mercoledì 21 marzo 2018

mattino

Alle 6 a Pasorapa c'è un fermento che contrasta con la solita tranquillità. 
Alla mezza partono due autobus. Uno va a Cochabamba l'altro a Santa Cruz e questo sarà quello su cui salgo. 
Gli autisti caricano e poi caricano sacchi e sacchi di patate, pomodori e chissà quali altre verdure. Poi ci sono i pacchi per i conoscenti che stanno in città con le raccomandazioni per la consegna. Poi il mio zaino che va "a riva", sul tetto. Tranquillo mi conforta l'autista: è meglio su dove prenderà meno polvere. La gente guarda, le donne con due spalle così al solito dirigono ed ordinano lasciando ai maschi ormai persi i commenti. 
Alle 6,30 a Pasorapa c'è uno Yanke. Strano! Buonas dias, sorrisi, sguardi.
A Pasorapa c'è una donna che ha messo un banchetto con panini riempiti di uova e pomodorini.
A Pasorapa con un colpo di clacson forte come una orchestra la corriera parte. 
A Pasorapa chi va in città si è messo i vestiti buoni, le donne le scarpette eleganti e qualche gioiello di poco prezzo. 
A Pasorapa i cani guardano e come sempre aspettano che qualcuno butti qualcosa. 
Ciao Pasorapa nel mio cuore rimarrai paesino perso nelle Ande.