martedì 9 febbraio 2021

restauro

Ieri sono ritornato a Trento! Era un bel po' che non ci andavo per evidenti motivi. Il caso o forse nemmeno, ha voluto che passassi da piazza Duomo che sempre mi colpisce per la preziosa fattura degli edifici che la circondano e per quel strano rapporto con via Belenzani, quella del Comune per intenderci, che certo non affonda nel tempo in cui fu realizzato il Duomo. Una cosa e mi spiace chiamarla così, mi ha colpito subito ed è stata la fontana del Nettuno che per età fa più rima con la via di cui sopra che non con il Duomo.
Qualcuno, forse tutti, diranno splendido restauro! Ma? A me è sembrato un'opera fuori tempo. Si forse sarà come quando è stata realizzata, forse, ma certo c'era qualcosa che strideva e non era tanto l'armonia degli intagli nelle diverse pietre ma la perfezione, la pulizia del tutto. Non un segno del tempo, non un colpo di martello sul "ginocchio". I trentini e la loro soprintendenza hanno fatto un lavoro perfetto! Che altro? Si! Forse come i pluviali in inox del vicino duomo che subito sono andato a rivedere tanto per farmi male e consolandomi subito dopo, con la vista con il protiro.
L'arte concepita come indipendente dal tempo, dalla vetustà, dall'oblio mi chiedo che arte sia? Si certo pare essere come la giustizia indipendente dalla verità! O come la natura, il paesaggio indipendenti da chi vi dimora! Nulla. Non ce la faccio a sopportare questa "cultura" indipendente dal tempo, dalle passioni, dalla storia, dagli incendi, dalla distruzione che decide che qualcosa non dovrebbe avere il tempo come variabile. Forse gli uomini che pensano a questo credono di aver sconfitto il tempo o per bene che vada, pensano che le cose, le opere, le persone siano estranee al tempo. Forse questo spingerà qualcuno a pensare che il tempo si possa sconfiggere! Con un buon restauro naturalmente.
Della pietra o del corpo in fondo che differenza fa?
Conservare non credo significhi rendere indelebile l'opera ma renderla presente nella memoria e nella vita di tutti noi e in piazza Duomo quel restauro mi è sembrato come quello di una donna che un po' si è "tirata", "pompata", "rifatta" per farsi ammirare forse di più ma incapace di amare nonostante rughe, decadimenti, che forse ancor più ne esaltano la bellezza dell'essere, della mente e del cuore. Lasciate che si invecchi, lasciate che i monumenti invecchino, lasciate che le città diventino belle per il cuore e per la mente.