mercoledì 29 gennaio 2014

via

alla fine l'aereo dopo aver sorvolato terra senza alcun verde si poserà lieve e per un attimo sembrerà di tornare nelle braccia sicure di una vecchia madre. Il solito uomo dello sceicco con denti marci sarà lì ad aspettarmi. Un sorriso di circostanza, un come stai e il pensiero che stai ancora una volta girando una pagina di questa vita che corre veloce solo nelle cose belle per fermarsi invece all'infinito nei dolori che mai ti lasciano. Guiderò sino al terzo cerchio, poi girerò a sinistra e mi avvierò su per Smishani e poi a Rabia.
La porta della casa è aperta e magari il dottore mi vedrà e mi saluterà domandandosi dove mai sono stato che non mi ha sentito per un po'. Poi di nuovo la casa. Sembra un altro mondo ma non lo è. Forse scenderò sino da Zorba a bere una birra e proverò a confondermi fra il chiasso delle gente. Un attimo e si gira pagina ancora. Oggi noioso ufficio con ormai poche carte da riempire e solo idee da inseguire. Domani un po' di movimento volti che non si girano dall'altra parte. Mi siederò nella grande piazza del teatro romano con i ragazzini palestinesi che corrono con gli skates come i loro coetanei che stanno al di la del muro. Guarderò quel teatro e penserò a come doveva essere quando c'era uno spettacolo allora. Penserò a Sabri ed al suo "I miss you", sorriderò ancora e in silenzio il mio cuore sentirà la solitudine che l'accompagna e lo riempie di infinite altre cose. Domani volerò via forse per l'ultima volta.