sabato 2 luglio 2016

carezza

Arrivo alla stazione degli autobus alle nove e cinque. Appena partito l'autobus. Delusione o forse no. Chiedo, gironzolo poi vedo un autobus con scritto Hamburg in moto e pronto a partire.
Belgrado? Come, run. Office ticket and go. 
Ora sono seduto quasi in fondo mi spettano sei ore forse sette per arrivare alla periferia poi si vedrà. 
Lascio Sofia per la seconda volta nella vita. Ieri pomeriggio ho gironzolato, mi è piaciuta e mi piace questa città. I filobus ed il metro sono efficienti, i marciapiedi puliti, le strade si alternano fra ampi viali dove il traffico corre e stradine secondarie con locali affollati e spazi verdi. Sembra tranquilla ma se osservi con attenzione ti accorgi della povertà. 
Povertà che rende pazzi o pazzia che rende poveri. Una donna con un trolley sembra andare in stazione ma c'è qualcosa che non va cammina in mezzo alla strada. Poi si ferma improvvisamente apre il trolley tira fuori una specie di lunga pinza e raccoglie un mozzicone a terra infilandolo nella valigia. 
Guardo e mi accorgo che mozziconi a terra non ce ne sono.
Un'altra ragazza attraversa la strada gridando non si sa bene cosa ma al cielo.
Che su può fare? Se in una società protetta è difficile immagino qui. Dai Renzo De Stefani metti in piedi qualcosa fai una "pazzia" 
Ieri sera uscito dal ristorante dove per 15 euro ho mangiato divinamente, una ragazza forse gypsy mi ha seguito. All'inizio mi sono preoccupato poi ho capito e mi è venuta voglia di farle una carezza.