domenica 27 settembre 2020

Da Porto Mantovano a San Benedetto Po

Terzo giorno: attraversare una città è sempre interessante se poi la città è Mantova un po' di più. Non sono i ciottoli, non è la chiesa di Sant Andrea, ne le ordinate case basse che ti accompagnano per un bel po' di cui voglio parlare è come si esce da Mantova verso il lago inferiore: prima c'è un bel parco, poi il circolo tennis cittadino, poi il campo di motocross e per finire il campo rom! Non aggiungo altro. Di lì poi il sentiero segue il Mincio che placido percorre come un vecchio il suo ultimo tratto. Io ero con lui anzi eravamo assieme: un po' lenti, un po' vecchi, un po' guizzanti come quando qualche pesce saltava fuori dalle acque. 
Ho lasciato il Mincio che mi ha accompagnato in questi giorni ed ho girato a destra. Sono sceso dal possente argine chiedendomi quante braccia e quanta fatica gli stavano dentro.
Poi un nuovo argine ancora più alto. Di lassù il Po'! Salire sul ponte ed attraversarlo è stata una impresa. Nessuno prevede che ci sia qualcuno che attraversa il ponte a piedi! Solo auto, auto. 
Al di là pensavo d'essere in Emilia ed invece no Mantova è passata di là pure. A San Benedetto Po' mi sorge il sospetto ci sia una abazia benedettina! Splendida! Storia al solito "venduta" malamente. Ma Giulio Romano mi rapisce e con lui infiniti dettagli che riempiono gli occhi di bellezza.
Mantova - Sant Andrea

Il Po

Abbazia di San Benedetto Po con statua di Matilde di Canossa


Giulio e le serliane




Abbazia San Benedetto in Polirone

Le virtù, di Matilede!