venerdì 12 ottobre 2018

köszönöm

Ieri sera dopo solo pochi chilometri, ci siamo fermati nel mezzo della campagna ungherese.
Al solito non sono i luoghi o le cose che fanno la differenza, casomai la enfatizzano, ma le persone.
Così complice un vecchio amico di studi di Janos, la nostra sosta si è trasformata, almeno per me, in una sorprendente scoperta della piccole o grandi cose che costituiscono l'essenza di una cultura.
La casa semplice, le stoviglie di terracotta, le tazze per il te tutte diverse, un grande tavolo, sedie di ogni tipo. Poi lui e lei sorridenti, accoglienti come i loro quattro figli che mai ho sentito lamentarsi. La ragazzina adolescente che faceva finta di non comprendere l'inglese ma che ad una mia battuta al padre ha sorriso abbassando gli occhi.
Poi raccolti tutti attorno al tavolo la preghiera di ringraziamento e la cena. In mezzo al tavolo due cipolle crude tagliate finemente, quattro peperoni tagliati a piccole strisce, un po' di formaggio, salame e una specie di ricotta di capra che ho scoperto buonissima spalmata sui peperoni. 
Un piccolo piatto ognuno e una tazza piena di caldo te fatto con malva e sambuco addolcito dal miele delle api.
Non una posata se non il cucchiaino per il te. Cosi dopo un po', tutti parlano, sorridono, guardano, allungano una mano e prendono un pezzo di peperone o di cipolla.
Parliamo. Che debbo dirvi? Dolce e felice serata nulla poteva essere migliore.
köszönöm!