sabato 25 giugno 2016

Athos

Ieri ho camminato! Tanto! Alle 5 e mezza ho lasciato la mia cella ho cercato di prepararmi un nescaffe che almeno con lo zucchero mi desse un po' di energia e poi quasi furtivamente sono uscito dal monastero.
La stradina era nascosta fra le case e persino un cúmulo di pietre sembrava impedirne l'accesso ma poi ecco le scomposte pietre e il filo di muro che annunciavano la nuova via.
Si sale erti e la vista della costa che scende nel mare ti fa fermare e guardare.
La fatica si fa subito sentire ma non c'é il tormento del sole.
Scendo di nuovo in riva al mare. Spiaggetta incontaminata e mi assale la voglia di un tuffo. Poi mi sembra che sia un andar contro le regole della comunità e così continuo.
Alle otto entro nel monastero di Santa Anna! Non c'é nessuno. Guardo giu il mare crespo dal vento infrangersi sulla aspra costa.
Prendo acqua. Riparto.
La strada almeno in questa parte mi ricorda un altra salita ad un altro monte sacro il Picco d'Adamo in Sri Lanka. Saranno gli scalini ed il caldo o forse il ricordo di quello cammino.
Incontro molti che stanno tornando. Sembrano esausti. Alle dieci arrivo alla ultima fonte d'acqua segnata sulla mappa prima della salita al monte Athos.
Bevo. Poi appena finito arriva una carovana di muli ed uno alla volta ordinatamente bevono anche loro.
La salita è ripida il sole ma soprattutto il forte vento ti accompagnano.
Alle 12 arrivo al "rifugio" quota 1500 a scavalco di un passo che dire ventoso è una presa in giro.
Entro. C'è un prete mi sorride e mi offre un bicchiere d'acqua e delle noccioline. La lingua è un problema ma poi capisco sono russi. Una intera compagnia.
In camerata occupo un letto. Tolgo un po' di cose dallo zaino e le appoggio sulla branda.
Qualcuno con la faccia stravolta dorme infilato nel sacco a pelo.
Il vento lo senti fischiare e provo a verificare se i russi salgono alla cima. Nulla.
Alle 12,30 riparto. Ultimi 530 metri che alcuni mi hanno detto difficili. Faticosi è una parola più adatta.
Dopo 100 metri il rifugio sparisce ed entro il una nebbia che sembra impossibile per il forte vento.
Le gambe vanno,  sono leggero e così alle alle due vedo la croce della cima del monte Athos.
È un cantiere stanno sistemando la chiesa in cima.
Rocce scavate, qualche goccia d'acqua, l'emozione du esserci arrivato.
C'è un giovane operaio, chiedo se mi fa una foto ed il suo perfetto inglese mi travolge. Che fai qui? Perché? Perché? Perché?
Laurea in ingegneria ad Atene ma quello è il lavoro che c'è ed è pure felice. Mi incazzo penso ai figli tedeschi ed alla loro effimera sicurezza. Penso che quel ingegnere sulla cima del monte Athos a tagliare pietre e scaricare carovane di muli sarà più forte dei colleghi che tutto sembrano avere.
Buona fortuna gli dico ed inizio a scendere.
Alle 15 sono di nuovo al rifugio. I russi sorridono. Batto i bastoni in segno di gioia. Raccolgo le mie cose e giù. Non voglio dormire in quel caos.
Cammino. Cammino.
Finalmente alle 19 scavalco um passo e vedo giù una mega costruzione. Forse un luogo dove dormire.
Alle 19,30 entro in Skiti.  11 ore di cammino,  25,6 km e 2397 m di dislivello in un giorno praticamente come andare da Trento a Rovereto passando per lo Stivo.
Lo Skiti mi spiegano è un monastero senza i diritti di un monastero e praticamente non può ordinare monaci.
Sono arrivato nell'unico monastero Rumeno del monte Athos. Skiti Prodromiu
Quasi a casa! Sorrido.
Firma del librone, acqua, dolcetto e grappa.
Rinascita.
Mi danno una branda in una camerata di rumeni. Qualcuno mi fa posto. Trovo un asciugamano una doccia e sono felice non ci vuole poi tanto.
Qualcuno mi porta in mensa,  mi danno da mangiare e un bicchiere di vino che sembra nettare.
Mi addormento di schianto. Non sento nulla se non il vento che fuori soffia sempre con forza.
Alle 2,30 una campaña mi sveglia allo improviso. I rumeni saltano giù dal letto inizia la funzione delle tre.
Non ce la faccio e mi giro dalla altra parte.
Alle sei vado in chiesa. Sto nel pronao i rumeni sono piu rigidi ed ad un pseudo cattolico non è permesso di entrare in chiesa.
Ora ho fatto colazione: peperoni ripieni, insalata, feta olive e un bicchiere di vino. Evviva lo Skiti Romeno.
Si riparte.