domenica 2 aprile 2017

Jabel Lekst

Ieri mattina ho voluto al mio solito, un po' strafare e partito dal villaggio qui sotto mi sono avventurato su per il monte più alto di questa catena. L'impresa non sembrava sulla carta impossibile ma, ma c'è sempre un ma da considerare e forse anche qualcuno in più. 
Mi sono reso conto che la traccia che avevo scaricato in realtà non era una vera e propria traccia ma una idea della stessa. Così le difficoltà sono diventate subito forti un po' per l'assoluta mancanza di sentiero, un po' per la presenza di una vegetazione che seppur bassa impediva l'avanzare, un po' infine perché sembrando più facile salire arrampicandosi mi sono messo nei guai autonomamente così da dover ridiscendere e risalire. 
Alla fine con una fatica immane sono arrivato sulla ante cima del Lekst. Ho ripreso energie sono sceso sino alla forcella per poi risalire la cima vera e propria.
Trovare la traccia era arduo ed ancora mi sono ritrovato su un culmine di roccia da cui è stato complicato scendere rischiando cadute che Lu sarebbero state fatali. 
Così la poca avedutezza che mi rimaneva ha deciso di rinunciare alla vetta e pensare al duro ritorno. 
Così è stato! Anche perché seguendo più le tracce umane che quelle del GPS mi sono ritrovato in una valle diversa di quella di salita.
Mi rendevo conto che mai avrei potuto risalire per imboccare la valle giusta anche perché avevo finito l'acqua.
Vedevo dei vecchi campi e sapendo che i contadini non sono sciocchi speravo di trovare la mia strada del ritorno.
Sono arrivato così ad una gola dove ho notato un tubo per l'acqua e subito mi son rincuorato pensando che se lo avevano portato li in qualche modo sarei riuscito ad uscirne.
Dopo qualche passaggio mozzafiato lungo il wadi ho visto una piccola traccia lungo la quale mi sono subito avviato giungendo ad un colle! 
Ero ancora altissimo! In fondo vedevo il campanile ops minareto della chiesa ops moschea del paese. Ma vedevo anche una impressionante parete di roccia che mi separava dalla meta. 
La proprietaria dello alloggio dove ero sceso proprio in quel momento mi chiama verificando la mia integrità. Molto carina! La informo della situazione e le dico che una volta compreso che sarei potuto scendere da quella parete le avrei chiesto di mandarmi un taxi a raccattare al paese.
I contadini montanari sono saggi e cosi in quella parete avevano posto segni seguendo i quali in fondo non è stato difficile scendere. 
Il tubo sarebbe stato impossibile seguirlo anche perché facendo la via più breve scendeva a picco sulla parete. Però pensavo il tubo bisogna portarlo su a spalle e cosi..... 
Alle 18 dopo esattamente 11 ore di fatica immane arrivo al paese. Seduti su dei gradini ci sono tre uomini del luogo che chiacchierano tranquilli. Mi fermo! Mi siedo! E ringrazio la buona sorte! Non c'è lingua che gli uomini non comprendono e cosi mi pare d'essere a casa a Terragnolo alla fontana. 
Poi arriva il taxi, i crampi, la sete ma quel sedermi con quei tre berberi che mi sirridevano resterà per sempre.