venerdì 5 aprile 2019

Storia 03

Eravamo rimasti al trasferimento in un nuovo campo da dove ancora nessuno era partito.
I soldati hanno le carte ed i mezzi io forse uno dei primi GPS. Mi accorgo che stiamo "invadendo" il Kosovo allora terra Serba. Franco sorride mentre lo riprendo per la sua "innata" voglia di conquista.
Ritorniamo, giriamo su per una nuova e polverosa strada.
Il campo è lì! Tende bianche, di forma circolare, non molto grandi con il segno della mezza luna rossa. Qualcuno mi dice sono turchi venuti anche loro ad aiutare. Penso alle centinaia di anni che qui sono stati qui. 
I soldati restano fuori entriamo Rossella ed io. 
Il capo missione turco ci accoglie gentilmente, ci presentiamo, spieghiamo cosa facciamo: portare i rifugiati in Europa per ridurre la pressione sulla piccola Macedonia.
Ci ascoltano, annuiscono, ci invitano per un ciai (thè) sotto una tenda più grande.
Dopo le formalità spiego cosa faremmo: i soldati metteranno su una tenda dove si svolgeranno gli interrogatori, la visita medica e invitiamo i turchi a collaborare nel diffondere le informazioni nel campo. 
Non pare ci siano problemi ma al solito sembra troppo facile. Ai soldati non sarà concesso entrare con le armi! Sento già Franco che impreca contro "sti cazzi di alleati".
Vedo che anche fra i turchi ci sono dei militari ed un colpo di genio: "ok le armi non saranno indossate nel campo ma raccolte in un luogo sorvegliato dai soldati italiani." "I vostri militari accetterebbero mai di lasciare ad altri le loro armi?" Chiedo. Comprendo che si è trovata la via di uscita. Un altro ciai, un sorriso del capo e subito fuori a spiegare a Franco cosa fare. Sento qualche mugugno ma in fondo anche lui è flessibile ed il mondo è salvato da chi è flessibile.
Sì inizia! La tenda è su, il generatore parte, i PC fanno il boot, le stampanti si accendono, l'ufficiale medico si mette lo stetoscopio e si inizia. 
Cammino fra le tende, vedo giovani con i volti "incazzati" che sembrano odiare tutto e tutti; vedo vecchi uomini distesi placidamente sotto la tenda a fumare quelle loro strane pipe e che con uno sguardo dolce placano le ire dei figli.
Molti chiedono. Qualcuno parla tedesco e quando rispondo con il mio tedesco scolastico è un amplificarsi di domande, richieste, preghiere.
Tutti vorrebbero andare in Germania! 
"Entschuldigung, aber ich bin Italiener. Wenn Sie möchten, können Sie nach Italien kommen."
Alcuni si girano ed aspettano i tedeschi che però mai arriveranno in quel campo. Altri più flessibili, accettano e si mettono in coda per entrare sotto la tenda italiana. Immagino sempre cosa io farei nei loro panni ma fortunatamente non ho risposta: io sono fortunato! 
I giorni passano. 
Una sera Rossella mi chiede di andare alla sede di UNHCR in centro a Skopje. Prima erano solo tende dove incontravo gli uomini e le donne UN.
Ok! Rispondo ma a fare cosa? C'è il nostro segretario: ti voglio presentare.
Entro in una sala con diversa gente, riconosco i tedeschi che saluto. Ascoltiamo il segretario generale UNHCR che ringrazia dello straordinario impegno dimostrato da tutti. Che si può fare di diverso mi chiedo?
Poi Rosella mi fa cenno e sento che dice al segretario le presento il rappresentante dell'Italia!
Ricordo sempre quel passaggio, quella figura da cretino che feci, girandomi e cercando il "rappresentante dell'Italia". Nessuno me lo aveva detto! Ero un semplice funzionario pubblico che faceva quello che poteva e poi scusate il baffetto D'Alema non mi è mai piaciuto per il suo essere "ben altro".
Torniamo ai campi che è meglio!
Un giorno l'ambasciata mi chiama. C'è una delegazione della regione Emilia Romagna! "Accompagnali tu che sai"
Conosco il capo della Protezione Civile Di quella regione. Mi dice che ha con sé una cucina da campo. Sorrido! "Per quante persone?" Chiedo. 
"500/1000 se si lavora 24 ore".
Vieni gli dico ed andiamo a Tetovo! 70.000 persone! Come si fa a fare la pasta per tutti? 
Comunque la cucina da campo viene lasciata lì a CARE loro sapranno che farne.
Non mi ero mai posto il problema di come si possono alimentare 70.000 persone senza creare tensioni, code immense e dando il necessario?
Lo imparai a Tetovo! C'erano una serie di trattori con un rimorchio aperto riempito di pane, frutta, latte. I trattori lentamente percorrevano tutte le strade fra le tende e le persone si avvicinavano e prendevano quello che era necessario per ritornare poi alle tende. 
Alimentazione base. Dieta perfetta che oggi fatichiamo a seguire. 
Allora rimanevo sempre più affascinato da questo apprendere e al compararlo con le nostre "certezze".
Ora devo andare....