lunedì 24 ottobre 2016

campi

Stamattina sono andato a fare la solita passeggiata nei soliti luoghi fuori dalla porta di casa girando a sinistra 
Conosco questi luoghi, ne conosco i sentieri, i muri a secco, gli alberi e le case.
Mi piange il cuore ogni volta che vedo l'abbandono di un territorio che sino a quando mio padre era giovane, in fondo era legato in modo indissolubile con la vita di tanti 
Ogni volta il mio pensiero prova a concepire soluzioni economicamente sostenibili per salvare questo territorio ma devo ammettere che non ne sono capace.
Quello che mi tormenta è vedere l'enorme capitale costruito dai nostri vecchi che se ne sta andando a "remengo". Penso alla fatica collettiva per strappare qualche metro piano al fianco illuminato dal sole della montagna. Mi chiedo come questa fatica veniva poi condivisa probabilmente senza escludere nessuno dato che nei lavori di fatica tutti sono utili.
Oggi mi è capitato di leggere un post di un ragazzo o giù di lì che mandava in quel paese quelli che ritiene i responsabili della mancanza di lavoro che non valorizzano le conoscenze e le capacità tanto decantate.
Ho guardato il campo sorretto da muri ed ormai preso dal bosco e non so perché ho associato quel campo a quanto quel ragazzo aveva scritto. 
Pazzia sarebbe pensare di coltivare quel campo che poco o nulla produrrebbe rispetto alla fatica investita per realizzarlo.
Ormai mangiamo prodotti che sono realizzati in serie con sistemi industriali, poco costosi ecc. ecc.
E quel campo non serve più! Ecco mi scuserà quel ragazzo ma l'impressione è stata che lui forse come quel campo. 
Prezioso, costruito con tanta fatica ma ormai inutile perché si produce in altro modo.
Si accetta questo per un campo ma siamo lontani da accettarlo per gli uomini che forse dovrebbero iniziare a cambiare profondamente il loro approccio alle cose della vita. 
Non ho soluzioni in tasca: non starei qui seduto su un tronco a scrivere, ma credo che le soluzioni ci siano ma come per i problemi della mente prima bisognerebbe almeno ammettere l'esistenza del problema per poi affrontarlo.
Ecco mandare a "vafa" mi pare non incominciare nemmeno a guardare il problema.
Sapete la cosa che mi ha fatto sorridere è stata una volta uscito dai campi, vedere tre o quattro climber che faticavano collettivamente per superare la falesia che i contadini maledicevano. Ops i climber sono pure tedeschi a fine ottobre in una giornata di mezza pioggia e poca luce ma credo sempre migliore che una giornata negli ondulati campi tedeschi che hanno fatto si che i nostri piccoli campi chiudessero.