martedì 24 settembre 2019

lusso

Poi dopo i soliti capannoni uguali in ogni parte, i soliti marciapiedi che iniziano nel nulla e nel nulla forniscono, le solite strade larghe quanto basta a non portar via terreno edificabile, le solite case allineate per poche famiglie che subìto si scontrano con altre diversamente allineate per altre famiglie, dopo tetti che vanno di qua e poi di là e poi in sù e poi in giù senza nessuna regola se non quella del caos ma nemmeno tanto caotico da sembrare rivoluzione, dopo arredi urbani fatti di ferri piegati, raddrizzatti, curvati e dipinti di un bianco che ne esalta il nulla compositivo, dopo mille altre cose giro l'angolo e là nel grande spazio vuoto c'è lui l'anfiteatro romano con per scena le mura di una città incantata.
Mura case su su loggie e piazzette e stradine.
Ridateci i romani; ridateci il medioevo perché di questo lusso del cavolo non so che fare.