutere.
Meglio che la storia ritorni nella barbarie della intolleranza, dell'egoismo supponendo di salvare le "proprie" origini così forse dopo qualche disastrosa guerra che sempre più si avvicinerà a noi non permettendoci più di pensarci finalmente sicuri in una vita che non lo è.