lunedì 25 aprile 2011

goccia dopo goccia

Eugenio stava li seduto su quella sgangherata sedia a dondolo ormai arrugginita. 
Aveva un calice di vino rosso in mano e lo sguardo perso nell'orlo del vino lungo il bicchiere.
La sedia a sdraio dondolava lentamente all'incontrario di come Eugenio dondolava il bicchiere seguendo sempre con gli occhi quel confine immaginario.
Fra poco avrebbe piovuto e l'umidità dell'autunno saliva dal prato che finiva in muro nascosto da una seppie quasi bruna. C'era un torrentello più in la che accompagnava il quadro con il suo scorrere quasi irruento e un sentiero portava ad un piccolo ponte arcuato di legno tinto di un improbabile rosso vermiglio che quasi si esaltava sul verde di quell'umida erba.
Eugenio guardava il bicchiere sempre mezzo colmo di quel vino che altre volte aveva ridendo bevuto ma che ora sembrava quasi nausearlo.
Pensava Eugenio. Pensava a quella sdraio a dondolo quando anni prima accoglieva gambe spingenti assieme a grida piene di sorrisi. Guardava le sue mani che tenevano il liscio bicchiere di vino. Eugenio si alzò dalla sedia a dondolo e percorrendo passi conosciuti attraverso il prato arrivò al ponte rosso.
Le mani sfiorarono la balaustra per aiutare lo stanco piede a fare il gradino di salita. 
A metà del ponticello, proprio la dove l'acqua correva più rumorosa si fermò e si accorse che il pavimento era di assi ormai ingrigite dal tempo e dal sole.
La balaustra rossa però era li vi appoggiò gli avambracci e si sporse lasciando che il vino goccia dopo goccia andasse a perdersi in quell'acqua tumultuosa così come i suoi pensieri.