domenica 7 ottobre 2018

Calvino

Questa mattina sono entrato in un bar di Budapest per un caldo cappuccio. Tutto normale come deve essere. La cosa che mi ha sorpreso era un giovanotto che stava armeggiando con il portamonete di fronte alla cassa. Il cameriere vedendomi e comprendendo la mia estraneità, mi ha salutato in un buon inglese a cui ho risposto cortesemente ordinando un cappuccino.
Mentre mi stavo accomodando il giovanotto di cui sopra, ha in perfetto italiano, blaterato circa il costo della consumazione a cui il cameriere ha opposto forse per fortunata incomprensione, un magiaro silenzio. 
Questa mattina mi sono vergognato di condividere passaporto, non altro spero, con uomini che pensano sia un loro "diritto" ogni cosa. Anche ieri sul pullman che mi portava dall'aeroporto al centro una scena analoga con giovani con cui condivido il passaporto, che schiamazzavano e raccontando boiate ai più incomprensibili fietunatamente per via della lingua. 
Mi è venuta voglia di fare un pararelo fra Orban e Salvini che stanno mandando a remengo l'Europa ma in fondo mi rendo conto che altro non sono che l'espressione di questi "cittadini" con cui condivido il passaporto che pensano di avere diritti e nessun dovere e soprattutto sono convinti che la "festa" non abbia mai fine mentre invece il baratro insegnerà loro che solo i più intelligenti, i più formati, i più accoglienti vinceranno anche a prezzo di tante perdite. 
Ed allora avanti su questa china mi sto convincendo che possa essere una via di uscita e di ripartenza a patto di non "sopportare" più i coglioncelli che ci stanno portando proprio lì dove saranno sconfitti.