martedì 4 aprile 2017

emergenza

Ho letto i numerosi e alle volte veementi post circa la demolizione della scuola provvisoria di Amatrice.
Naturalmente come spesso accade nel web l'indignazione peraltro comprensibile, non è per nulla supportata da analisi e considerazioni tecniche anzi sembra che la sola convenienza "politica' sia un motore sufficiente per descrivere la realtà. Nulla di più tragico e lasciatemelo dire" sciocco".
Ma andiamo con ordine: dalla mia esperienza il ricostruire dopo un emergenza non può e non deve mai essere provvisorio! Provvisorio significa non togliere risorse e forze per realizzare il definitivo.
Provvisorio è bere da una cisterna mobile in attesa che l'acquedotto sia riparato. Provvisorio è l'uso di un mezzo quattro-ruote per giungere in un luogo ma certo non è dare a tutti un autobotte o un 4x4.
Nel caso di una struttura collettiva come appunto una scuola il provvisorio non esiste e chi vende il contrario vende aria fritta.
Una scuola, un ospedale, una chiesa o funziona o non funziona! Se non funziona si va in un altra scuola, ospedale o chiesa più ancora che per una abitazione.
Quando il cuore grande dei trentini si mise in moto per aiutare Amatrice ebbi la netta sensazione che nessuno fece qualche semplice controllo: dimensioni e servizi della struttura necessaria. 
Io lo feci in internet contando studenti, classi, attività e compresi che quanto si andava a realizzare era più una pagina pubblicitaria per la "politica" che un reale aiuto definitivo.
Certo il sindaco locale poteva dire no ma solidarietà significa mi pare, stare accanto agli amministratori e suggerire loro le soluzioni che in prospettiva serviranno più che riempire pagine di giornali.
Così era evidente che una scuola fatta di container non poteva reggere per mancanza di standard ed inadeguatezza dimensionale e per i motivi che tutti comprendere. 
Se si voleva davvero aiutare Amatrice si sarebbe dovuto fare in progetto dove c'era la scuola, la palestra, la mensa e quant'altro e dire al sindaco il Trentino fa questa parte lasciando a lui l'onere di trovare altri finanziatori come poi è avvenuto.
Quindi è l'amministrazione trentina che non ha avuto le competenze ed in questo non ha solo non fatto nulla di definitivo per Amatrice ma di definitivo ha messo in ginocchio la vera solidarietà trentina che proprio nel rispetto della catena di comando ha sempre trovato uno dei suoi miglior esempi.
Così facendo chiamo a responsabilità nei confronti del volontariato chi ha condotto una operazione così mal combinata ma so che di continuerà a dire "vergogna" oppure "comprensione amara" cose che non servono a nulla a chi ha la pancia vuota o nulla in cui proteggersi!