lunedì 8 agosto 2016

ristornate

Ieri sono entrato verso l'una, in un ristorante che il caso aveva posto sulla mia strada. Era domenica, un leggero sole illuminava tutto, la semplice insegna, l'ordinata casa suggerivano una possibile piacevole pausa reclamata peraltro anche dai miei martoriati piedi.
All'interno ciò che l'esterno suggeriva trovava ancor più piacevole sorpresa ed è un po' come quando inizi a parlare con una donna che scopri ancor più bella di quanto le sue piacevoli forme suggerivano. 
In una veranda aperta sulla piccola sala c'era una tavola ben apparecchiata di bianco con una decina di commensali serenamente e compostamente seduti.
Un avventore decisamente ubriaco, dopo aver realizzato la mia estraneità a quel mondo, insisteva a parlarmi in un improbabile tedesco mentre la mia attenzione andava alla tavola posta li a fianco.
Camicia bianca senza cravatta , pantaloni neri stava a capotavola con una giovane donna alla sinistra ed una anziana alle destra. Poi stava seduta una ragazza con accanto un altro giovane uomo sempre in camicia bianca e pantaloni neri. Di qui un altra donna consunta nello aspetto ma che suggeriva orgoglio nello sguardo. Poi due giovani che giocavano teneramente fra di loro.
Poi il giovane uomo si alza ed inizia un discorso che sembra importante ma a me incomprensibile almeno nelle parole. 
Nella sua mano destra c'è una sorta di pergamena rigida in pelle con scritto in oro "MAGISTRALIS". L'uomo parla e chiama a se la consunta donna porgendole la pergamena. 
Inizio a capire. Poi un canto interrompe ed accresce la sollennita del momento. 
Il pranzo è alla fine e l'uomo assieme all'altro uomo in camicia vanno al banco. Non resisto: "do you understand me?" un sorriso mi dice di no nella forma ma non nella sostanza. Vedo un bracciale con una scritta che non capisco se essere arabo o ebraico. Vorrei fare mille domande ma forse no. 
Poi la giovane donna si avvicina e mi fa segno con una macchina fotografica di fare una foto.
Tutta la famiglia si unisce con al centro la consunta madre con a fianco i due figli con la pergamena di laurea in mano poi la nonna, la fidanzata il fratello minore con la fidanzatina. 
Così ho visto io forse non è la verità ma poco importa. Metto un ginocchio a terra e scatto, scatto e penso che in quello scatto anch'io sono uno di loro con loro. 
Vedo una vecchia cornice appesa ad un muro con carta da parati rivestito e una foto magari color seppia di una famiglia in un attimo di felicità in cui anche io c'ero e ci sarò.