mercoledì 26 agosto 2020

orsaggine

Continuo a camminare solitario per monti e sempre più mi accorgo di diventare o forse qualcuno direbbe aumentare, la mia "orsaggine".
Non è che non parlo, non discuto, non ascolto è che mi pare, ma certo mi sbaglierò, molto sia artefatto: necessario a render pubblica ed interessante questa nostra vita. E guardate che anche questo mio scrivere in fondo ne è testimonianza. 
La montagna, la fatica, la tensione per un passaggio aereo mi riportano alla realtà di uomo e credo di condividerla con uomini che nella storia mi hanno preceduto e che poche tracce hanno lasciato: un muro di sostegno in sasso, un campo erto con poche cose, un bosco pulito e coltivato. 
Mi interrogo ma perché poniamo al centro sempre noi individui e non la massa corporale che da se ci ha accompagnato. 
L'illuminismo ci perseguita e ci affascina. 
Oggi salendo guardavo quella stradina che mi accompagnava e che fortunatamente nessuno ha "modernizzato" allargandola, rendendola meno erta, rendendola "sicura", magari come il ponte Morandi, distruggendone però l'anima. 
Mi piace osservare. Poi giunto al passo di Colombo il sentiero si è fatto aereo. La bocca dello stomaco si chiude e la ragione inizia il suo dialogo con l'emozione, con la paura. Che bella discussione! Nessuno cede o forse oggi si la paura è vinta. Mi chiedo se per essere buoni governatori bisognerebbe aver sempre questo tipo di dialoghi interiori. Penso di si ma forse solo se si vuole cambiare qualcosa altrimenti meglio un po' di pubblicità, di sicurezza, di attesa di che proprio non si sa. 
Perdonatemi la confusione, ho paura sorrido no non ne ho soprattutto della confusione. 
Ora riprendo il mio cammino di orso.