venerdì 14 ottobre 2011

a Franca

24 luglio 2010 sulla strada fra Aulla e Castelnuovo in Garfagnana fermo a guardar rocce bianche di monti verdi e a provare ad invecchiare un po.
Sto tornando da Milano: dal cimitero di Lambrate. Conoscevo le alte case di Lambrate, la stazione, i ristoranti, la mensa, ora anche il cimitero. La bara di Franca era lì, come i ricordi di lei, di quei tempi in cui tutto mi pareva nuovo e diverso dalla mia piccola Rovereto. Mi sembrava diverso quello strano piccolo ascensore fatto di ferro come non pensavo possibile, quella casa milanese elegante pur nel suo essere vecchia e quella donna volitiva che lavorava sembrava quasi più del suo marito mettendo in crisi miei solidi modelli che poi se ne andarono. Ricordo quel tavolo grande e forse la sua impazienza che finissimo, che ce ne andassimo, per poter stare un po’ in pace con Giancarlo o forse solo con se stessa. Ricordo l’amore per quel figliolo allora quasi tardivo! Ora è normalità. Ricordo Franca a casa con Adriana ed i bambini a tirarli su mentre io e Giancarlo provavamo ad esser uomini su alpi impervie. Ricordo cinque anni fa. Una cena felice tutti assieme a festeggiare i trent’anni di laurea e le cose che erano cambiatie e quelle che anche erano rimaste. Ed ancora Franca che sempre meno chiusa e manager di se stessa diventava dolce di fronte all’amore nostro. Giancarlo mi ha detto che ora era la donna più felice perché era diventata nonna. Lo credo!… penso sia vero. Guardando tanti anni trascorsi insieme pur lontani invidiando la dolcezza di una donna amata, diventata sempre più deliziosa per chi le sta attorno. Ciao Franca.